Ossa fragili dei calciatori, ecco perché post ritiro tanti soffrono di osteoartrite Studio su ex giocatori britannici ipotizza ruolo frequenti infortuni a piede e caviglia in carriera, spesso trattati con terapie iniettive

Milano, 22 ott. (Adnkronos Salute) – Una carriera sportiva ad alta velocità, fatta di allenamenti intensivi, contatti talvolta anche violenti in campo, salti, continui cambi di direzione, inseguendo il pallone e il goal, l’assist, la parata della vita. Il calcio giocato ad alti livelli è uno sport con un altrettanto alto rischio di infortuni. Quelli al piede e alla caviglia sono particolarmente comuni, e nel dettaglio sono le distorsioni il problema più frequente per le caviglie dei campioni, mentre le fratture metatarsali sono invece gli infortuni più ricorrenti per quanto riguarda il piede. Questi incidenti si verificano più spesso durante le partite che in allenamento, anche per la natura competitiva del gioco. Un nuovo studio mette sotto la lente ossa e articolazioni fragili di questi sportivi, indagando su ciò che succede dopo il ritiro e provando a rispondere a una domanda: perché così tanti calciatori professionisti sviluppano l’osteoartrite?Il lavoro, pubblicato su ‘Rheumatology’, ha coinvolto oltre 400 ex giocatori britannici e rileva che quelli che hanno riportato infortuni al piede o alla caviglia durante la loro carriera avevano maggiori probabilità di sviluppare poi osteoartrite durante il ritiro. Non solo: i giocatori in pensione che erano stati trattati regolarmente con iniezioni di cortisone per i loro infortuni avevano ancora più probabilità di presentare la patologia cronica degenerativa che colpisce la cartilagine articolare. Gli esperti spiegano che le lesioni articolari possono causare dolore, gonfiore e danni alla cartilagine e ad altri tessuti articolari, con conseguente osteoartrite del piede-caviglia, che può portare disabilità o dolore cronico. Sebbene gli infortuni siano diffusi tra i calciatori professionisti – quasi il 25%, 1 su 4, li subisce al piede o alla caviglia durante la carriera – l’uso diffuso di terapie iniettive come corticosteroidi, anestetici locali, plasma ricco di piastrine e acido ialuronico rimane controverso, segnalano gli autori, per via di preoccupazioni sugli effetti collaterali a lungo termine e delle limitate prove a supporto dell’efficacia. Le iniezioni, ragionano gli esperti, possono alleviare il dolore e consentire ai calciatori di tornare a giocare più rapidamente, ma il trattamento potrebbe nascondere danni articolari sottostanti e accelerare il deterioramento strutturale dell’articolazione nel tempo. L’uso frequente di questi trattamenti potrebbe anche peggiorare il danno cartilagineo, soprattutto se combinato con gli elevati sforzi fisici richiesti nel calcio professionistico.I ricercatori hanno esaminato i casi di calciatori britannici in pensione tra agosto 2020 e ottobre 2021 per i quali un medico di base ha diagnosticato osteoartrite al piede-caviglia o è stato eseguito un intervento chirurgico all’avampiede/caviglia dopo il ritiro. Su 424 professionisti in pensione studiati, il 73% di quelli che hanno sviluppato osteoartrite aveva riportato lesioni al piede o alla caviglia e il 75% ha riferito di essere stato trattato con iniezioni di corticosteroidi nel corso della carriera.Gli autori tengono a precisare che, sebbene le iniezioni di corticosteroidi siano associate a tassi più elevati di osteoartrite, ciò non significa necessariamente che le iniezioni stesse rendano l’osteoartrite più probabile, poiché vengono spesso somministrate dopo infortuni, il che potrebbe aver portato a collegare questo trattamento all’osteoartrite. Tuttavia, gli esperti riportano anche che i giocatori in pensione affetti da osteoartrite hanno segnalato un numero maggiore di iniezioni in una singola caviglia durante una stagione e molti ne hanno ricevute più di 4 a stagione, un numero superiore a quello raccomandato dai medici, dicono gli autori.”I nostri risultati – conclude il ricercatore capo dello studio, Weiya Zhang, professore di epidemiologia nella facoltà di Medicine & Health Sciences dell’University of Nottingham – mostrano chiaramente che un infortunio significativo al piede o alla caviglia durante la carriera di un giocatore è un importante fattore di rischio modificabile di osteoartrite in età avanzata”.

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