Tumori, Foce: “Il 50% dei malati cronici non aderisce alle terapie, allarme anche in oncologia” Cognetti, ‘per cancro colon-retto esistono farmaci orali ma 40% pazienti non assume regolarmente i trattamenti’

Roma, 10 set. (Adnkronos Salute) – L’aderenza alle terapie farmacologiche, secondo l’Oms, rappresenta il comportamento con cui il paziente segue le raccomandazioni condivise con il medico. Solo per le malattie croniche, a livello globale, la mancata aderenza terapeutica arriva al 50%. L’assunzione non corretta o incostante dei farmaci è un grave problema, anche da un punto di vista socio-economico. In tutta Europa, infatti, costa oltre 125 miliardi di euro ogni anno per ricoveri ospedalieri o ambulatoriali o per la somministrazione di altre cure. In Italia l’impatto economico della scarsa aderenza è stimato in 16 miliardi di costi diretti e 5 miliardi di costi indiretti all’anno. E’ un problema noto da tempo nel trattamento di patologie croniche molto diffuse come quelle cardiovascolari e metaboliche. Si sta tuttavia diffondendo anche in oncologia medica dove la complessità dei trattamenti, e i loro effetti collaterali, possono rendere più difficile per un paziente mantenere una corretta aderenza alle cure. A questi temi è stato dedicato il convegno nazionale ‘Aderenza terapeutica nei pazienti cronici e oncologici: adesione alle prescrizioni, misurazione soggettiva ed oggettiva’, evento multidisciplinare che ha visto riuniti specialisti di diverse aree che hanno discusso di un problema rilevante in molte branche della medicina, come già definito nel Piano nazionale cronicità. Il convegno si è svolto online ieri ed è stato organizzato da Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi) con il contributo non condizionato del Gruppo Servier in Italia. “Il cancro è ancora percepito come una malattia molto grave e potenzialmente letale e questo può influenzare il decorso dei trattamenti sia in modo positivo che negativo – ha detto Francesco Cognetti, presidente di Foce – Per esempio il tumore del colon-retto è uno dei più diffusi in Italia e fa registrare ogni anno più di 48mila casi sia maschili che femminili. Il tasso di non aderenza alle terapie supera oltre il 40% ed è causato da molti fattori clinici-psicologici, oltre che sociali. Al momento, anche per la fase metastatica della malattia, esistono dei farmaci orali molto efficaci e ‘comodi’. Possono essere assunti anche a domicilio e sono in grado di migliorare la sopravvivenza. E’ però fondamentale rispettare tutte le modalità di assunzione indicate dagli specialisti medici. Per favorire l’aderenza alle terapie è necessario un approccio personalizzato e soprattutto multidisciplinare. Infatti, coinvolgendo più specialisti come oncologi, chirurghi, radioterapisti, infermieri e psicologi, è possibile elaborare strategie anche di comunicazione per sensibilizzare malati e caregiver”.”L’Europa è sempre di più il ‘vecchio continente’ anche a livello di anzianità della popolazione residente – ha proseguito Graziano Onder, direttore scientifico della Società europea di geriatria – In questo quadro l’Italia risulta essere un Paese particolarmente avanti con gli anni, dal momento che gli over 65 sono addirittura più di 14 milioni. Il 60% di loro è colpito da almeno una malattia cronica e sono quasi tutte persone esposte anche al rischio d’insorgenza di patologie fatali. Grazie alla ricerca e all’innovazione medica le nuove terapie sono in grado di garantire migliori aspettative e qualità di vita. Ma per assicurare l’efficacia dei trattamenti è necessario che siano assunti sempre correttamente dai pazienti”. “Una delle condizioni di salute più frequenti legate alla terza età è il diabete – ha sottolineato Dario Manfellotto, presidente Fondazione Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) – Una malattia cronica che nel nostro Paese interessa oltre 4 milioni di persone che saliranno a 5 milioni entro il 2030. Il problema più rilevante sono le sue innumerevoli complicanze, come quelle cardiovascolari e renali che vengono sviluppate da quasi la metà dei pazienti. Molte di queste potrebbero essere prevenute ed evitate anche grazie ad una migliore aderenza terapeutica”. “In tutte le malattie, sia croniche che acute, le cause che influenzano la mancata aderenza possono essere innumerevoli – ha concluso Cognetti -I pazienti possono dimenticarsi della ‘pillola’ oppure non prenderla per timore di possibili effetti collaterali o di pesanti controindicazioni. Tuttavia possono esserci alla base anche ragioni più complesse che riguardano, per esempio, una scarsa comunicazione tra gli operatori sanitari e i pazienti. Compito del medico deve essere sempre fornire informazioni semplici e comprensibili. Deve poi coinvolgere il malato nelle decisioni riguardanti i farmaci, anche semplificando i regimi terapeutici e sostenendolo lungo tutto il percorso terapeutico. Va realizzata quindi un’alleanza terapeutica centrata sulla persona, naturalmente insieme alle altre figure professionali che compongono il team multidisciplinare (farmacista clinico, infermiere, psicologo e nutrizionista)”.

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