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Festival di Berlino 2020, trionfa Elio Germano

Giorgia Piccolella

Tra il 27 febbraio e il 1 marzo vi è stata la 70 esima edizione del festival di Berlino, nel quale Trionfa indubbiamente Elio Germano aggiudicandosi l’ Orso d’argento per la sua interpretazione in “Volevo Nascondermi” di Giorgio Diritti, dedicato al pittore Ligabue.

L’uscita del film al cinema è stata il 4 marzo, distribuito da 01 Distribution. «Si è scelto di andare in sala per dare un segno di fiducia e di positività, per far sì che in questo momento difficile ci sia la sensazione di possibilità di vita» ha raccontato il regista ospite di Fabio Fazio durante la trasmissione Che tempo che fa, insieme a lui anche Elio Germano: «approfittatene, perché le sale sono vuote e si trova parcheggio>>

“There Is No Evil” dell’iraniano Mohammad Rasoulof vince l’Orso d’Oro come miglior film, è il terzo film iraniano a vincere l’orso d’oro negli ultimi anni. La pellicola è un dramma divisa in quattro atti che si interroga sulla difficoltà di esprimere la libertà individuale quando si è di fronte a situazioni che vengono imposte come obbligate e dove non vi è alcuna possibilità di scelta.

“Never Rarely Sometimes Always” di Elisa Hittman (Usa) riceve l’Orso d’argento e il Gran Premio della Giuria. Un film che narra la storia di una diciassettenne che deve affrontare una gravidanza innattesa.

L’Orso d’argento per la regia va al sud coerano Hong Sang-soo per “The woman who ran”, un film tutto al femminile che narra un piacevole spaccato di vita quotidiana. Con la pazienza di un autore da un film all’anno, qualche volta anche di più, il regista coreano Hang Sang Soo ha messo in scena protagonisti che spesso somigliavano, per età e professione, a sé stesso, finendo per diventare ospite fisso da anni dei festival internazionali, come appunto il festival di Berlino.

Paula Beer conquista l’Orso d’argento come migliore attrice, interprete del tedesco “Undine”, di Christian Petzold, uno tra i più importanti registi tedeschi in attività, film su un amore dai toni fiabeschi.

Petzold aveva sconvolto il festival due anni fa con il potentissimo «La donna dello scrittore», ma nella sua filmografia si annoverano anche altri titoli significativi, come «La scelta di Barbara» o «Il segreto del suo volto». Questa volta l’autore tedesco si rifà al mito delle ondine, creature leggendarie assimilabili alle ninfe delle acque, bellissime ma anche capaci di essere particolarmente vendicative se l’uomo che amano arriva a tradirle.

Orso d’argento per la migliore sceneggiatura: Damiano e Fabio D’Innocenzo per “Favolacce”, Una favola nera che racconta senza filtri le dinamiche che legano i rapporti umani all’interno di una comunità di famiglie. Si tratta dell’opera seconda dei gemelli registi che, due anni fa proprio alla Berlinale, sono stati la rivelazione con ‘La terra dell’abbastanza’ che ebbe il battesimo internazionale nella sezione Panorama. Nel cast, Elio Germano, Barbara Chichiarelli, Lino Musella, Gabriel Montesi, Amelio Guerrini e Max Malatesta.

Jürgen Jürges ottiene l’Orso d’argento per contributo artistico per la fotografia del russo “Dau. Natasha” di Ilya Khrzhanovkiy e Jekaterina Oerte.

Infine l’Orso d’argento del 70°: “Delete History” dei francesi Benoît Delépine e Gustave Kervern.

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