“La pace non è assenza di guerra, è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia.” – Baruch Spinoza
L’Ucraina e la retorica della guerra
L’Ucraina è stata invasa. Punto.
Ma fermarsi qui è ridicolo. La guerra non nasce dal nulla. Come ricordava Senofonte, citato oggi dall’intellettuale organico al PD e alla Schlein, Andrea Canfora, per capire le guerre bisogna prima studiare la pace. Qualcuno sembra aver dimenticato questa lezione elementare.
L’Occidente ha spinto verso Est. Gli USA e l’UE hanno messo pressione sulla Russia. Ora ci scandalizziamo per le conseguenze. Ipocrisia allo stato puro.
Eppure, la verità è semplice: all’Europa conviene avere buoni rapporti con Mosca, e non solo per il gas. Ignorarlo è pura retorica patriottica.
Dazi e il mito del libero mercato
I dazi? “Evil!”, dicono i liberisti globalisti. Peccato che il free market puro sia un’illusione, e chi lo predica spesso ignora che dietro ci sono potenze economiche enormi che dettano le regole.
Eliminare i motori endotermici e le emissioni di CO₂ per salvare il pianeta? Idea nobile, fallimento pratico. Le imprese soffrono, i cittadini pagano.
Il fair market di Tremonti aveva più senso, ma oggi pochi lo ricordano.
Energia: il nucleare dimenticato
E per chi si interessa di energia, pochi ricordano che già negli anni ’80 l’ingegnere Cecchini, nel libro “Alternative”, aveva previsto molti dei disastri energetici e climatici di oggi.
Con lucida chiarezza, spiegava che l’unica vera soluzione era il nucleare, realizzabile senza grandi rischi, e che avrebbe garantito sicurezza, indipendenza e stabilità economica. Ma allora, come oggi, l’ideologia ha avuto la meglio sul pragmatismo.
Legalità: il caso Leoncavallo
E a casa nostra? Il Leoncavallo. Per decenni centro sociale abusivo, mascherato da cultura alternativa. Eventi senza permessi, feste fuori controllo, attività illecite. Chi rispettava le regole? Penalizzato.
Oggi finalmente lo Stato chiude gli occhi sul passato e fa rispettare la legge. Non è un attacco alla cultura: è legalità, semplice.
Il punto è chiaro: nel mondo reale, non esistono buoni e cattivi puri. Esistono interessi, equilibri, compromessi. Urlare slogan patriottici, ideologici o moralistici è autoconvincersi di capire il mondo quando lo si ignora.
Se vogliamo pace, stabilità, energia sicura e società giusta, serve realismo, non retorica. Serve guardare i fatti in faccia, senza filtri.
E, soprattutto, smettere di raccontarsi favole da salotto.