Un milione di euro ai familiari di un operaio morto di mesotelioma.
L’ennesima sentenza conferma la strage silenziosa dell’amianto in Italia
5 settembre 2025 – Il Tribunale di Gorizia ha condannato Fincantierial risarcimento di circa un milione di euro ai familiari di un operaio morto di mesotelioma pleurico. L’uomo, poco più che settantenne, aveva lavorato per anni come saldatore nel cantiere navale di Monfalcone, a stretto contatto con materiali contenenti amianto e senza adeguate protezioni.
La perizia medico-legale ha confermato il nesso diretto tra l’esposizione professionale alle fibre killer e la malattia che lo ha condotto alla morte. Secondo gli accertamenti, il lavoratore fu costretto a manipolare amianto friabile in ambienti privi di aerazione e senza dispositivi di protezione individuale come mascherine e tute. Il Tribunale ha ritenuto esclusivamente responsabile Fincantieri, che non ha dimostrato di aver adottato misure tecniche e organizzative idonee. Si legge in sentenza: «Il datore di lavoro ha omesso di predisporre tutte le misure e cautele atte a preservare l’integrità psicofisica del lavoratore sul luogo di lavoro. È mancata la vigilanza sull’uso dei dispositivi di protezione e non sono state adottate misure organizzative per confinare le lavorazioni nocive».
“Questa condanna non è solo giustizia per una famiglia, ma la conferma di una strage che continua da decenni. Fincantieri e le istituzioni non possono più girarsi dall’altra parte: l’amianto sta ancora uccidendo in Italia”, commenta l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha assistito i familiari.
La strage silenziosa dell’amianto
Il caso di Monfalcone non è isolato. In Italia l’amianto continua a mietere vittime: ogni anno si stimano oltre 7.000 decessi per patologie asbesto-correlate, in primis mesotelioma, tumore del polmone e asbestosi. Un tributo altissimo, frutto di decenni di esposizioni nei cantieri navali, nelle fabbriche e persino negli edifici pubblici.
Nonostante la messa al bando dell’amianto dal 1992, la fibra killer è ancora presente in milioni di tonnellate di materiali disseminati sul territorio nazionale. Bonanni sottolinea: “Ogni condanna come questa è la prova che l’amianto non appartiene al passato: i suoi effetti devastanti continuano a colpire i lavoratori e le loro famiglie. La bonifica e la prevenzione non possono più essere rimandate. L’amianto è la più grande emergenza ambientale e sanitaria del nostro Paese”.
L’ONA mette a disposizione cittadini e lavoratori un servizio di consulenza gratuita attraverso il sito www.osservatorioamianto.it e il numero verde 800 034 294.