Sparano (Fimmg), ‘pronto soccorso pieni? Si investa su medici famiglia’ ‘In Campania molti non hanno più il loro dottore mentre è scarsa l’adesione al bando per 225 nuove borse di formazione’

Roma, 10 ago. (Adnkronos Salute) – “Pronto soccorso pieni? Si investa sui medici di famiglia. Nelle attuali condizioni i giovani rinunciano a questa professione”. Così il segretario provinciale di Napoli della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Luigi Sparano, preoccupato anche dalla scarsissima adesione che sta registrando il bando per 225 nuove borse di formazione alla medicina generale. “In molti territori della Campania i cittadini non hanno più il medico di famiglia, in molti altri lo perderanno presto. Questo significherà dover sostenere un ulteriore aggravio a carico dei pronto soccorso e andare sempre più velocemente verso la privatizzazione del sistema sanitario”.”In questi giorni continuiamo a leggere di pronto soccorso, Cardarelli in primis, pieni di gente – prosegue Sparano – questa è una condizione destinata ad aggravarsi se non si mette seriamente mano ad una corretta comunicazione sull’importanza delle cure primarie”. Il segretario provinciale di Fimmg denuncia l’esistenza di un corto circuito nell’offerta di formazione dei giovani medici e la mancanza di un governo da parte della politica nazionale del Sistema sanitario pubblico.”Per anni si è spinto su un sistema che favorisse la specializzazione, trascurando l’importanza delle cure primarie. La Campania è una regione che conta 550 Comuni, dei quali, oltre 340 hanno meno di 5.000 abitanti. Sono Comuni nei quali la carenza dei medici di medicina generale porterà a conseguenze disastrose e presto questo schema si replicherà anche nelle grandi città”. Di qui il duplice invito: alla politica affinché il sistema sia governato alle radici e ai giovani medici, affinché scelgano di portare avanti la formazione in medicina generale nonostante le difficoltà. “Un sistema sbilanciato con un sovraccarico di medici specialisti non può funzionare – conclude Sparano – gli specialisti sono importanti, ma sono consulenti che non possono sostituire le cure primarie”.

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