Nonostante la sua profezia sull’Europa volutamente dimenticata tranne dal Vittoriale e da Naxos Legge
Pierfranco Bruni
Ida Magli scrisse:
<<Quando ho scritto Contro l’Europa sapevo soltanto una cosa: che l’unificazione dell’Europa era un’idea del tutto contraria alla ragione e alla storia. Le società e le culture non possono camminare all’indietro, non possono regredire, così come le Specie: o progrediscono nella direzione di marcia verso la loro forma, oppure si estinguono. La Germania, la Francia, l’Italia, l’Inghilterra (solo per citare alcuni dei Paesi chiamati alla fondazione dell’Ue) erano giunti a diventare “Nazioni”, con la loro individualità di territorio, di confmi, di paesaggio, di patria, di lingua, di letteratura, di arte, di musica, di bellezza, di civiltà, attraverso un lungo percorso storico, perché questo “essere Nazione” era la “forma” di civiltà cui aspiravano: piena, forte, matura, felice. Avevano perseguito questo modello con lo sforzo, il lavoro, l’ingegno, le battaglie, il sangue, l’eroismo di secoli. La catastrofe della Seconda guerra mondiale (una guerra che è errato accomunare alla Prima, come molti sono soliti fare, in quanto il contesto politico, le motivazioni e gli scopi erano del tutto diversi) non faceva parte della logica della loro storia, ma, al contrario, si è configurata come una sua tragica rottura. Basterebbe a dimostrarlo, almeno per quanto riguarda l’Italia, l’alleanza stretta da Mussolini con la Germania, il suo primo vero tradimento nei confronti degli Italiani, visto che si trattava di un’ alleanza non soltanto antistorica, ma soprattutto offensiva per la sensibilità di un popolo che era appena uscito con immani battaglie dal dominio dell’impero tedesco. Ne è prova il sacrario di Redipuglia con i suoi centomila morti. L’ordinata collina di tombe, che sale a perdita d’occhio con le sue croci, è la straordinaria architettura offerta dalla natura soltanto a chi, avendo compreso che cosa fosse l’Italia e quanto l’avessero amata le innumerevoli giovani vite offerte volontariamente per lei, ha potuto immaginarla, “vederla” come tempio, non della Memoria, ma della Presenza assoluta».
Ida Magli a cento anni dalla nascita. Dimenticata dalle istituzioni. Se non fosse stato per il Vittoriale degli Italiani e dal suo presidente Giordano Bruno Guerri e da Naxos Legge diretto da Fulvia Toscano sarebbe passata completamente inosservata e trascurata.
Prima di questi due eventi è stato pubblicato un volume, per i tipi di Pellegrini Editore, curato da Marilena Cavallo e da chi scrive, con introduzione proprio di Giordano Bruno Guerri, con contributi notevoli, oltre dei curatori, di Mimma Cucinotta e Silvia Gambadoro, Patrizia Tocci, Francesco Iannello, Annarita Miglietta. Del seminario svoltosi al Vittoriale saranno pubblicati gli Atti la cui uscita è prevista nei primi mesi del 2026 con la curatela di Marilena Cavallo.
Quale Europa ci interessa? La domanda che Ida Magli spesso si è posta.
Nel tempo delle grandi crisi occorre necessariamente porsi delle domande. L’Europa degli ideali non c’è più. Ammesso che ci sia mai stata nel nascente contesto degasperiano.
L’Europa politica è una cartina geografica che riguarda da sempre le suddivisioni di confini e territori. Resta l’Europa dei mercati dei commerci della moneta unica. Questa non solo è in declino ma non è mai nata in modo strutturale, strategico e sistematico.
La moneta unica, ovvero l’euro, è stata sempre appannaggio del dollaro. Gli Stati Uniti d’America dal 1945/46 hanno governato l’Europa o le Europe.
Oggi è entrata sulla scena la “dominazione” di quella geografia che centralizza l’agonia delle Nazioni europee. Sono agonizzanti. Ma è un problema vecchio che che a ogni cambio di classe politica si pone sullo scacchiere.
Addirittura Maria Zambrano negli anni Trenta parlava proprio di agonia dell’Europa. Alla fine degli anni Novanta Ida Magli poneva la stessa questione con molta durezza. Quando la politica non ascolta il pensiero della cultura riesce soltanto a “monetizzare” le società e con esse le civiltà e le loro identità.
Infatti la Zambrano parlava di una crisi profonda dovuta a una costante passività dovuto il tutto a una perdita di radici e di classicità.
Un tema sul quale si dovrebbe dibattere con molta serietà e serenità. Molto più dura Ida Magli quando afferma: “Visto che gli economisti e i banchieri hanno sbagliato i conti perfino nel loro campo, se ne deduce facilmente che sia sbagliato anche tutto il resto. La crisi monetaria, perciò, è l’indice di un prossimo crollo totale. Io, però, voglio aggiungere una cosa: il crollo dell’Europa è voluto. La costruzione è stata fatta (anche se non tutti lo sapevano o lo capivano) appositamente per distruggere la forza dell’Europa, la sua civiltà, la sua storia, i suoi popoli. Lo scopo finale, infatti, è la mondializzazione: un solo governo, una sola moneta, una sola lingua, una sola religione, etc. Dietro all’unificazione europea c’è la volontà massonica della globalizzazione”.
Insomma è lo storico dilemma ore unitario, ovvero 1859/1860. C’erano gli Imperi. C’erano le civiltà come forme di Identità precisa. C’erano gli Occidenti e gli Orienti. Resta il fatto che l’Idea di Europa come l’abbiamo conosciuto anche alla fine del secondo conflitto bellico non c’è più.
Non credo affatto che anche allora si avesse una idea chiara. Le Nazioni esistono e resistono per le loro storie individuali e non per un sistema di legami. Bensì per una autonomia della lingua, della cultura, del costume, delle tradizioni. Tutto in un unico modello di religiosa antropologia.
Proprio sul piano antropologico Ida è riuscita a ricostruire un percorso in cui elementi e modelli costituiscono l’asse portante della civiltà europea antica tra classicita e moderno e l’attuale Europa con tutti i suoi conflitti esistenziali singoli e di popoli. La cultura come riferimento di una lettura comparata tra eredità e appartenenze, destini e labirinti. Aspetti che la contemporaneità ha smarrito. Una dialettica a intreccio tra vocazione e solidarietà.
Le diverse voci qui presenti sono una testimonianza di grande interesse comparativo.
Il seminario del Vittoriale degli Italiani chiaramente ha detto altro e molto di più. L’attuale e la profezia della Magli sul piano politico-filosofico, è straordinamente unico e importante oggi. Aspetto sul quale si ritornerà in occasione della pubblicazione degli Atti.