Clima, Valentini (Università Tuscia): “Giovani consapevoli ma solo 3 su 10 si impegnano”

Roma, 16 mag. (Adnkronos) – “Sappiamo che il 50% dei giovani sono al corrente della crisi climatica e ambientale e sono quindi dei soggetti sensibili e preoccupati per il loro futuro. Al tempo stesso vediamo che soltanto 3 giovani su 10 si impegnano o vogliono impegnarsi, perché spesso ritengono che questo sia un problema molto più grande di loro. In realtà non è così perché ognuno può fare la sua parte e mettendo insieme tante piccole scelte quotidiane cambiamo il mondo. Purtroppo la nostra è una società vecchia, i giovani devono avere più opportunità e avere la possibilità di poter affrontare le nuove sfide con modi di pensiero diversi da quelli che hanno generato questi problemi”. Lo ha dichiarato Riccardo Valentini, professore Ordinario di Ecologia presso l’Università degli studi della Tuscia e coordinatore del progetto Su – Eatable Life, a margine della presentazione della campagna di sensibilizzazione di Fondazione Barilla per promuovere gesti quotidiani sostenibili per affrontare la crisi climatica. “La crisi climatica e in generale la crisi delle risorse del pianeta, nonostante oggi viviamo momenti difficili anche su altri fronti, rimane sempre lì a memoria di un futuro difficile – ha aggiunto Valentini – I dati ci mostrano che siamo già dentro un cambiamento climatico importante. I 50 gradi in India, come gli incendi in Siberia che in questo momento stanno distruggendo milioni di ettari di foresta, ci fanno tenere desta l’attenzione su un grande problema. Nel 2030 avremo un riscaldamento globale di quasi 2 gradi centigradi, un valore che pensavamo di raggiungere a fine secolo mentre lo raggiungeremo nei prossimi 7-8 anni. Questa è una urgenza che spinge tutti noi a fare azioni per ridurre l’emissione di gas serra”. “Non dimentichiamo che, per esempio, oltre all’energia e all’uso dei combustibili fossili, anche ciò che mangiamo ha un impatto importante sul pianeta. Il 37% delle emissioni di gas serra sono dovute proprio alle nostre scelte alimentari, ovvero al fatto che consumiamo troppo, che mangiamo prodotti che consumano troppe risorse e che emettono queste sostanze che producono un riscaldamento globale. Possiamo quindi partire da questo aspetto perché il cibo è un elemento della vita di tutti i giorni, del quotidiano, e forse è una scelta anche più semplice. Spesso basta fare delle azioni diverse che non comportano molti sacrifici, piccole azioni per dare un contributo positivo al pianeta e far bene soprattutto alla nostra salute. Le scelte alimentari positive per l’ambiente, sono anche positive per la nostra salute”, conclude.

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