Roma, 13 apr. (Adnkronos Salute) – Formale diffida al presidente del Consiglio dei ministri, al presidente della Conferenza Stato-Regioni e a tutti i presidenti di Regione e delle Province autonome, “affinché sia convocata al massimo entro sette giorni la Conferenza Stato-Regioni con all’ordine del giorno la discussione del Decreto tariffe e sia raggiunta immediatamente l’intesa”. L’ha inviata oggi Cittadinanzattiva insieme a Famiglie Sma, Aisf (Associazione italiana sindrome fibromialgica), Uildm, L’Altra Cicogna onlus, Hera onlus, associazioni che rappresentano alcune categorie di pazienti maggiormente danneggiate dal mancato aggiornamento dei Lea.Dal mancato raggiungimento dell’intesa – spiega Cittadinanzattiva in una nota – dipende infatti la mancata entrata in vigore dei Lea del 2017 e del loro successivo, e già previsto, aggiornamento: si tratta di una situazione “in palese contrasto con la tutela della salute, quale diritto individuale e interesse della collettività – recita la diffida – e manifesta il venir meno all’obbligo di tutela della salute da parte della Stato-Regioni e dunque del Servizio sanitario nazionale, nonché finanche il non rispetto della dignità e della qualità della vita delle persone”.Comincia proprio dai Livelli essenziali di assistenza, “con un atto ormai necessario e non più prorogabile dopo tante richieste delle associazioni dei pazienti e dei cittadini rimaste senza risposta”, la mobilitazione permanente di Cittadinanzattiva a “difesa del Ssn, della salute dei cittadini e della esigibilità dei diritti in una stagione che, a tutti gli effetti, ha il carattere dello stato di emergenza sanitaria”. Solo con l’approvazione del Decreto tariffe e l’aggiornamento dei Lea, sottolineano le associazioni nell’atto di diffida, si potrà “determinare l’esigibilità su tutto il territorio nazionale delle prestazioni di nuova introduzione, tra cui un rilevante numero erogato a livello ambulatoriale, e il superamento delle disomogeneità assistenziali tra i cittadini; ridurre la mobilità sanitaria, ma anche gli stessi costi sanitari poiché il Decreto trasferisce un alcune prestazioni dal settore ospedaliero a quello di specialistica ambulatoriale; procedere all’effettivo monitoraggio delle prestazioni ambulatoriali Lea nonché delle prestazioni ospedaliere, consentendo quindi la verifica della soddisfazione dei bisogni sanitari, di accessibilità dei servizi, di tempi di attesa e di appropriatezza delle prestazioni; prevedere l’aggiornamento delle prestazioni incluse anche alla luce delle nuove evidenze scientifiche”. Infine, “ma non da ultimo – chiosa Cittadinanzattiva – la mancata approvazione del Decreto tariffe, oltre a impedire l’entrata in vigore dei Lea del 2017 e di quelli ulteriormente aggiornabili, rischia di pesare nella definizione al ribasso dei Livelli essenziali di prestazione (Lep) previsti dal nuovo Disegno di legge sul ‘regionalismo asimmetrico’. Se i Lep, che rappresentano almeno sulla carta l’unico contrappeso agli ulteriori squilibri regionali cui potrebbe portare l’autonomia differenziata, fossero definiti a partire da Lea vecchi di 20 anni, si determinerebbe la definitiva dissoluzione del Servizio sanitario nazionale e l’impossibilità conclamata di garantire uguali prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale”.