Super computer e Ai, per esperto “tra 3-5 anni primi strumenti per vera diagnosi”

Roma, 10 mar. (Adnkronos Salute) – La rivoluzione tecnologica nel campo dell’intelligenza artificiale e del ‘machine learning’ trova terreno fertile nella telemedicina, lo strumento che da due decenni cerca di disegnare il futuro dell’assistenza clinica a domicilio. “Dobbiamo fare chiarezza, dietro l’Ai si nascondono cose diverse: uno è l’uso banale di piccolo algoritmi che funzionato, e li usiamo, e sono i sistemi che valutano il rischio per il paziente con le risposte a delle domande; il ‘machine learning’ o ‘deep learning’ che aspira ad essere un atto medico andando a identificare la diagnosi, la prognosi e il processo di riabilitazione, ha un coefficiente di errore ancora alto e non ha un supporto sperimentale sufficiente. Quindi oggi queste applicazioni non ci possono togliere le castagne dal fuoco, e chi invece lo afferma dice una sciocchezza. Forse tra 3-5 anni cominceremo ad avere degli applicativi in grado di fare attività diagnostica e terapeutica”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Antonio Gaddi, presidente della Sit, la Società italiana Telemedicina, che apre oggi a Bologna il congresso della Sit. “Come Sit abbiamo sottoscritto un accordo quadro con Cineca, Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e Iss – ricorda – Cineca e Infn hanno la potenza di calcolo e sistemisti, tra i pochi che possono fare davvero il machine learning, e l’Iss ha in mano il regolatorio, questo è un settore dove non ci possiamo permettere un coefficiente di errore, parliamo della salute delle persone”.

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