“Il giornalismo è la prima bozza della storia.”
Philip L. Graham
Il Premio Pulitzer, massimo riconoscimento per il giornalismo e le arti negli Stati Uniti, continua a rappresentare uno dei più alti traguardi per chi si dedica alla narrazione della realtà in tutte le sue forme. Nell’edizione 2025, i vincitori hanno tracciato un ritratto potente e spesso doloroso del nostro tempo, dimostrando come la parola — nella forma del reportage, della narrativa, del teatro o della poesia — possa scuotere coscienze, cambiare leggi e restituire dignità a storie dimenticate.
Il romanzo vincitore: James di Percival Everett
Al centro dell’attenzione per la narrativa si è imposto James di Percival Everett, romanzo che ha saputo ribaltare uno dei classici più noti della letteratura americana, Le avventure di Huckleberry Finn, raccontandolo dal punto di vista dello schiavo Jim. Questa scelta narrativa ha trasformato il testo originale in un potente atto di riscrittura storica e culturale.
Everett offre uno sguardo dal basso, restituisce voce a un personaggio finora marginalizzato e lo rende protagonista di un viaggio non solo fisico ma anche esistenziale. Con un linguaggio raffinato, ironico e carico di tensione, James mette a nudo la struttura razzista della società americana del XIX secolo — e, implicitamente, quella attuale. Il romanzo ha già ricevuto riconoscimenti prestigiosi come il PEN/Jean Stein Book Award e il National Book Award, a testimonianza della sua portata letteraria e sociale.
Teatro e identità: Purpose di Branden Jacobs-Jenkins
Il Pulitzer per il teatro è andato a Branden Jacobs-Jenkins per Purpose, un’opera che esplora le contraddizioni interne a una famiglia afroamericana borghese alle prese con il peso delle aspettative sociali e delle ferite della storia. Il dramma si muove tra dialoghi serrati e momenti di grande introspezione, interrogando cosa significhi oggi essere neri, americani e di successo in una società ancora segnata da barriere invisibili.
Jacobs-Jenkins si conferma come uno dei drammaturghi più incisivi del nostro tempo, capace di dare voce a tensioni profonde con intelligenza, sarcasmo e una visione acuta delle dinamiche culturali contemporanee. Purpose non è solo un’opera teatrale, ma un dispositivo critico che mette lo spettatore di fronte a verità scomode e necessarie.
Gaza raccontata da dentro: la testimonianza di Mosab Abu Toha
Uno dei momenti più toccanti dell’edizione 2025 è stato il conferimento del Pulitzer per il commento a Mosab Abu Toha, poeta e saggista palestinese. I suoi scritti, pubblicati su The New Yorker, raccontano la vita quotidiana a Gaza durante il conflitto con Israele da un punto di vista intimo, umano, spesso straziante.
La forza dei suoi racconti risiede nell’assenza di retorica: Abu Toha descrive la sua casa distrutta, la paura di morire, l’angoscia per i suoi figli. Ma lo fa con una lingua precisa, limpida, che trasmette al lettore la concretezza di un’esperienza collettiva attraverso l’intensità di una voce singolare. In un panorama mediatico spesso dominato da narrazioni ufficiali, la sua testimonianza è un atto di resistenza poetica e civile.
Il giornalismo investigativo al servizio della verità
Nel campo del giornalismo, il Pulitzer per il servizio pubblico è andato a ProPublica, testata indipendente da sempre impegnata nel giornalismo d’inchiesta. La loro indagine sulle morti evitabili di donne incinte negli stati americani con leggi restrittive sull’aborto ha avuto un impatto sconvolgente. Attraverso testimonianze, dati clinici e documenti riservati, i giornalisti hanno dimostrato come la criminalizzazione dell’aborto abbia condotto molti medici a esitare, causando la morte di donne che potevano essere salvate.
Un altro momento forte è stato il riconoscimento a Reuters per l’inchiesta Fentanyl Express, un lavoro meticoloso che ha svelato le rotte del traffico globale di precursori chimici per la produzione di fentanyl. Questo oppiaceo sintetico è responsabile di migliaia di morti ogni anno negli Stati Uniti. Grazie al lavoro dei giornalisti, è stato modificato un regolamento doganale che fino ad allora aveva favorito l’importazione incontrollata di tali sostanze.
Il valore culturale del Pulitzer
L’edizione 2025 del Premio Pulitzer ha riaffermato il valore culturale e civile del riconoscimento, premiando opere che non solo eccellono dal punto di vista tecnico o estetico, ma che intervengono nel dibattito pubblico. In un mondo in cui le notizie diventano virali e si esauriscono nel giro di poche ore, il Pulitzer premia la profondità, la lentezza della riflessione, la costruzione paziente di un racconto che lascia traccia.
Non è un premio nostalgico, anzi. Sempre più il Pulitzer riconosce la diversità di voci, di forme, di esperienze: nel 2025, ha premiato scrittori neri, arabi, donne, autori queer. Una pluralità che arricchisce la narrazione collettiva del nostro tempo.
Il Pulitzer 2025 è stato un inno alla parola come strumento di resistenza, denuncia e bellezza. Che si tratti di una poesia nata sotto le bombe, di un’inchiesta giornalistica che cambia una legge, di un romanzo che riscrive la storia dal punto di vista degli oppressi, ogni opera premiata ha affermato il potere della narrazione. In tempi confusi, dove il vero e il falso si mescolano, questi autori e giornalisti ci ricordano che raccontare bene è ancora un atto rivoluzionario.