Tumori neuroendocrini di polmone e timo, con cabozantinib -81% rischio progressione o morte All’Esmo i risultati dello studio di fase 3 Cabinet

Roma, 21 ott. (Adnkronos Salute) – Ipsen ha annunciato i risultati di un’analisi di sottogruppo dello studio di fase 3 Cabinet, che ha confrontato cabozantinib con placebo nei pazienti con tumori neuroendocrini pancreatici (pNETs) o extra-pancreatici (epNETs) avanzati, precedentemente trattati. Cabozantinib ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza mediana libera da progressione (mPFS), con una mPFS 3 volte superiore con cabozantinib rispetto al placebo in pazienti affetti da tumori neuroendocrini avanzati del polmone o del timo (NET). I dati sono stati presentati all’European Society of Medical Oncology Symposium (Esmo) a Berlino.L’analisi – riporta una nota – ha incluso 49 pazienti con NETs confermati del polmone e del timo su un totale di 203 pazienti appartenenti alla coorte epNET. Coerentemente con i risultati globali dello studio di fase 3 Cabinet, i dati di questa analisi di sottogruppo hanno dimostrato un miglioramento di mPFS di 8,2 mesi con cabozantinib rispetto a 2,7 mesi con placebo, con una riduzione del rischio di progressione di malattia o di morte dell’81%. Il profilo di sicurezza osservato di cabozantinib è risultato coerente con quello già noto; non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza.”I tumori neuroendocrini possono risultare difficili da gestire e, per circa un quarto dei pazienti la cui malattia origina nei polmoni, le opzioni terapeutiche sono rimaste fino ad ora particolarmente limitate – dichiara Chiara Marchesi, Medical and Regulatory Affairs Director Ipsen Italia – Questi risultati non solo confermano il valore di cabozantinib colmando un’importante lacuna terapeutica in un’area ad elevato bisogno medico insoddisfatto, ma riflettono anche l’impegno di Ipsen a ricercare nuove opzioni di trattamento per i tumori rari e complessi”. Nonostante il tasso di incidenza basso – prosegue la nota – i pazienti con NETs possono avere una lunga aspettativa di vita, con circa 40 pazienti su 100.000 che vivono attualmente con queste malattie in Italia: una prevalenza maggiore rispetto al tumore del pancreas o della vescica. La maggior parte dei NETs ha uno sviluppo lento e può avere origine in varie parti del corpo, e il 27% dei NETs origina nei polmoni. Le opzioni terapeutiche alla progressione sono spesso limitate e dipendono dalla sede primaria del tumore e da altri fattori, rendendo difficile definire la sequenza terapeutica ottimale per le esigenze individuali di ogni paziente. In particolare, per i pazienti affetti da NETs polmonari, cabozantinib rappresenta la prima e unica terapia sistemica approvata nell’Ue alla progressione a una terapia sistemica non basata sugli analoghi della somatostatina.”Fino ad oggi, i trial clinici prospettici e i dati con elevati livelli di evidenza sui tumori neuroendocrini del polmone sono stati molto limitati – spiega Sara Pusceddu, dirigente medico Sc Oncologia medica 1 Unità di Oncologia gastrointestinale e neoplasie neuroendocrine Enets Center of Excellence, Milano – Questa carenza si è tradotta nella mancanza di un chiaro percorso terapeutico e di definite raccomandazioni nelle linee guida, rendendo complesso rispondere in modo personalizzato alle esigenze dei pazienti, soprattutto quando la malattia progredisce I nuovi dati rappresentano un passo avanti importante: forniscono solide evidenze scientifiche sull’efficacia di cabozantinib nel ritardare la progressione della malattia e contribuiscono ad ampliare le opzioni terapeutiche disponibili per la comunità scientifica, in una delle forme più frequenti di tumori neuroendocrini”.

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