Vittorio Camaiani incanta con “La mia strada”: geometrie e sogno alla Coffee House di Palazzo Colonna

Nella cornice barocca della Coffee House, lo stilista marchigiano presenta la sua collezione Autunno/Inverno 25-26, un viaggio poetico tra forme primarie, infanzia e arte

Roma, 16 novembre 2025 – C’è un momento, entrando nella settecentesca Coffee House di Palazzo Colonna, in cui il tempo sembra piegarsi. Le luci calde si riflettono sulle superfici dorate, mentre l’arte contemporanea di Andrea Borga – con la mostra “Seduzioni, quando il metallo diventa desiderio” – dialoga silenziosamente con la moda di Vittorio Camaiani. È qui che lo stilista marchigiano ha appena presentato la sua nuova collezione Autunno/Inverno 2025-26, “La mia strada”,

A presentare l’evento è stata Elena Parmegiani, direttrice eventi della Coffee House e Galleria del Cardinale Colonna di Palazzo Colonna, nonché giornalista di moda e costume.

Come in un sogno che riporta lo sguardo all’infanzia, Camaiani invita a riscoprire le forme elementari – il cerchio, il quadrato, il triangolo – trasformandole in segni tangibili di un percorso creativo e intimo. Le geometrie, che da bambini impariamo a riconoscere come primi simboli del mondo, diventano nel suo racconto sartoriale linguaggio dell’anima.

Tra rimandi al futurismo e al surrealismo, “La mia strada” si muove in equilibrio tra rigore e morbidezza, tra la precisione del segno e la poesia del gesto. Gonne e pantaloni nascono da forme quadrate o rettangolari che si ammorbidiscono seguendo la silhouette; camicie di cotone e seta si animano di pois e fantasie geometriche, mentre una camicia a forma di aquilone sembra librarsi sul corpo. I cappotti in cachemire, nei colori pieni e luminosi della collezione, si aprono in tagli asimmetrici impreziositi da zip metalliche, e i bermuda lineari sembrano usciti da una tela futurista.

Il giorno veste la concretezza elegante dei Galles, spinati e pied de poule in lana, mentre la sera si accende di lucentezza: gli abiti partono da rigide strutture rettangolari per poi trasformarsi sul corpo grazie a un semplice gesto, una cintura che libera la linea. Immancabile la tuta, declinata in lana per il giorno e in principe di Galles illuminato da satin per la notte.

Nel finale, i colori prendono la parola: i blocchi di giallo, verde e rosso, evocativi dell’infanzia, si intrecciano ai toni più maturi del cammello, del marrone, dei blu profondi e del nero. Le calzature firmate Lella Baldi oscillano tra lo stile maschile delle stringate inglesi e la sensualità dei sandali alti per la sera. Completano il quadro i cappelli di Jommi Demetrio, baschi dai riflessi degradé, ricamati con delicatezza per le ore più eleganti.

Con “La mia strada”, Camaiani conferma la sua visione: una moda che non si ferma alla forma, ma la attraversa per raccontare emozioni, sogni, frammenti di vita. Una moda che, come lui stesso, segue il proprio percorso – unico, personale, autentico.


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