Dialoghi a cuore aperto sul significato della fede raccolti da Emiliano Tognetti nel volume edito Da Graphe.it per la collana Octavius.
La parola fede sembra essere oggi quasi in disuso, considerata fuori moda o poco attraente, lontana dai problemi della vita quotidiana, dal mondo, dai giovani. Secondo le statistiche la Chiesa registra un forte calo di presenze, soprattutto in Europa: uomini e donne hanno smesso di credere, hanno perduto la fede .
Ma è davvero così? Cosa significa credere nel III millennio? La fede si puo’ perdere, o si perde solo cio’ che non si conosce veramente?
Nel volume “la Bellezza della fede. Conversazioni sul credere oggi”, edito da Graphe .it per la collana Octavius, l’autore Emiliano Tognetti, psicoterapeuta, giornalista e scrittore con la passione delle interviste si è messo in ascolto di persone che vivono la fede in modi diversi. Giovani e meno giovani, ma persone come noi, non “baciapile”, ma teologi, cardinali, giovani impegnati, che rappresentano idealmente il popolo di Dio. Il risultato: pagine da leggere e da rileggere, testimonianze dense di significato in cui il valore della fede si dispiega con tutta la sua forza innovatrice e “rivoluzionaria” mostrando le mille sfaccettature e tutta la sua bellezza.
Già perché la fede è bella, lo ha scoperto Tognetti, nel corso dei suoi dialoghi senza filtri con gli interlocutori di questo libro: induce alla gioia, ed è sempre dinamica, puo’ crescere o diminuire. Come ogni relazione o rapporto va alimentata, curata, costruita giorno per giorno, in un dialogo costante con Dio. Bisogna portare Dio nella vita, nel quotidiano, perché l’esistenza senza la fede conduce solo a un destino di morte, mentre credere è esattamente il contrario: è consapevolezza della pienezza della vita che non si conclude con la morte- un tabu’ considerato anche dai cristiani come la peggiore delle disgrazie. Invece “La morte, intesa da un punto di vista evangelico è un passaggio, la “fioritura”, lo svelamento della dimensione più profonda di ciò che siamo”(Paolo Curtaz, pag. 27).
Il teologo e scrittore Paolo Curtaz, denuncia una “emorragia dell’umano” che consiste in una perdita di attenzione, di consapevolezza di se’ , necessaria per accogliere la Parola”. I santi non sono dei superman e possono sbagliare, ma sono uomini pienamente realizzati, che credono nel pieno potere che Cristo ha su di loro. L’invito di Curtaz è quello di vivere nel presente, aprirsi agli altri e alla cura per il Pianeta. “Solo così le giovani generazioni di oggi possono fare nuove e grandi cose”.
Nell’intervista dedicata alla fede e la famiglia, il cardinal Angelo Comastri, già vicario generale di Sua Santità e Arciprete della Basilica di San Pietro, pone l’accento sull’esempio di Maria, sul significato di aggrapparsi alla fede: Maria non perde la fiducia in Dio, neanche sotto la croce. In questo abbandonarsi totalmente a Lui sta la vera libertà. Cosi’ i comandamenti non sono una limitazione alla libertà, ma la garanzia del suo buon uso .
Il filo conduttore della fede si dipana anche nella storia di Alessandro Greco e Beatrice Bocci, entrambi protagonisti del mondo dello spettacolo che hanno scoperto la bellezza in un momento di grande crisi esistenziale. Grazie anche al contatto con alcune comunità, hanno sperimentato “quell’incontro che cambia la vita”. Oggi vivono il loro matrimonio testimoniando la fede, educando anche i loro figli ad una vita pienamente cristiana .Suggestivo il racconto della lavanda dei piedi, durante il triduo pasquale, vissuto in casa a causa della pandemia . Un’esperienza profonda di preghiera e di perdono, di commozione e condivisione autentica con i propri figli.Suggestive le nterviste di don Luigi Maria Epicoco, sacerdote, teologo e scrittore, che rievoca la paura vissuta alla soglia dell’ordinazione sacerdotale, o di Matteo, oggi un giovane impegnato che ha scoperto l’amicizia con Dio, di Suor Maria Chiara, religiosa francescana, che racconta il lungo cammino per raggiungere la vocazione e decidere finalmente di prendere i voti. Nel libro il Cardinale Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, parla di Misericordia e fede, Ernesto Olivero, fondatore del Servizio Missionario Giovani (SERMIG) vede il rapporto tra fede e Carità come “risposta autentica per cambiare il mondo a partire da noi stessi “. Intensa anche la testimonianza di Salvatore Martinez, presidente nazionale del “Rinnovamento nello Spirito Santo”.
L’autore nelle ultime pagine del libro si domanda? “Ma io ho fede?” La risposta è “Boh!”. Non sono un “credente a tutti i costi”, uno di quelli che in televisione viene definito “un cristiano radicale” o bigotto”…/… Ma ho imparato che ogni giorno è buono per convertirsi” e che conoscere Gesu’, senza pesi sul cuore, è la via migliore per cambiare noi stessi e quindi cambiare il mondo”.
Il volume è un piccolo gioiello dai contenuti preziosi e autentici. Come nota don Giovanni Berti in apertura del libro (sua anche la vignetta ) è stato proprio Gesu’ il primo a fare interviste quando chiede ai suoi discepoli “Ma voi, chi dite che io sia?” Una domanda che deve risuonare sempre nei nostri cuori, per capire la gioia dell’amore più alto e provare a diventare “belli “agli occhi di DIo.
L’autore