Leone XIV, appena eletto Papa, ci invita ad essere “costruttori di ponti”, ad aver “coraggio nel diffondere la verità” e soprattutto grida al mondo, “non più guerre”. Mai nella storia umana altra nazione, piccola come l’Irlanda, ha operato tanto lavoro missionario di Pace in tante terre, come hanno fatto gli irlandesi in molte decadi”.Così scrisse William H. Marnell in “Light from the west”. In questo scenario S. Cataldo ebbe un ruolo importante. Il 10 maggio, la Chiesa ha celebrato la Festa di S. Cataldo. Lo stesso giorno Amazon (Dublin 2025) ha pubblicato un nuovo libro sul Santo irlandese, scritto da Enzo Farinella
Mimma Cucinotta
Il 10 maggio, la Chiesa ha celebrato la Festa di S. Cataldo. Lo stesso giorno Amazon ha pubblicato un nuovo libro su questo Santo irlandese, scritto da Enzo Farinella. “L’Uomo che venne dal mare“
Questa volta il Prof. Farinella ci presenta il retroterra storico del monachesimo irlandese e le famose Scuole dell’Irlanda, di cui Cataldo ne fu l’”Astro Luminoso”. Queste furono le uniche a brillare durante gli anni che precedettero il crollo dell’Impero Romano e che spiegano il successo dei suoi pellegrini in Europa.
Esempi luminosi ne furono l’operato di S. Colombano e, due o tre decadi dopo, quello di S. Cataldo.
“Il periodo della superiorità culturale irlandese sul Continente può essere datato dalla fondazione del monastero/università di Clonmacnoise, nel 548, alla fondazione del monastero irlandese di S. James a Ratisbona, nel 1090 circa. Durante quei cinque secoli e mezzo, gli irlandesi sono stati gli insegnanti mentre gli inglesi e i continentali, gli studenti”. (Arnold J. Toynbee in “A Study of History”).
Dopo il crollo dell’Impero Romano nel 476, molti monaci irlandesi, filosofi e studiosi portarono una nuova ondata di ri-evangelizzazione e rinascimento morale-culturale all’Europa, devastata da invasioni barbariche, siccità, decadenza e scomparsa di valori morali. Nel tempo, il loro operato generò un genuino rinnovamento spirituale. Questo a sua volta, riunificò quasi tutto il Continente europeo.
Colombano, vissuto due o tre decadi prima di Cataldo, fondatore di Bobbio, eminente rappresentante dell’ascetismo irlandese e uno dei più grandi europeisti del suo tempo, fu uno dei monaci più famosi dell’Irlanda medievale. Papa Pio XI, nel 1923, lo definì “uomo eccezionale che la Divina Provvidenza fa nascere in momenti difficili della storia umana per ribaltare cause quasi perdute”.L’occidente europeo odierno deve in parte a lui la sua storia, quale pioniere di civiltà, fondatore di cenobi, precursore di giustizia e libertà, testimone e assertore della suprema dignità dell’uomo per il suo tempo e anche per il nostro.
Robert Schumann, tra i fondatori dell’UE insieme a De Gasperi ed Adenauer, vide in Colombano “il Patrono di quanti cercano di costruire un’Europa unita”, anzi “il Padre dell’Europa moderna”.
Cataldo, nato nello stesso secolo in cui è morto il suo connazionale, lo superò nella popolarità in particolare nel Mezzogiorno d’Italia.
Non abbiamo documenti storici su di lui, ma città, villaggi, chiese, ospedali, monasteri, porti, piazze, strade, basiliche, parrocchie… e perfino una bettola onorano la sua memoria.
Nessun altro Santo irlandese, forse, neppure S. Colombano, gode di culto universale in Italia come S. Cataldo, prodigioso operatore di miracoli in tutta la nazione dalla Lombardia alla Sicilia. (Così, Fra Anselmo Maria Tommasini scrisse in “Santi irlandesi in Italia”).
Seguendo l’ideale della Peregrinatio pro Christo: “Lo Spirito del Signore è su di me. Mi unse per portare la buona novella ai poveri. Mi mandò a proclamare libertà per i prigionieri e ridare la vista ai ciechi”,Cataldo prima ridiede la vista a un cieco e dopo divenne riverito in tutta la città. Da quel momento, ne guidò la rinascita sociale e religiosa.
Convertì al cristianesimo molti dei suoi abitanti ed ebbe compassione della gente, ricordandoci il Padre che ebbe pietà del figliuol prodigo.
Cataldo, come tanti suoi compagni, visse per i più bisognosi del mondo, come Madre Teresa e la Principessa Diana hanno fatto ai nostri giorni, portando speranza in un mondo migliore.
Leone XIV, appena eletto Papa, ci invita ad essere “costruttori di ponti”, ad aver “coraggio nel diffondere la verità”, ad esser “solidali con i più deboli” e soprattutto grida al mondo, “non più guerre”, inculcando quanto i pionieri irlandesi hanno proclamato 1.400 anni fa.
Allora, si può convenire che la persona umana gode di dignità suprema, coscienza inviolabile e di autonomia morale e civica che illuminano i valori di comunità, uguaglianza tra gli esseri umani, tutti fratelli e sorelle, tutti liberi in un mondo di giustizia, solidarietà e pace?
Da questo punto di vista, ogni persona rappresenta un valore supremo che nessuno può ignorare.
“La storia ha spesso registrato invasioni militari in Europa. Solo una volta si è vista una quieta ed impercettibile conquista dell’Europa con la Parola di Dio, predicata da asceti ispirati. Mai nella storia umana altra nazione, piccola come l’Irlanda, ha operato tanto lavoro missionario in tante terre, come hanno fatto gli irlandesi in molte decadi”.Così scrisse William H. Marnell in “Light from the west”.
Questo fu l’inizio del “Miracolo irlandese”, quando l’Irlanda divenne il punto di riferimento che misurava il battito della cultura mondiale. come Daniel Rops, il più importante storico della Chiesa, lo chiama.
Di questo “Miracolo” lo storico francese scrisse: “L’Irlanda, tra il V e l’VIII secolo, fu come una seconda Palestina, nuova culla di fede cristiana. Mentre la cultura scompariva in Occidente, in Irlanda si accendeva una torcia la cui fiamma si sarebbe sparsa presto ovunque”.
Fra Anselmo Maria Tommasini condivise questa opinione in “Santi irlandesi in Italia”: “Alla fine del secolo V un’armata di Santi di grande statura e di carattere originale crebbe in quella Isola privilegiata e marciò sul mondo, portando alle parti più remote della terra instancabile entusiasmo apostolico”.
Secondo lo storico medievalista, Arthur Kingsley Porter, “Il successo della Chiesa celtica fu un evento religioso e politico di primaria importanza. Il clero irlandese godeva di prestigio senza eguali in tutta l’Europa”, come scrisse in “The Crosses and Culture of Ireland”.
Lo scrittore francese Charles Forbes René de Montalembert in “The monks of the west” dichiarò: “È stato detto e non sarà mai abbastanza ripetuto che l’Irlanda veniva vista allora da tutta l’Europa come il centro principale del sapere e della pietà – superiore a quanto poteva vedersi in altre nazioni d’Europa”.
E il Cardinale Tomàs O Fiaich in “Irish cultural influence in Europe” osservò,“Anche ammettendo che alcuni pellegrini non erano irlandesi, quanto gli altri hanno ottenuto culturalmente e religiosamente confina con l’incredibile. Questo ci lancia una sfida e ci riempie d’orgoglio”.
Heinrich Zimmer aggiunse in “Keltische Studien”: “Gli irlandesi erano gli istruttori in ogni ramo delle scienze e del sapere di allora, i portatori di un’alta cultura che non si trovava altrove sul Continente e potevano affermare di essere stati pionieri nel porre la prima pietra della cultura occidentale sul Continente”.
“Al clero irlandese siamo debitori per aver preservato la Bibbia, i Padri e i classici” afferma Bishop Milner in “Letters from Ireland”, mentre Arthur K. Porter in “The Crosses and Culture of Ireland” è del parere che “dall’Irlanda, l’Inghilterra apprese a ascrivere in seguito”.
Questa fu l’”era d’oro dell’Irlanda” durante la quale questa piccola Isola si impose come pilastro del cristianesimo.
Dom Louis Gougaud, Abate del Monastero Benedettino di Farnborough, commentò con questo tributo l’era d’oro irlandese in “Gaelic Pioneers of Christianity”: “Per 400 anni circa, Santi irlandesi, colmi di zelo missionario struggente, lavorarono incessantemente per spargere la fede Cristiana e la disciplina monacale in Francia, Belgio, Alsazia, Germania, Italia, lungo il Danubio e nelle valli del Reno”.
In questo scenario S. Cataldo ebbe anche un ruolo importante.
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Enzo Farinella, nato a Gangi in Sicilia, è sposato con Barbara; ha quattro figli: Santina, Gioacchino, Aisling ed Enzino Làszlò; e sei nipoti: James, Giulia, Franca, Skye, Olive-Elisa e Willow. Già docente di Antropologia filosofica nell’Università di Dublino, saggista e giornalista, ha collaborato con Radio Vaticana ed ANSA dall’Irlanda. Messaggero di Pace per le Nazioni Unite, Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, Membro dell’Accademia Zelantea, referente a Dublino dell’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione. Plurilaureato, è stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino dove vive da oltre cinquant’anni.
Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolare sul lavoro dei monaci irlandesi nelle varie nazioni europee in Europa e in USA.
Alcuni dei suoi volumi
:EBooks:Dall’Atlantico al Mediterraneo, Appstore Apple “New Life Book”,2015.At the Roots of the History of Europe: Amazon, 2017Italy and Ireland – Two Stars under the Sky of Europe –, Amazon, 2020Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, Amazon, 2020In the Land of Tulips – Irish Pilgrims in Benelux and Europe, Amazon, 2020
Born in Ireland, Lit up Austria, Irish monks and Pilgrims in Europe and Austria, Amazon 2021Time for Action – Bonds between Italy and Ireland, Amazon 2021.Born in Ireland, Lit up Switzerland – Irish monks in Europe and Switzrtland, Amazon, 2021.Born in the Emerald Ireland, Lit up the Black Forest – Irish Pilgrims in Europe and Germany, Amazon 2022.
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