Falcone (Simit), ‘in futuro micro ondate pandemiche per pazienti fragili’ ‘Non è più il virus di 1 o 2 anni fa, focalizzare l’attenzione su anziani e immunodepressi’

Roma, 18 mag. (Adnkronos Salute) – “Il futuro di Covid-19 quale sarà? Una serie di micro ondate epidemiche. Non avremo più grandi ondate, ma delle mini onde in cui avremo localmente, e con scarsa capacità di previsione, una diffusione del virus che andrà a colpire in maniera abbastanza robusta soprattutto i pazienti fragili e immunodepressi. Su questi ultimi l’attenzione dei medici e della comunità scientifica si dovrà andare a focalizzare”. Lo ha dichiarato Marco Falcone, dell’Università di Pisa e segretario della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit), a margine dell’evento ‘Dalla pandemia al new normal, tra Covid e long Covid’, organizzato da Hc Training a Roma presso il Palazzo dell’Informazione di Adnkronos. “Siamo partiti con la pandemia da Covid-19 diffusa in tutto il mondo – ricorda Falcone – che ha causato milioni di morti. Grazie all’immunità vaccinale e al fatto che la popolazione ha sviluppato un’immunità di fondo, oggi il Covid-19 non è più la malattia di 1 o 2 anni fa. E’ una malattia che causa infezioni generalmente moderate e lievi, ma che può avere un impatto importante in alcune categorie di malati: i pazienti più fragili come anziani, immunodepressi e pazienti che sono sottoposti a terapie immunosoppressive per varie patologie”. “Oggi – osserva l’esperto – abbiamo una categoria di pazienti immunodepressi molto ampia e in questi pazienti l’infezione da Sars-CoV2 è ancora molto grave. Da un lato può causare il ricovero in ospedale e la polmonite, dall’altro rallenta l’accesso alle cure. Il paziente positivo, infatti, deve rimandare la terapia, il trapianto di midollo o il trapianto d’organo. Questo è qualcosa che non ci possiamo permettere e per questo è fondamentale la sorveglianza sul virus”. “Il virus Omicron – evidenzia Falcone – ha segnato il cambiamento definitivo dell’infezione, legata a una minore patogenicità e alla diffusione di varianti molto diffusive, ma anche molto immunoevasive, cioè che tendono a non essere intercettate dagli anticorpi che abbiamo prodotto col vaccino o con le precedenti infezioni”. “Guardando al futuro, il segretario Simit sottolinea che “dovremo essere capaci di inseguire il virus, sequenziarlo e capirne le modificazioni, perché si tratta di un virus plastico che cambia da una settimana all’altra. Adesso abbiamo dei sottolignaggi di Omicron che sono chiamati con vari nomi esotici, come Kraken o Centaurus – cita Falcone – che hanno una trasmissibilità 7-8 volte superiore a quella del virus originario di Wuhan. Il virus evolve, la nostra capacità deve essere quella di seguire l’evoluzione del virus e capire come impatta sulle fasce di popolazione più a rischio”. “In alcune fasce di popolazione la sorveglianza deve essere massima – precisa l’esperto – e quindi la prevenzione con i vaccini o il trattamento precoce con i nuovi farmaci antivirali dovrà essere una mission per ridurre al minimo l’impatto di un’infezione che speriamo diventi un’infezione con la quale convivere e non un’infezione che ci riserva ancora brutte sorprese. E’ difficilissimo prevedere, quindi bisogna monitorare costantemente il fenomeno”.

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