Ambiente, Briano (F. UNA): “Ritorno del Barbagianni grazie a intervento umano”

Portoferraio, 29 mag. (Adnkronos) – “Insieme a Federparchi sosteniamo fortemente il progetto ‘Il ritorno del barbagianni a Pianosa’ che riguarda la fase di monitoraggio del rapace. Vogliamo dimostrare che in fondo la natura ha anche bisogno dell’intervento umano. Soprattutto dove nel passato, come all’isola di Pianosa, ci sono stati interventi dell’uomo, come l’eradicazione del ratto nero, che hanno in qualche modo cambiato quelli che erano gli assetti naturali”. Lo afferma Renata Briano, presidente del comitato scientifico di Federazione UNA, in occasione dell’evento “Il ritorno del barbagianni a Pianosa. Un progetto di Fondazione UNA e Federparchi”, organizzato presso la sede dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, nell’ambito della settimana europea dei parchi, per presentare i primi risultati. A Pianosa si era sviluppato il ratto nero, principale preda del barbagianni, che aveva però “creato uno squilibrio con altri uccelli molto importanti come le berte – illustra Briano – l’eradicazione del ratto era necessaria. La reintroduzione del barbagianni è un po’ l’emblema dell’utilità dell’intervento umano. Come Fondazione UNA sosteniamo il progetto anche con un aiuto economico per continuare i monitoraggi, fondamentali non solo per il barbagianni – sottolinea – ma anche per tutte quelle specie biologicamente ed ecologicamente collegate al barbagianni, cioè le prede. Piccoli animali che sarebbero impossibili da censire e che grazie ai rigurgiti del rapace, le borre, è possibile studiare”.

Related posts

La Sardegna ad Artigiano in Fiera porterà le sue eccellenze tra tradizione, creatività e identità Al centro della scena internazionale 36 micro e piccole aziende isolane, saranno in mostra a Fieramilano Rho dal 6 al 14 dicembre 2025

Cancro seno metastatico, ‘D’Antona (Europa Donna): “Applicare subito nuove terapie” ‘Bene trattamenti innovativi ma ritardo disponibilità può fare la differenza’

Cancro seno metastatico, Guarneri (Iov): “Inibitore Akt e terapia ormonale migliorano controllo” ‘Combinazione riduce progressione malattia’