Vaccini, Pedrini (Fimmg Lombardia): “Medico famiglia conosce necessità vaccinale pazienti” ‘Noi li indirizziamo verso percorso di cura più idoneo’

Roma, 17 mag. (Adnkronos Salute) – “Dal punto di vista della prevenzione vaccinale, il medico di famiglia ha il vantaggio del rapporto di fiducia con il proprio paziente: conosce la persona e la sua storia clinica, anamnestica e familiare. Seguendo il paziente nel tempo, infatti, il medico di medicina generale è in grado di capire e decidere se c’è la necessità di una certa copertura vaccinale piuttosto che di un’altra. Il medico di famiglia si occupa di tutta la parte del counseling, consigliando e facendo capire al paziente l’importanza di tale vaccinazione e indirizzandolo nel luogo e nel percorso di cura più idoneo”. Lo ha detto Paola Pedrini, medico di medicina generale e segretario generale Fimmg Lombardia, in occasione del convegno “Mantenersi in salute grazie alla prevenzione vaccinale dell’adulto: l’esempio del vaccino contro l’Herpes Zoster”, prima tappa della campagna promossa da Fondazione Longevitas, per migliorare la qualità della vita delle persone, ottimizzare e ridurre, attraverso lo sviluppo di una sana longevità, la spesa sanitaria, consentendo importanti risparmi da reinvestire in salute. L’iniziativa, svoltasi nella Sala Gonfalone di Palazzo Pirelli a Milano, è stata realizzata con il patrocinio di Regione Lombardia e dell’Istituto superiore di Sanità e con il sostegno di Gsk.Le nuove linee guide del vaccino contro l’Herpes zoster prevedono che possa essere somministrato dal medico di medicina generale: “Avere a disposizione il vaccino per l’Herpes zoster in ambulatorio – sottolinea Pedrini – facilita molto sia noi medici che il paziente, in quanto essendo il paziente già nella struttura la somministrazione può essere diretta. Potremmo anche organizzare delle campagne vaccinali per specifiche categorie e classi di età, in modo da richiamare i pazienti all’attenzione e all’importanza di questa vaccinazione. Il nostro target più importante sono gli anziani fragili e i pazienti cronici, più soggetti alle complicanze di queste malattie. Per loro, la prevenzione è ancora più importante”, conclude.

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