Home Europa Regno Unito. In meno di due settimane 148 mila positivi: i dati del rapporto statistico sul contagio

Regno Unito. In meno di due settimane 148 mila positivi: i dati del rapporto statistico sul contagio

Redazione

Dal rapporto dell”Ufficio nazionale di statistica (Ons) britannico, emerge chiaramente che l’età non ha un impatto sulla probabilità di ammalarsi di coronavirus

Londra , 14 mag 2020 – Le autorità britanniche hanno da oggi a disposizione nuovi dati per affrontare la gestione dell’emergenza Covid-19 nel paese. L’Ufficio nazionale di statistica (Ons) britannico ha infatti rilasciato nel pomeriggio il rapporto sul contagio da coronavirus in Inghilterra. Secondo il sondaggio tra il 27 aprile e il 10 maggio 148 mila persone in Inghilterra sono risultate positive al coronavirus. Lo 0,27 per cento di ciò che il sondaggio definisce “popolazione di comunità” – ovvero cittadini esclusi da ospedali, case di riposo e altri contesti istituzionali – ha avuto il coronavirus. Questa stima è basata su test condotti su 10.705 individui in 5.276 nuclei abitativi. Per quanto riguarda gli individui che lavorano nel sistema sanitario a diretto contatto con i pazienti o chi lavora direttamente con gli ospiti delle case di riposo, la percentuale è più alta: l’1,33 per cento del personale ha avuto il coronavirus. Secondo il rapporto, inoltre, non c’è differenza tra le proporzioni di persone risultate positive al coronavirus tra le diverse fasce d’età. I segmenti della popolazione presi in considerazione sono quelli relativi alle persone che hanno fra i due e i 19 anni, tra i 20 e i 49 anni, tra i 50 e i 69 anni e dai settant’anni in più. La proporzione di individui positivi al coronavirus in ciascuna di queste fasce d’età è pressoché uguale, il che dimostra chiaramente che l’età non ha un impatto sulla probabilità di ammalarsi di coronavirus.

Questi dati vengono pubblicati poche ore dopo l’annuncio che il test anticorpale per il coronavirus prodotto dall’azienda farmaceutica svizzera Roche ha soddisfatto i criteri dell’agenzia esecutiva per la Sanità e l’assistenza sociale britannica. Il prodotto di Roche sembra essere il più preciso a disposizione, con un tasso di accuratezza vicino al 100 per cento. Il test anticorpale, che mostra se l’individuo ha avuto il coronavirus, anche nel caso degli asintomatici, è fondamentale per diverse ragioni. Anche se l’immunità dei pazienti che si sono ripresi non è certa, i test dovrebbero permettere ai membri del personale medico che sono risultati positivi al coronavirus di ritornare a lavorare senza doversi preoccupare della propria sicurezza o di diffondere il virus. I test potrebbero eventualmente essere utilizzati anche per i “passaporti d’immunità”, anche se non è certo quanto questi ultimi possano essere utili una volta che il virus sarà sotto controllo. L’impatto maggiore potrebbe però essere la maggiore facilità con cui si potrebbe ottenere un’idea concreta di quanto il virus si sia diffuso nel Regno Unito, rendendo possibili più test di massa.

Il test rappresenterebbe un enorme passo in avanti nella lotta contro il coronavirus, che ha causato numerose discussioni tra esecutivo, opposizione, sindacati e membri del pubblico. Il governo conservatore di Boris Johnson è stato infatti criticato su molti fronti, negli ultimi giorni specialmente per la mancata prontezza nel proteggere le case di riposo, che hanno visto molte vittime tra ospiti e personale. Secondo nuovi studi della London School of Economics, gli ospiti delle case di riposo morti per coronavirus potrebbero essere 22 mila in Inghilterra e Galles, circa il doppio del bilancio delle vittime ufficiale. Altre discussioni sono in corso relativamente alla sicurezza dei lavoratori e degli studenti. Alcuni lavoratori sono tornati alle loro attività questa settimana in base alle nuove linee guida di graduale allentamento della quarantena annunciate dal premier Johnson, mentre alcuni studenti potranno tornare a scuola da inizio giugno. Sindacati ed insegnanti si sono però dimostrati preoccupati riguardo alla mancanza di indicazioni precise su come mantenere il distanziamento sociale in questi ambienti e su come salvaguardare in modo diretto la salute di lavoratori, insegnanti e alunni.

Infine, altro tema estremamente dibattuto è l’obbligo di auto-isolamento di due settimane per chi entra nel Regno Unito dall’estero per via aerea, sempre annunciato dal primo ministro insieme agli ultimi cambiamenti nella quarantena. Questa misura, che esclude i cittadini francesi, è stata introdotta dal governo per controllare la possibile diffusione di coronavirus, ed è attiva in altri paesi europei. Tuttavia rappresentanti di diverse industrie manifatturiere, come quella alimentare e quella farmaceutica, hanno lamentato che molti membri delle loro squadre sono ingegneri o specialisti che vengono dall’estero per brevi periodi. Senza questa manodopera, fondamentale per la propria conoscenza dei macchinari utilizzati nelle fabbriche britanniche, molti settori potrebbero avere difficoltà a mantenere le forniture costanti. Date queste numerose situazioni di complessità, la possibilità di testare grandi numeri con risultati dalla precisione quasi perfetta è priorità del governo di Londra.© Agenzia Nova

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