Ogni euro investito in Ssn ne genera il doppio, rapporto Fnomceo-Censis A dimostrarlo è il Rapporto Fnomceo-Censis “Il valore economico e sociale del Servizio sanitario nazionale”

Roma, 24 ott. (Adnkronos Salute) – Puntare sul Servizio sanitario nazionale conviene: non solo perché fa bene alla salute dei cittadini, ma anche perché ‘rende’ all’azienda Italia. Ogni euro di risorse pubbliche investito in sanità ne genera, infatti, quasi 2 di produzione in valore. A dimostrarlo è il Rapporto Fnomceo-Censis ‘Il valore economico e sociale del Servizio sanitario nazionale – Una piattaforma fondamentale per il Paese’, che ha studiato gli impatti economici e occupazionali – diretti, indiretti e indotti – della spesa sanitaria pubblica. Il report è stato presentato oggi a Roma, al convegno voluto dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) per celebrare “i 45 anni del Servizio sanitario nazionale, un’eccellenza italiana”. Ma il Ssn è molto più che un erogatore di servizi e prestazioni sanitarie, comunque indispensabili al benessere e alla qualità della vita degli italiani. “E’ un attore primario – sottolinea il presidente Fnomceo, Filippo Anelli – dello sviluppo italiano: le risorse pubbliche destinate alla sanità vanno considerate come investimento e non come spesa, proprio perché hanno un impatto altamente positivo sul piano economico, occupazionale, della innovazione e ricerca e sulla coesione sociale”.Il rapporto mette dunque in evidenza quanto il nostro Ssn sia ‘un boost per l’economia’: partendo da un valore della spesa sanitaria pubblica pari a 131,3 miliardi di euro (dato del 2022, 131,1 miliardi di euro – pari al 6,7% del Pil – più una quota aggiuntiva che include la ricerca e sviluppo), il valore della produzione interna diretta, indiretta e dell’indotto ad essa ascrivibile è stimata pari a 242 miliardi di euro. Il moltiplicatore della transizione dalla spesa al valore della produzione è pari a 1,84: per ogni euro di spesa sanitaria pubblica investito nel Servizio sanitario viene generato un valore della produzione non distante dal doppio. “La domanda di beni e servizi attivata dalla spesa sanitaria pubblica – spiega Anelli – si irradia nel resto dell’economia, ampliando il valore della produzione delle imprese, con benefici significativi sull’occupazione, sul valore aggiunto e sul Pil nazionale”. Il valore aggiunto complessivo creato è pari a 127 miliardi di euro: il 7,3% del valore aggiunto totale e il 6,5% del Pil. E i settori che direttamente e indirettamente beneficiano della spinta della spesa sanitaria pubblica sono le attività dei servizi sanitari, per un valore della produzione pari a 126 miliardi di euro con quasi 1,3 milioni di occupati, il settore dell’assistenza sociale con 8,6 miliardi di valore di produzione e un’occupazione di 180mila persone, il commercio al dettaglio e all’ingrosso con quasi 9 miliardi di valore di produzione e oltre 95mila occupati. E poi settori professionali e di servizi qualificati di tipo amministrativo, legale, contabile, di consulenza gestionale con un valore della produzione di oltre 3 miliardi di euro per oltre 30mila addetti, e quello relativo a servizi di vigilanza e di facility management con 3 miliardi di euro di valore della produzione e quasi 43mila occupati. La generatività della spesa sanitaria pubblica si completa considerando che il totale delle imposte dirette e indirette e dei contributi sociali ascrivibili al circuito attivato dalla spesa sanitaria pubblica citata è pari ad oltre 50 miliardi di euro. Si tratta di oltre 28 miliardi di imposte dirette e indirette e quasi 22 miliardi di contributi sociali relativi ai lavoratori dipendenti coinvolti.”Il rapporto del Censis – conclude Anelli – disegna un affresco originale del servizio sanitario come pilastro dello sviluppo dell’economia e della società italiana, poiché è un ambito in cui le risorse pubbliche operano come investimenti ad alto impatto su economia, occupazione, ricerca e coesione sociale”. Il presidente Fnomceo ritiene dunque fondamentale che la sanità debba diventare “una priorità dell’agenda del Paese con finalmente la piena disponibilità delle risorse di cui necessita. Oggi questa è la sfida decisiva, anche perché più risorse pubbliche al servizio sanitario significa più risorse per il sistema economico e sociale italiano ampiamente inteso”.

Related posts

Turismo, in Alabama viaggio sul cammino dei diritti civili nell’anno di un doppio giubileo Nel 2025 due importanti anniversari ricordano la lotta degli anni ’50-’60 contro la segregazione degli afro-americani che si può ripercorrere da Montgomery a Birmingham passando per Atlanta

Tumore alla prostata, dall’Asco novità nelle terapie dei casi più gravi Presentati a Chicago i risultati di studi su miglioramento qualità di vita grazie a darolutamide e alla combinazioni terapeutica a base di radio-223 dicloruro in pazienti con metastasi alle ossa

Tumori, Aurigemma (Regione Lazio): “Sensibilizzare tutti gli attori del percorso terapeutico”