Lorenzo Foltran è un giovane e promettente poeta che,
Nonostante la sua giovane età, i suoi componimenti
Nel suo ultimo libro, Il tempo perso in aeroporto, – edito da Graphe.it, l’autore ci regala una raccolta nella quale i singoli componimenti poetici sono organizzati in un racconto organico, il cui tema centrale è il tempo, che viene narrato come fattore relativo che si dilata, si restringe e soprattutto passa inesorabilmente.
L’opera è divisa in tre sezioni che esplorano le diverse sfumature del tempo e dello spazio nel quale scorre e nel quale il lettore procede, fra giorni senza calendario o calendari appesi al muro per nasconderne le crepe e si riconosce fra ore piene e vuote, nei minuti precisi che occorrono per cucinare una pastasciutta che però risulta insipida. Seguiamo il custode Pasquale nella sua giornata lavorativa all’interno della villa di cui è anche giardiniere attraverso l’alternarsi dei mesi che lo aiutano a percepire il tempo che scorre, fra il caffè amaro del mattino e la minestra calda della sera.
A questa visione del tempo come perdita il poeta contrappone la dimensione del sogno e della realtà alternativa dei videogame, l’ambiente non cronologico del ricordo o della riflessione, fino ad arrivare all’Adesso, quasi una sorta di proustiano tempo ritrovato. In quest’ultima parte veniamo trasportati in una dimensione spazio-temporale sospesa in cui tocca temi molto attuali come in Economia della condivisione, che termina con tre parole che sono la triste fotografia del tempo che stiamo vivendo: AQUISTO, POSTO, ESISTO.
Un libro consigliato a chi non può fare a meno di ciò che la poesia trasmette e su cui ci obbliga a riflettere.