Morosini (AstraZeneca): “Bene nuove indicazioni osimertinib in cancro polmone” ‘terapia personalizzata speranza per tutti i pazienti con carcinoma polmonare metastatico non a piccole cellule (Nsclc) e mutazione di Egfr ’

Roma, 7 ott. (Adnkronos Salute) – Il via libera di Aifa alla rimborsabilità di osimertinib più chemioterapia nel trattamento in prima linea dei pazienti con carcinoma polmonare metastatico non a piccole cellule (Nsclc) e mutazione di Egfr “è una tappa importante, arrivata dopo 10 anni dalla prima autorizzazione della Fda (Food and Drug Administration) di osimertinib. Questa è quindi una bella storia che continua, su cui continuiamo ad impegnarci”. Lo ha detto Paola Morosini, Medical Affairs Head Oncology di AstraZeneca Italia, all’incontro con la stampa sulle nuove frontiere del trattamento della patologia e organizzato dalla farmaceutica oggi a Milano. Dallo studio di fase III Flaura2, che confronta gli esiti dell’associazione di osimertinib e chemioterapia come trattamento di prima linea con quelli di osimertinib in monoterapia, emergono “risultati sorprendenti – commenta Morosini – Un paziente metastatico che ha una overall survival, cioè una sopravvivenza mediana, di quasi 4 anni” è un dato che “non ci si aspettava al tempo dell’avvento di osimertinib. E’ un elemento che rappresenta una speranza per tutti quei pazienti con questa diagnosi e con la mutazione Egfr, che permette di indirizzare la terapia sul meccanismo alla base della crescita tumorale. Lo stesso vale per la seconda nuova indicazione”, aggiunge, che prevede la rimborsabilità di osimertinib, successivamente alla chemio-radioterapia nei pazienti con Nsclc e mutazione Egfr allo stadio 3 non resecabile. “Anche in questo caso – osserva – si tratta di risultati che mancavano per questi pazienti”. “E’ fonte di orgoglio e di soddisfazione vedere i risultati tangibili del nostro lavoro, della nostra ricerca e dei nostri investimenti – conclude Morosini – Vogliamo continuare a impegnarci affinché la diagnosi di tumore al polmone non sia una condanna, ma una possibilità di trattamento e che, in futuro, non sia più causa di morte. Abbiamo tante molecole su cui impegnarci. Speriamo di avere ‘altri osimertinib’, forse non così importanti, ma davvero significativi”.

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