Roma, 11 lug. (Adnkronos Salute) – La qualità dell’assistenza diabetologica italiana è tra le migliori a livello mondiale, ma ci sono dei margini di miglioramento, per questo è importante investire per garantire un trattamento uguale per tutti ovunque sul territorio nazionale. Su questi temi si confrontano oggi a Roma esponenti di istituzioni, società scientifiche ed esperti durante il 15esimo Italian Diabetes Barometer Forum, dal titolo ‘Diabete e Pnrr: prima le cure’, con particolare attenzione alla Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che ha stanziato 15,63 miliardi di euro per una riforma che definisca un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico. L’evento è organizzato da Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo Foundation) e Intergruppo parlamentare Obesità e diabete, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del programma ‘Driving Change in Diabetes’.In Europa il diabete colpisce 62 milioni di persone e nel 2021 ha causato oltre 1 milione di decessi: rappresenta la quarta causa di morte, sottolinea una nota. In Italia, a oggi, sono quasi 4 milioni le persone con diabete che è la causa iniziale o concausa di oltre 80mila morti ogni anno, cioè circa 9 decessi ogni ora. Si tratta di una pandemia silenziosa, con importanti costi sociali e umani, che è destinata a crescere. Basti pensare che dal 2000 a oggi i casi di diabete sono raddoppiati nel nostro Paese.”Stiamo assistendo a una crisi strutturale del nostro sistema sanitario nazionale legata alla tecnologia obsoleta delle strutture italiane, alle scarse risorse logistiche e agli aspetti organizzativi gestionali con evidenti problemi di accesso ai servizi ma soprattutto di continuità nelle cure per i cittadini”, spiega a margine dell’incontro Walter Ricciardi, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università Cattolica del Sacro cuore di Roma, consigliere del ministro della Salute per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali per la pandemia di Covid-19 e past president World Federation of Public Health Associations (Wfpha). “E’ necessario essere lucidi e capire che la crisi può essere superata solo con un lavoro di squadra attraverso la collaborazione tra scienza e istituzioni e garantire così risposte ai pazienti e alla società”, sottolinea.”La salute – osserva Ketty Vaccaro, vicepresidente Ibdo Foundation – è stata in prima pagina e al centro delle attenzioni del nostro Paese negli ultimi 2 anni, e mai come adesso, pur nella gestione della grande emergenza nazionale, sono emerse nettamente le disuguaglianze assistenziali, di presa in carico e di accesso alle cure delle singole Regioni”. Per Vaccaro, “si è capito che non è stato fatto abbastanza. Occorre investire molto di più e meglio per ridurre drasticamente le differenze, perché tutti i cittadini, soprattutto i malati cronici come chi ha il diabete, hanno diritto di ricevere cure e terapie omogenee sul territorio nazionale. E’ necessario ripensare alla rete specialistica italiana e definire un piano di gestione delle malattie croniche moderno ed efficace”.Come evidenzia il presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), Agostino Consoli, “il diabete è una malattia cronica e come tale necessita di sostegno continuo. E’ stato dimostrato che avere un’adeguata assistenza specialistica multiprofessionale può portare a una riduzione del 19% della mortalità per tutte le cause legate al diabete. Considerando che questa malattia causa in Italia ogni anno il 3% delle morti totali, è allarmante e preoccupante sapere che solo il 30% di chi ne è affetto riceve un’assistenza adeguata. Per questo motivo – aggiunge – la Società italiana di diabetologia e l’Associazione medici diabetologi (Amd) hanno proposto un nuovo modello di assistenza con azioni che rafforzino i presidi territoriali con team multifunzionali”.Graziano Di Cianni, presidente dell’Amd, ricorda che “l’assistenza diabetologica è il fiore all’occhiello del nostro sistema sanitario nazionale, ma è sempre possibile, e in seguito all’emergenza Covid-19 necessario, potenziarla migliorando il rapporto tra l’assistito e il territorio. Dobbiamo garantire una migliore collaborazione tra strutture diabetologiche e la medicina generale – aggiunge – e, allo stesso tempo, investire nella formazione nel personale e nello sviluppo di servizi di teleconsulti e teleassistenza per facilitare il continuo dialogo medico-paziente ed il confronto tra professionisti”.A livello politico, “l’attività di dialogo e confronto che l’Intergruppo parlamentare Obesità e diabete ha portato avanti durante l’intera XVIII Legislatura sarà di preziosa utilità in una fase, come quella dell’attuazione del Pnrr, in cui le istanze esaminate e condivise devono trovare giusta collocazione all’interno dei provvedimenti attuativi del Piano”, commenta la senatrice Daniela Sbrollini, presidente dell’Intergruppo.”Siamo convinti che si debba passare attraverso una più forte alleanza tra scienza e istituzioni e tutti i diversi livelli di governo per una efficace messa a terra delle risorse, nei tempi così stringenti che dovremo rispettare per la realizzazione del piano – afferma l’onorevole Roberto Pella, presidente dell’Intergruppo Obesità e diabete e vicepresidente vicario di Anci – Inoltre dovremo intervenire per assicurare che un nuovo approccio sia messa in campo, un approccio che veda al centro della politica pubblica il cittadino, il paziente e il suo domicilio, al fine di generare un autentico cambiamento nell’organizzazione delle strutture, nelle competenze e nelle professionalità che avranno l’obiettivo di prevenire e curare le persone con diabete”.”Novo Nordisk è da sempre impegnata nella cura e prevenzione del diabete, sostenendo in prima linea le esigenze delle persone e dei loro medici specialisti”, dichiara Drago Vuina, General Manager e Corporate Vice President Novo Nordisk Italy. “L’emergenza sanitaria è stata una dura prova a cui abbiamo preso parte a fianco dei sistemi sanitari e con il nostro sostegno, attivo da 15 anni, verso la Ibdo Foundation e l’Ibdo Forum annuale, vogliamo contribuire a favorire il confronto tra tutte le parti interessate affinché i milioni di persone che vivono con il diabete – conclude – possano godere della migliore assistenza possibile”.