Fisco, Confassociazioni-Int: “Su proroga termini concordato preventivo ascoltare tributaristi” Appello del presidente Angelo Deiana e del presidente dell’Osservatorio nazionale sulla fiscalità di Confassociazioni Riccardo Alemanno

Roma, 25 ott. (Adnkronos/Labitalia) – Il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana, e il presidente dell’Osservatorio nazionale sulla fiscalità di Confassociazioni, Riccardo Alemanno, rivolgono un appello al Governo affinché ascolti le richieste delle associazioni dei tributaristi Confiti, Int e Uniti, aderenti alla Confederazione, circa la richiesta di proroga per l’adesione al concordato preventivo biennale anche in virtù della possibilità di aderire al ravvedimento speciale che a tutt’oggi è ancora oggetto di modifiche normative. Le associazioni dei tributaristi nei giorni scorsi hanno richiesto la proroga al 30 novembre per le recenti modifiche normative e i conseguenti tempi troppo stretti per fare valutazioni oggettive e soggettive circa il concordato per gli anni 2024 e 2025, nonché l’adesione alla sanatoria per gli anni che vanno dal 2018 al 2022. Con questa premessa gli esponenti di Confassociazioni chiedono, almeno, un rinvio di almeno due settimane al 15 novembre, ciò non dovrebbe incidere sulla raccolta dei dati necessari per l’obbiettivo di riduzione della pressione fiscale”.Alemanno, che in qualità di presidente dell’Istituto nazionale tributaristi (Int) sulla problematica con una nota al vice ministro del Mef, Maurizio Leo, e al direttore dell’Ade Ernesto Maria Ruffini aveva motivato la richiesta di proroga ha sottolineato, a pochi giorni dalla scadenza, “il diniego delle istituzioni sul rinvio dei termini di scadenza per l’adesione al concordato preventivo biennale è preoccupante, non solo perché tale scelta deve essere ponderata e il contribuente deve poterla fare senza assilli e pressioni, ma anche perché rischia di trasformarsi in un boomerang e di non far raggiungere gli obiettivi prefissati”.“Il Governo – ha spiegato il presidente Deiana – dovrebbe accogliere le richieste delle associazioni dei tributaristi e delle varie rappresentanze anche delle altre categorie poiché la figura dell’intermediario fiscale abilitato è centrale per un corretto rapporto tra il fisco e contribuente. Se non si permette a questi professionisti di svolgere nei giusti tempi la propria attività si rischia non solo di non raggiungere gli obiettivi prefissati con il nuovo istituto concordatario, ma di fornire un segnale fortemente negativo. Sarebbe importante, invece, perseguire la via della collaborazione tra Amministrazione finanziaria e intermediari fiscali, ovviamente nel rispetto dei reciproci ruoli. Evidenzio, pertanto, quanto la figura dell’intermediario fiscale contribuisca in modo fattivo all’attuazione e all’applicazione delle norme e dei nuovi istituti e, a conferma di ciò, ricordo che senza l’impegno degli intermediari fiscali non ci sarebbe stato il successo della rivoluzione digitale più importante in ambito fiscale, ovvero l’introduzione della fatturazione elettronica B2B e B2C”.

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