Farmacie e attività diagnostiche: la salute non si improvvisa

L’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti ed Ospedalità Privata (UAP), che rappresenta oltre 27.000 strutture sanitarie private su tutto il territorio nazionale, esprime profonda preoccupazione per quanto accaduto in una farmacia di San Fermo, dove un cittadino ha perso la vita durante un elettrocardiogramma eseguito in assenza di personale medico.

Alla luce di questo tragico evento, UAP ritiene doveroso richiamare alcuni punti fondamentali:

ad oggi, nessuna norma vigente consente alle farmacie di effettuare attività diagnostiche vere e proprie. Il D.Lgs. 153/2009 autorizza esclusivamente prestazioni di autocontrollo, come test rapidi di glicemia o colesterolo. Ogni attività clinico-diagnostica richiede strutture autorizzate e accreditate, con direzione sanitaria, medici specialisti e controlli di qualità;

l’elettrocardiogramma, in particolare, può essere effettuato solo in collegamento funzionale con centri di cardiologia accreditati dalle Regioni e nel rispetto di specifici requisiti tecnici, professionali e strutturali;

nel caso specifico, l’elettrocardiogramma sarebbe stato eseguito in assenza di personale medico, anche da remoto. Ma, verosimilmente, non era presente nemmeno personale infermieristico qualificato, che avrebbe potuto rilevare immediatamente segnali anomali, attivare il protocollo d’emergenza, allertare un medico e chiamare tempestivamente i soccorsi. L’assenza di queste figure professionali in prestazioni potenzialmente salvavita è inaccettabile;

UAP esprime inoltre forti perplessità sulla sicurezza impiantistica delle farmacie che eseguono diagnostica strumentale. Le apparecchiature elettromedicali richiedono impianti elettrici rispondenti a precise normative antinfortunistiche e salvavita, analoghe a quelle previste per ambulatori e laboratori. Chi certifica oggi che tali condizioni siano rispettate?

l’ambiguità normativa sulla cosiddetta “farmacia dei servizi”, alimentata da una pubblicità ingannevole, ha generato tra i cittadini una falsa percezione di affidabilità. Molti utenti, ignari dei limiti di legge e dei pericoli connessi, si rivolgono alle farmacie convinti di ricevere prestazioni sanitarie sicure, senza sapere che queste non sono garantite dagli standard minimi previsti per la sanità privata;

UAP chiede con forza che le autorità competenti avviino immediatamente ispezioni sistematiche presso tutte le farmacie che offrono prestazioni sanitarie, al fine di verificare eventuali abusi e di impedire ulteriori episodi che possano mettere a rischio la vita dei cittadini. Sulla spinta di un dibattito politico poco attento alla sicurezza, non si può derogare al principio fondamentale dell’eguaglianza delle regole tra soggetti che operano nella stessa sfera di attività.

La salute pubblica non può essere lasciata alla logica del mercato né semplificata per decreto. Le strutture sanitarie private, soggette oggi a oltre 420 obblighi normativi tra cui autorizzazioni, accreditamenti, norme antincendio, sanitarie e impiantistiche, non possono accettare che vengano introdotti canali paralleli privi di garanzie.

UAP ribadisce la richiesta al Parlamento: fermare ogni deroga normativa che consenta prestazioni sanitarie in contesti non abilitati, e riconoscere pari regole per tutti, nel rispetto del principio di legalità, della sicurezza dei pazienti e della dignità della professione sanitaria.

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