Anticorpo farmaco-coniugato riduce del 25% la progressione del cancro al polmone Studio all’Esmo, ‘il miglioramento del 37% nei pazienti con tumori Nsclc non squamosi’ 

Roma, 24 ott. (Adnkronos Salute) – Nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nsclc) localmente avanzato o metastatico trattato con almeno una linea precedente di terapia, il trattamento con datopotamab deruxtecan (Dato-Dxd) ha migliorato in modo statisticamente significativo la sopravvivenza libera da progressione (Pfs) rispetto a docetaxel, l’attuale standard terapeutico. In particolare, ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte del 25% nella popolazione complessiva e del 37% nei pazienti con tumore non squamoso. Sono i risultati positivi dello studio registrativo di fase 3 Tropion-Lung01 presentati durante la terza sessione presidenziale del congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) che si conclude oggi a Madrid.Datopotamab deruxtecan – spiega una nota – è un anticorpo farmaco-coniugato specificamente ingegnerizzato per essere diretto contro il recettore Trop2 e veicolare selettivamente un potente chemioterapico (Dxd). Datopotamab deruxecan è sviluppato e commercializzato congiuntamente da Daiichi Sankyo e AstraZeneca. “Gli anticorpi farmaco-coniugati, come datopotamab deruxtecan – afferma Filippo de Marinis, direttore della divisione di Oncologia toracica dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano – hanno il potenziale di trasformare gli attuali trattamenti del carcinoma polmonare avanzato. Per i pazienti con carcinoma polmonare Nsclc in stadio avanzato – aggiunge –  l’attuale standard terapeutico di seconda linea, il docetaxel, è associato a un beneficio limitato e a una tossicità sostanziale. Il miglioramento della sopravvivenza libera da progressione osservato con Dato- Dxd, in particolare nei pazienti con tumori non squamosi, e la migliore tollerabilità di questo anticorpo farmaco-coniugato rispetto al docetaxel rappresentano un significativo progresso per i pazienti con tumore al polmone, che resta ancora un big killer”.Nel dettaglio, Dato-Dxd ha ridotto il rischio di progressione (Pfs) della malattia o di morte del 25% rispetto a docetaxel. La sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 4,4 mesi nei pazienti trattati rispetto ai 3,7 mesi del braccio docetaxel. I risultati hanno anche mostrato un tasso di risposta obiettiva del 26,4% nei pazienti trattati rispetto al 12,8% nei pazienti trattati con docetaxel. La durata mediana della risposta è stata di 7,1 mesi  rispetto a 5,6 mesi nel braccio docetaxel. Nei pazienti con Nsclc non squamoso, datopotamab deruxtecan ha dimostrato un beneficio clinicamente significativo, riducendo il rischio di progressione della malattia o di morte del 37%  e Pfs mediana è di 5,6 mesi nei pazienti trattati rispetto ai 3,7 mesi del braccio docetaxel. Per il doppio endpoint primario della sopravvivenza complessiva, i risultati ad interim sono numericamente a favore di datopotamab deruxtecan rispetto al docetaxel nella popolazione globale  e nei pazienti con tumori non squamosi, tuttavia i risultati non hanno raggiunto la significatività statistica al momento del cut-off dei dati. Lo studio è attualmente in corso e il parametro sarà valutata nell’analisi finale.“I carcinomi polmonari non a piccole cellule – ricorda Silvia Novello, ordinario di Oncologia medica all’Università degli Studi di Torino e responsabile Oncologia polmonare all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano – rappresentano circa l’85% di tutti i casi di tumore del polmone. La sovraespressione di Trop2 è stata associata all’aumento dell’aggressività del cancro e alla riduzione della sopravvivenza, per questo servono terapie sempre più efficaci. I risultati dello studio Tropion-Lung01 supportano il potenziale di datopotamab deruxtecan nei pazienti con tumore Nsclc già trattati con immunoterapia o targeted therapies e chemioterapia standard. Insieme al dato di efficacia, va poi considerata anche la buona tollerabilità di questo nuovo approccio di cura, elemento ovviamente importantissimo nei pazienti con malattia avanzata”.Nello studio Tropion-Lung01, non sono stati identificati nuovi segnali legati alla sicurezza di datopotamab deruxtecan. “Questi risultati presentati a Esmo – osserva Ken Takeshita, Md, capo globale del dipartimento di Ricerca & Sviluppo di Daiichi Sankyo – forniscono un potenziale cambiamento della pratica clinica della nostra tecnologia DXd su diversi bersagli e tipi di tumore che si possono trattare con gli anticorpi farmaco-coniugati. I benefici che abbiamo osservato nei pazienti con tumori non squamosi sono notevoli e, insieme ai dati dello studio Tropion-Lung05, forniscono una promettente evidenza che datopotamab deruxtecan può svolgere un ruolo importante nel trattamento dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule che attualmente hanno limitate opzioni efficaci dopo il trattamento iniziale.”A tale proposito, Susan Galbraith, MbbChir, Phd, vice presidente esecutivo Ricerca e sviluppo in oncologia di AstraZeneca evidenzia che Dato-Dxt può rivestire “un ruolo centrale per il futuro che immaginiamo, in cui gli anticorpi farmaco-coniugati migliorano e infine sostituiscono gli standard di cura consolidati, come la chemioterapia, in diversi tipi di cancro. I risultati di Tropion-Lung01 dimostrano per la prima volta – ribadisce – che un anticorpo farmaco-coniugato è in grado di ritardare la progressione della malattia o la morte più a lungo rispetto alla chemioterapia convenzionale nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato. Questo risultato è particolarmente degno di nota se si considera che datopotamab deruxtecan è stato anche associato a un minor numero di eventi avversi gravi correlati al trattamento rispetto alla chemioterapia”.

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