Roma, 5 set. (Adnkronos Salute) – La costante diminuzione dei medici di famiglia in tante regioni, tra pensionamenti e scarso ricambio generazionale – secondo la Fondazione Gimbe ne mancano oltre 5.500 solo nel 2025 – potrebbe subire una svolta, positiva. E’ quello che emerge dalle domande che i giovani laureati in Medicina hanno presentato per accedere al concorso di Formazione specifica in Medicina generale: sono aumentate in modo netto e fanno segnare un’inversione di tendenza rispetto all’anno precedente con quasi un raddoppio, oltre 4mila rispetto a poco più di 2mila. Inoltre ieri il Cdm ha dato l’ok al Ddl per la riforma delle professioni sanitarie, che vede coinvolta anche la medicina generale con la revisione dei percorsi formativi e l’istituzione della Scuola di specializzazione per la Medicina generale. “Non è tutto oro quello che luccica”, sottolinea all’Adnkronos Salute Pier Luigi Bartoletti, vice segretario nazionale vicario della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), che fa il punto. “Non sarei così trionfalista, temo che molti si siano iscritti come risposta all’incertezza del lavoro. La questione è la motivazione e molti colleghi l’hanno persa”, rimarca. “Oggi abbiamo bisogno del medico della persona e di formare i giovani laureandi per essere sempre questa figura – prosegue Bartoletti – Di sicuro sarà difficile realizzare questo con le Case di comunità. Mi pare che quando si progetta la sanità del futuro si scambino gli strumenti con gli obiettivi. Uno è quella dell’appropriatezza prescrittiva, che posso fare solo se mi approccio ai bisogni dei pazienti in modo personalizzato e la sola figura oggi nel sistema che conosce bene i pazienti è il medico di famiglia. Nella Case di comunità si può fare una diagnostica più complessa, ma il lavoro sull’appropriatezza, su come ‘aggiustare’ le terapie degli assistiti e la gestione degli acuti lo facciamo da tempo noi”. “Tutti i giorni 30 milioni di persone in Europa prendono un antinfiammatorio, ma pochi sanno dei danni ai reni – evidenzia Bartoletti – Chi segue queste persone che prendono questi farmaci? Stesso discorso sugli integratori che puoi acquistare al supermercato. Oggi, se chiediamo alla popolazione cosa fa il medico di base, la maggior parte ti dice che scrive certificati e ricette, altri – spesso i politici – che prende tanti soldi e lavora poco. La popolazione più anziana invece ti risponde ‘il mio medico è bravo’. Ecco, dobbiamo ripartire da questa capacità di essere accanto alle persone e di personalizzare le loro cure”.