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Brexit, nodo del Dup e assenza di una svolta

Mimma Cucinotta

Arlene Foster, leader del DUP, sottolinea che il punto chiave del suo partito sia l’indissolubilità dell’Irlanda del Nord con il Regno Unito del quale dovrà rimanere parte integrante. Intanto, Johnson potrebbe perdere 10 voti del DUP ma continua nella sua performance bizzosa contro un posticipo della Brexit convinto di allettare, deputati laburisti ed altri oppositori. La finale si annuncia difficile e partono le scommesse sul voto finale.

 

Londra e Bruxelles, forse alle battute alla ricerca di un accordo. Un’ intesa che il Consiglio europeo attende sul tavolo nei prossimi giorni.

Ore piuttosto tese che probabilmente porteranno a un nulla di fatto e in assenza di un accordo, dietro l’angolo fa capolino la previsione di un altro Consiglio europeo di fine ottobre.

Contrasti sul nodo del Dup, rallentano le trattative tra le forze politiche. Arlene Foster, leader del DUP, sottolinea che il punto chiave del suo partito sia l’indissolubilità dell’Irlanda del Nord con il Regno Unito del quale dovrà rimanere parte integrante. Una posizione che appare in disaccordo con quanto accaduto nella notte in tema di superamento del ritorno della frontiera in Irlanda. Secondo quanto riferiscono fonti ufficiose, alla presunta apertura del premier britannico Boris Johnson ad una sorta di frontiera marina ci sarebbe stata la richiesta del DUP di svariati miliardi per la regione irlandese del nord, in cambio di un ok all’intesa.

Intanto, Johnson potrebbe perdere 10 voti del DUP ma continua nella sua performance bizzosa contro un posticipo della Brexit convinto di allettare, non si riesce a comprendere come, alcuni parlamentari laburisti e altri dell’opposizione a sostenere qualunque accordo con l’Unione europea. Ma a Bruxelles sanno bene che i negoziati non siano alle battute finali, il risultato dei colloqui di stanotte lo dimostrano malgrado qualche attimo di sintonia tra le parti.

A muovere tutta l’impalcatura è ottenere un accordo non soltanto con Bruxelles. Boris Johnson soprattutto deve trovarlo all’interno del suo governo spesso espressione di posizioni divisorie.

“Se ci viene data l’opportunità di votare su un accordo e di approvarlo, possiamo muoverci rapidamente. Sono consapevole che il disegno di legge sull’Accordo di Ritiro è un atto legislativo significativo, ma siamo sicuri di poterlo approvare entro il 31 ottobre” così il ministro per la Brexit, Stephen Barclay, dal quale arriva un’ottimismo ostentato e poco credibile .

La realtà è ben diversa, Johnson e il suo governo finora si sono mossi su un terreno non persuasivo sostanzialmente inefficace nei confronti dei loro alleati e oppositori. Le loro proposte non funzionano in particolare con gli unionisti dell’Irlanda del Nord.

Secondo i sostenitori dell’unione del paese l’accordo con L’Ue potrebbe portare Belfast ad una sorte infausta. La città del nord dell’Irlanda , temono gli unionisti, sarebbe sottoposta ad una dimensione e considerazione diversa dal resto del Regno Unito.

In attesa della votazione che malgrado si annuncia difficile, sembrerebbe siano lanciate scommesse che puntano su un buon finale….!

 

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