Home Libri Fumetti d’intelligence, gli 007 nelle strisce più belle di ogni tempo

Fumetti d’intelligence, gli 007 nelle strisce più belle di ogni tempo

Sara Piccolella

Da Paperino a James Bond, il Gotha delle matite racconta spioni e donne fatali. Il segreto di un pensiero che deve capire il mondo per non subirlo

Lo spionaggio è un’arte ma anche un grande racconto, di varia umanità e intrigante bellezza. Quando poi sono i fumetti, con il magico linguaggio dei lapis colorati, a narrare storie e personaggi senza tempo, allora l’impatto del mistero si raddoppia e il successo è assicurato. Come accade per un libro di Giuseppe Pollicelli, appena sfornato dall’editore Nuova Argos: si intitola Fumetti d’intelligence. Lo spionaggio a strisce dalle origini a oggi (pagine 368 e 5 inserti a fumetto, € 25,00), introduzione di Daniele Barbieri, con fumetti inediti di Vittorio Giardino, Giancarlo Alessandrini, Massimo Rotundo, Walter Venturi e Onofrio Catacchio.

Segreti di carta e di percorsi che le vignette successive sanno rendere, restituendo al lettore atmosfere di donne fatali e tipacci, chiaroscuri di locali malfamati dove però si beve bene e strade strette lungo le quali vale un solo segreto: non farsi beccare dal nemico.

Pagine-capolavoro, illustrate e scandite da ‘strisce’ che in un lungo, delizioso excursus, ripercorrono le storie di spioni pazzeschi dalle origini al giorno d’oggi: da Zagor e lo spionaggio ad Alan Ford, agente segreto tutto da ridere, con il mitico Gruppo T.N.T., insieme a basi segrete, agenti improbabili e spie di sette cotte. E ancora Snake Agent e Super Spy, di Matt Kindt; Martin Mystère contro gli Uomini in Nero e Max Fridman, l’ex spia testimone del suo tempo, contando persino una biografia a fumetti di Alan Turing. Menzione particolare, e speciale, per l’Agente SS 018 e Joe Sub, gli emuli italiani di James Bond, come per Tom Ficcanaso in ‘Operazione Tonno’ e le strisce dello Sconosciuto, opera del mitico Magnus.

Così il genere comic, specie nella sua aggiornata versione di graphic novel, dal Gotha delle matite nazionali va a dama con nuove ricerche di senso, portando in scena il difficile mestiere di arrivare a sera, avendo ‘uso di mondo’. A rendere eccezionale il testo provvede anche la tavola concepita appositamente per il libro da Max Fridman.

Il tema ‘intelligence e fumetto’, pur nell’ardita originalità, non dovrebbe stupire più di tanto gli amanti del genere, poiché da tempo l’autore di questo volume vi si dedica con passione inesausta ed esperta, proponendo puntuali approfondimenti in una rubrica dedicata al tema sul trimestrale Gnosis, la Rivista italiana di intelligence.

Ma ogni capitolo è da gustare. La ‘Primula Rossa’ di Emma Orczy, ad esempio, ha la potenza di rappresentare l’incanto di sparire. Il tratto di Giancarlo Alessandrini è netto nel riprodurre le atmosfere da ancien regime, nella peculiarità di quell’epoca ma in fondo nel ripetersi del ciclo delle vicende, perché – annota nella prefazione Alessandro La Ciura – “è proprio come la pioggia, la Primula Rossa, imprevista e rapida, è come l’intelligence, i cui meriti deve nascondere se non vuol concedere un vantaggio al nemico, se vuole sparire, celarsi e risultare efficace al momento opportuno”.

Ancora una volta la lezione è intelligere, vedere nel profondo e comprendere. In Epitaffio per una spia, di Eric Ambler, l’insegnante ungherese Josef Vadassy dice al commissario che gli ha sequestrato la macchina fotografica: in ogni scatto “le ombre sono disposte in modo differente”.

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