Cosa lega l’artista al filosofo? Qual’è l’intreccio tra epistemologia e musica? In una affascinante lectio Pierfranco Bruni ripercorre il pensiero di Sgalambro riflesso nelle note di Franco Battiato, un intreccio tra cultura mediterranea, tra oriente e Occidente che come due poli si attraggono, tra danza e pensiero in un Samsara fatto di visioni e magia, verità e sogno.
Il legame tra personaggio Sgalambro e la figura di Franco Battiato ha come punto di contatto un processo semantico ma c’è dentro un aspetto fenomenologico .Prendiamo sempre come un esempio di base il testo “Lacura”, un testo splendido ,unico, originale una visione di intreccio all’interno del testo abbastanza complessa, con elementi non soltanto linguistico-formali ma anche musicali. E’ presente una visione di vita che ha una simbologia nell’attraversamento, ovvero in quello che si usa chiamare “Samsara”, attraversare giungere al varco, avere gli orizzonti, sgombrare i confini e pensare che oltre il limite c’è altro.
Sono estremi di una visione di un rapporto tra vita e comunicazione attraverso la scrittura, attraverso la musica. E’ naturale che tra l’uno e l’altro ci sia la dimensione tragica della musica.
In Sgalambro questa profondità tragica è dettata in modo particolare dalla figura di Wagner attraverso una dimensione Nietzchiana : Nietzche è fortemente presente in Sgalambro, come lo sono le metafore delle macerie e le rovine: elementi che trovano il punto fondante nel filosofo e scrittore Choran.
In Battiato c’è un percorso di processi in cui la cultura popolare diventa una cultura metafisica vera e propria e questi due mondi s’incontrano laicamente in una dimensione in cui il senso della ontologia diventa anche epistema.
Epistemologia perché sostengo che questa visione è una visione filosofica. Sia in Sgalambro che in Battiato la dimensione
filosofica è inquadrata attraverso i due elementi principali: la metafisica e La fenomenologia. In Sgalambro la figura di kant supera di gran lunga quella di Hegel mentre in Battiato la figura di Herman Hesse oltre agli studiosi e ai Poeti persiani diventa il centro fondamentale. Siddharta di Hesse è sostanzialmente Zarathustra In un certo qual modo per Sgalambro mettere insieme Siddharta e Zarathustra significa arrivare ad un personaggio simbolo che è Anatol: il personaggio di Anatol diventa cruciale all’interno di un percorso e un principio fenomenologico che si affida alla metafisica.
In Battiato c’è il mondo persiano, profondamente Mediterraneo che trova il suo epicentro In interpretazioni oniriche asistematiche esistenziali: Rumi e Cama. Siamo quindi intorno a quella cultura persiana dei Dervisci danzanti nel mondo degli orienti .In Sgalambro il mondo degli orienti arriva attraverso la visione dell’oriente di Schopenhauer. Questi incontri segnano una tappa straordinaria, in una comparazione che diventa empatia vera e propria tra il suono quindi la musica e la parola che esprime dentro il suo stesso linguaggio.
Entrambi i percorsi hanno una cosiddetta “fortezza delle forme”. La forma è in sé il contenuto, è l’espressione e ciò che poi lascia; dentro tutto questo emerge il concetto di tradizione, che in Battiato e in Sgalambro è fermo al concetto di tempo e di memoria, tuttavia sul piano linguistico diventa innovazione perché Battiato innova dal punto di vista linguistico musicale, Sgalambro innova dal punto di vista sistematico o asistematico in termini filosofici.
Ci troviamo di fronte a un nuovo viaggio rispetto alla tradizione della musica e della canzone, rispetto alla tipologia della filosofia che avevamo avuto fino al tardo novecento, di Schopenhauer e Nietzsche, punti di riferimento di Sgalambro.
Tutta la canzone e quindi il canto, la ballata medievale che è quella orientale intrecciata nel mondo occidentale vivono nella musica di Battiato.
Forse il punto di incontro potrebbe essere la figura di Gorgia per Sgalambro: Gorgia letto da Platone o meglio Gorgia testimoniato dalle esperienze sicule greche. In Battiato è presente questa forza Gorgiana .Accanto al cosiddetto nodo Gordiano quindi, la teoria della canzone praticata da Sgalambro o il Trattato della canzone diventa il misticismo dell’essere
in Battiato. Due figure complesse che ci raccontano un pezzo di quella ricerca che è l’incontro tra Oriente e Occidente.
Guarda la lectio di Pierfranco Bruni
Pierfranco Bruni è nato in Calabria e vive tra Roma e la Puglia. Scrittore, poeta, italianista e critico letterario, già direttore archeologo presso il Ministero della Cultura. Esperto di Letteratura dei Mediterranei, vive la letteratura come modello di antropologia religiosa. Ha pubblicato diversi testi sulla cristianità in letteratura. Il suo stile analitico gli permette di fornire visioni sempre inedite su tematiche letterarie, filosofiche e metafisiche. Si è dedicato al legame tra letteratura e favola, letteratura e mondo sciamanico, linguaggi e alchimia. Ha pubblicato oltre 120 libri, tra poesia saggistica e narrativa. È presidente del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”. Ricopre incarichi istituzionali inerenti la promozione della cultura e della letteratura. Quest’anno con decreto del Ministero della Cultura Mic , è stato nominato Presidente della Commissione per il conferimento del titolo di “Capitale italiana del Libro 2024“. Recente è inoltre l’incarico assegnato sempre dal Mic di Componente dellaGiunta del Comitato nazionale per il centenario della morte di Eleonora Duse (21 aprile 1914 – 21 aprile 2024) direttore scientifico nazionale del Progetto Undulna Duse 100 e del Progetto nazionale Manlio Sgalambro a 100 anni dalla nascita. Entrambi indetti dal Ministero della Cultura (MiC)
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