Salute, dermatologo Paro Vidolin: “Social utile per informazione a giovani e anziani”

Roma, 13 giu. (Adnkronos Salute) – “L’utilizzo dei canali social per la divulgazione medica e scientifica è sicuramente utile per i pazienti più giovani, che sono poi quelli che fruiscono maggiormente” di questi sistemi, ma è “improntate” anche “per le persone più anziane che” sempre più digitali, in questo modo, “non rimangono indietro”, ma restano aggiornate e informate in temi di salute. Del resto il canale social “può essere molto utile per” fornire consigli “di prevenzione” delle malattie e “per far conoscere in maniera immediata patologie che magari sono sconosciute”. Così Andrea Paro Vidolin, responsabile Centro Fotodermatologia dell’ospedale Israelitico di Roma, all’Adnkronos, commenta il ruolo del medico, in particolare del dermatologo, sui social, anche come influencer. ()“Sicuramente negli ultimi anni il rapporto tra medico e paziente è molto cambiato” perché “non si sviluppa più solamente in ambulatorio, ma anche su web, nei canali social – continua Vidolin – Ritengo che questo sia sicuramente una cosa molto importante per quanto riguarda la divulgazione” di temi legati alla salute a una più vasta popolazione. Con i social, anche in base alla “mia esperienza – osserva il dermatologo – sicuramente si riesce a raggiungere i pazienti in maniera molto più veloce e ad eliminare anche quella barriera che a volte, in ambulatorio, c’è tra il medico e il paziente. Naturalmente tutte queste” interazioni “devono essere fatte in maniera molto professionale, basate su pubblicazioni scientifiche e su articoli scientifici”, cosa poco utilizzata nei social. Il medico specialista, su Instagram, Facebook o TikTok si trova però più vincolato, anche se più titolato, di altri influencer, nel dare consigli in questioni di salute. “Probabilmente le regole dell’informazione medica vanno assolutamente cambiate – afferma Vidolin – Noi dobbiamo rispettare, questo è giusto, un codice deontologico in ambulatorio, ma sui canali social, a volte, ci troviamo un pochino limitati. Probabilmente un codice deontologico più moderno e a passo con i tempi sarebbe sicuramente necessario per rinnovare questo rapporto con i pazienti”. A volte “la risposta che dobbiamo dare sui social è quella di rivolgersi al proprio farmacista o al proprio medico di fiducia, ma” come specialisti, “forse, poter dare qualche indicazione su qualche terapia, magari su qualche dermocosmetico o su qualche farmaco più semplice, potrebbe essere utile – conclude – per aiutare i nostri pazienti”.

Related posts

Sanità, Conto annuale: infermieri crescono meno nel pubblico attratti da privato Secondo la Ragioneria dello Stato nel 2023 è aumentato il numero di occupati nel Ssn che però perde in un anno quasi 13mila infermieri

Tumori, oncologa Caputo: “Terapia adiuvante nel cancro al seno localizzato va condivisa” ‘La paziente parte di un percorso che è diverso per ciascuna anche in gestione effetti avversi’

Sanità, Schillaci nomina Gianfranco Nicoletti presidente sezione ricerca Comitato tecnico Il rettore dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, ‘assumo incarico con spirito di servizio e collaborazione’