Roma, 25 giu. (Adnkronos Salute) – Il rinnovo del contratto nazionale del comparto sanità – parliamo del triennio 2022-2024 che coinvolge oltre 580mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale, tra infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico – porterà aumenti in busta paga per gli infermieri e un ‘bonus’ arretrati per i colleghi in pronto soccorso che arriverà a 5.500 euro netti. Mentre per chi lavora in altri reparti si avvicinerà a 1.000 euro netti (979), e anche per le ostetriche con la loro equiparazione economica agli infermieri sull’indennità di specificità. E’ quanto prevedono le tabelle con gli incrementi stipendiali previsti dal rinnovo, che il sindacato degli infermieri Nursind ha elaborato per l’Adnkronos Salute su alcuni profili. Per gli infermieri “è previsto un incremento mensile in busta paga di circa 43 euro netti, rispetto allo stipendio attuale, e di circa 220 sempre netti per il pronto soccorso. Potrebbero sembrare pochi, ma è un risultato non da poco perché il contratto va valutato nella sua interezza”, commenta Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind e in prima linea nel rinnovo del contratto. “E’ un contratto che migliora le condizioni di lavoro degli infermieri, parliamo di poco meno 300mila colleghi, che oggi hanno alcuni articoli che li aiutano dal punto di vista economico e non solo – sottolinea Bottega – Le prestazioni aggiuntive, ad esempio, ma anche il patrocinio legale per le aggressioni, il part-time per 6 mesi senza la procedura di messa a bando, 24 ore di formazione in più, una pianificazione delle ferie estive più stringente”. Per le ostetriche e l’infermiere che non lavora in pronto soccorso, l’aumento contrattuale mensile lordo a regime è di 150 euro. Per chi invece presta servizio nei dipartimenti di emergenza-urgenza c’è un incremento più sostanziale frutto dei 175 milioni previsti per il personale di pronto soccorso da distribuire con accordi regionali e poi gli arretrati da giugno 2023. Aumenti economici che sono stati ulteriormente rafforzati dal taglio del cuneo fiscale per le retribuzioni fino a 40mila euro, oltre che dalla detassazione degli straordinari degli infermieri al 5% con l’ultima manovra di bilancio.”Non è il contratto che fa fare il salto di qualità – precisa Bottega – perché nel tempo la contrattazione ha portato i livelli più bassi verso l’alto e i livelli più alti verso il basso; diciamo che la parte dei laureati in qualche modo è stata penalizzata”. E il Nursind teme anche che la riforma dell’accesso a Medicina, con il semestre libero, “porti ad aumentare ancora di più le carenze sul fronte dei giovani infermieri”, che potrebbero puntare di più sul camice bianco. Sulla base dello stanziamento delle legge di Bilancio del 2025, dal primo gennaio la specificità di indennità aumenterà di circa 55-58 euro. “Ora – conclude Bottega – per l’erogazione di questi incrementi attendiamo il parere degli organi di controllo, ma tutto dovrebbe chiudersi al massimo entro fine anno. Per poi ripartire con il nuovo contratto”.