Salute, Gnocchi (Novartis): “Supporteremo Dire in 5 centri antiviolenza con screening” ‘Donne che hanno subito violenza partecipano meno a programmi di prevenzione’

Roma, 13 nov. (Adnkronos Salute) – “La salute è un diritto, lo ricordano anche l’Organizzazione mondiale della sanità e il nostro sistema sanitario nazionale. Per tutelare questo diritto, i percorsi di cura – che partono dagli screening, passano per la diagnosi e il trattamento e arrivano al follow-up – devono raggiungere i pazienti in modo tempestivo, appropriato ed equo. Le donne che hanno subito violenza vivono una situazione critica che mette ancora più in luce le disuguaglianze nell’accesso ai percorsi di cura. Una bassa percentuale di loro, infatti, aderisce ai programmi di screening”. Così Chiara Gnocchi, Country Communication & Patient Engagement Head di Novartis Italia, commenta i risultati dell’indagine presentata oggi a Milano all’evento ‘La salute è di tutte’ organizzato da Dire – Donne in rete contro la violenza, con il supporto della farmaceutica. Il dato emerso dalla survey, che ha coinvolto la rete di centri antiviolenza Dire su tutto il territorio nazionale, “non ci ha però stupito – osserva Gnocchi – perché si tratta di una situazione che vediamo su tutto il territorio italiano relativamente ai programmi di screening che il ministero della Salute offre a tutte le donne. Meno del 50% aderisce e c’è una forte disuguaglianza tra il Nord e il Sud”.”Supporteremo Dire in 5 dei suoi centri antiviolenza, con screening gratuiti sia di prevenzione senologica che cardiovascolare – afferma Gnocchi – Questo impegno, che viviamo profondamente nel sistema in cui operiamo, si aggiunge al nostro impegno all’interno della nostra azienda, dove abbiamo sviluppato un Piano per la parità di genere che ha l’obiettivo importante di avere un ambiente di lavoro che sia inclusivo ed equo. Da donna – aggiunge – mi sono sempre chiesta come mai una donna si prende cura in primis degli altri, dei propri cari, dei figli, dei genitori, del compagno, e solo dopo di se stessa”, una situazione che si amplifica quando la fiducia e l’autostima della donna è minata dalla violenza. “Queste stesse donne infatti dichiarano che, nel momento in cui entrano nei centri antiviolenza – sottolinea Gnocchi – il focalizzarsi su di sé è una leva importante per il loro benessere psicologico e fisico”.

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