L’Importanza delle parole nella tutela delle minoranze linguistiche

Occorre  fermarci un attimo, se è possibile, in questa  frenetica vita,  e fare  una  riflessione sulle parole, che  combinate insieme ad altre parole formano una lingua.

La lingua è uno strumento fondamentale che ci permette  di comunicare  con il resto del mondo umano, animale e vegetale. Quello che conta  è il  loro significato, poi si intrecciano e in questo intreccio che nascono le informazioni, attenzione occorre poi  però incastrarle nel contesto. Il linguaggio  che possiamo esprimere attraverso diversi  medium puo’ essere  “catturato” dall’interlocutore o dagli interlocutori in modo diverso, pensiamo per esempio ai diversi medium, come per esempio: alla radio, alla televisione, ad un libro, ad un giornale, ai social network ognuno di questi  considerandoli    “canali”  permettono ai cittadini  dei gradi  di apprendimento  di comprensione diversi e consentono un grado di attenzione anche  diversi. Chi non ha mai studiato con un sottofondo musicale, ma se voleva ascoltare un dibattito doveva smettere di studiare. Il significato  delle parole è studiato dalla semantica singolarmente o mescolate tra loro.  

Poi le parole  hanno un’altra  importante  funzione ovvero  quella di  far immaginare  una  azione.  Il mondo della Comunicazione in generale  deve molto a Guglielmo Marconi perché  inventando la comunicazione senza fili  ha  sconvolto il modo di comunicare  tra gli esseri umani, e la scuola  dovrebbe esaminare personaggi  come  Marconi  perché oltre al “contenitore” appunto le attrezzature per l’emissioni delle onde radio  ha curato  moltissimo il significato  della parola ovvero del “contenuto”, del messaggio.

Vediamo cosa ci dicono  le  word-clou  ovvero le nuvole  di parole. La generazione delle nuvole di  parole è possibile  tramite  dei software disponibili in rete  che gratuitamente generano la nuvola  di parole, ormai è da tempo che viene utilizzata  alla  fine dei seminari per soffermarsi  sul peso delle parole utilizzate per consentire  anche delle riflessioni a posteriori.

L’idea di un confronto dinamico sulle parole ,  da una parte, mi è venuta in mente  dall’importanza  della  cura della qualità  che occorre  utilizzare   verso quella   conservazione storica (leggi pure tradizione, identità, lingua, diversità come valore che rappresenta e distingue un popolo da un altro, e questo avviene  sulle parole, anzi sul vero significato che si dà alle parole: “ Lasceremo ai nostri figli meno storia di quanto ne hanno steso al sole, per noi, i nostri genitori” (arch. Atanasio Pizzi Basile)

Questa  frase  dovrebbe  essere e divenire il manifesto di tutti coloro che si avvicinano o che hanno già le mani in pasta  nel trattare  una Lingua, specialmente  se questa  è tutelata dall’art. 6 della Costituzione Italiana  con rispetto, cura e consapevolezza  di tutelare un bene prezioso  che non tornerà più, ma che viceversa  va arricchita, curata magari con “prestiti” della lingua  Ufficiale dello Stato ospitante, anzi arricchire il vocabolario della lingua degli avi. Certo lavatrice, televisore o pasta non erano conosciuti dagli avi del 1400 per esempio. Un altro belllissimo  riferimento  è il libro  di Marzio Strassoldo (altro personaggio che andrebbe studiato e fatto  conoscere agli studenti) che ha scritto un libro  che si intitola: “ Economia delle minoranze linguistiche  La tutela della diversità come valore. E’ da notare che il  sottotitolo  è ancora piu’ potente. Riporto un passaggio molto importante, contenuto nel libro, (prima edizione 2016, Carocci Editore, che si ringrazia ):

La lingua della comunicazione scientifica internazionale e, e deve rimanere, linglese e cioe la lingua dei paesi che nellultimo secolo hanno prodotto il maggior numero di scoperte scientifiche e di applicazioni tecnologiche e di successi produttivi.Nelle universita e nei laboratori di ricerca delle regioni ove domina una lingua minoritaria e la stessa lingua che deve essere utilizzata, abbandonando per quanto possibile la lingua dominante. Lintroduzione della lingua minoritaria ( n.d.r. nel nostro caso la Lingua Arbëreshe)  negli ambienti scientifici delleregioni interessate richiede un ampio e convergente sforzo di piu istituzioni: le universita, i centri di ricerca, le agenzia pubbliche di promozione dellalingua, gli organismi privati creati a sostegno della lingua. Lazione trova un obiettivo ostacolo nei meccanismi di reclutamento e formazione dei ricercatori. Questi si formano nei grandi circuiti dellascienza, della ricerca e dellinsegnamento universitario, nazionali e internazionali. Non e possibile ritenere che i docenti universitari, i ricercatori, i tecnologi possano essere formati esclusivamente nei ristretti ambiti territoriali che comprendono una minoranza linguistica. Proprio le esigenze

di qualità richiedono che lambito di reclutamento sia quanto piu possibile

esteso dal punto di vista territoriale e culturale. E pero necessario che

le universita e i centri di ricerca che accolgono personale proveniente da

lontano, e quindi da ambiti linguistici assai diversi e talvolta estranei, pongano

in essere tutte le possibili misure dirette ad un inserimento adeguato

dei nuovi apporti oltre che

dal punto di vista abitativo, sociale e culturale,

 Sanche sotto il profilo linguistico. Vanno pertanto organizzati corsi di alfabetizzazione linguistica, create strutture di accoglienza, istituiti centri di

ricerca e di insegnamento riguardanti la lingua minoritaria, incentivate le iniziative che siano dirette alla valorizzazione e alluso della lingua locale.

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