Se ci fosse un desiderio di destino si svelerebbe l’alchimia dei nostri incontri improvvisi. Si perde in amore quando il silenzio ha l’ombra della fine.
In partenze di oblio il gioco degli incontri è triste.
Anche con l’alba tra le mani rinuncio alle attese e resto con le parole mai dette e sempre pensate.
Pierfranco Bruni
Le confessioni di uno scrittore, tra poesia e prosa. Un viaggio nelle pieghe dell’anima, nello struggimento della passione e dell’eros, nella nostalgia degli affetti perduti.
Donna che guardi il mare di Pierfranco Bruni (Pellegrini editore) è un
Al centro, la donna che guarda il mare dalla finestra. Figura sospesa e intensamente evocativa, è la personificazione della seduzione, dell’attesa, della passione che resiste al tempo. È presenza che non si lascia definire: sfugge, affascina, ritorna. I suoi occhi sono quelli di chi ha attraversato la vita con il coraggio del desiderio, con il fuoco del non detto. Il suo nome è Nadine, Fabienne, è Eleonora, Maria, Cristiana, è tutte le donne che il poeta ha incontrato e quelle che non ha mai incrociato e che lo attendono scrutando la linea blu dell’orizzonte del Mediterraneo, tra mare e cielo, oltre la linea del tempo, forse chissà… in un’altra vita ancora da consumare.
In questo tessuto intimo e struggente, si innesta la riflessione amorosa. La passione che attraversa il tempo, che si fa corpo, sguardo, pelle, senza mai svanire del tutto.
Scrive Bruni:
“Gli amanti che durano nel tempo come amanti
hanno la bellezza tra le pieghe del corpo e negli occhi.
Si rendono conto che nulla è stato vano.
Quella passione dentro la seduzione è amore.”
Qui la seduzione è memoria viva, è ciò che resta quando tutto sembra sfaldarsi. È mistero che avvolge, travolge, intreccia. È ricominciare, anche nella fatica, anche nel dolore:
“Le linee di un cerchio caratterizzano la storia.
Si ricomincia sempre. Il ricominciare è fatica
ma anche fascino e il fascino è un mistero…”
Nel libro Pierfranco Bruni si apre in una confessione profonda, affidando alla scrittura il ricordo dell’infanzia in Calabria, la memoria viva dei genitori, dei nonni di Terranova, e il dolore per la recente perdita della sorella Giulia.
“Ho scritto tanto sul ricordare. Perché so che non dimenticare è l’unica necessità per non precipitare nel groviglio delle macerie.”
Il ricordo è carne e spirito, è casa e ferita. “Ricordare è un rumore assurdo”, scrive. L’urgenza della scrittura lo rende abitabile.“Il sempre è impossibile. Il possibile è cio’ che vivo”.
Versi che lasciano tracce profonde:
“Questa sera il vento ha nostalgie.
D’infanzia. Di antico.
Tutto passa e io sono passato con il tempo che
è passato. Non so perché ormai ho più passato
da ricucire che profezie da inventare…”
Donna che guardi il mare è un libro da vivere, da sentire. Un libro che ripercorre le stagioni della vita, un viaggio letterario struggente ed evocativo. E’ letteratura che si fa corpo, e’ memoria che diventa desiderio. E’ il riflesso autentico e vibrante di Pierfranco Bruni “il collezionista di orologi” uno scrittore che vive la parola come destino e che fa della scrittura un gesto d’amore assoluto.
Pierfranco Bruni * è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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