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Usa: Trump contro la corte penale internazionale

Francesco Mazzarella

Una mossa per distrarre dal fallimento della sua amministrazione?

“Le azioni della Corte penale internazionale sono un attacco ai diritti del popolo americano e minacciano di violare la nostra sovranità nazionale”, ha dichiarato in una nota il segretario stampa della Casa Bianca Kayleigh McEnany.

Giovedì, Il presidente Donald Trump, ha autorizzato sanzioni e ulteriori restrizioni ai visti contro il personale della Corte penale internazionale – l’ultimo tentativo da parte dell’amministrazione di distrarre l’organismo internazionale da un’indagine su potenziali crimini di guerra da parte di funzionari militari e dei servizi segreti statunitensi.

Nelle restrizioni firmate dal Presidente viene scritto che sono passibili di sanzioni, chiunque abbia intrapreso arresti, indagini, o abbia perseguito qualsiasi personale degli Stati Uniti senza alcun consenso degli Stati Uniti, e chiunque abbia tentato di farlo anche contro un alleato degli Stati Uniti senza il consenso dello stato.

Questa mossa da parte di Trump, sembra sia scaturita da un’autorizzazione a procedere, da parte della Corte penale internazionale, su presunti crimini di guerra commessi in Afganistan da parte forze statunitensi e afghane, nonché su presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi dai talebani. Il procuratore capo Fatou Bansouda spinge anche ad indagare sui crimini commessi da Israele contro i palestinesi.

Il via libera per sanzionare i funzionari della Corte penale internazionale ha già suscitato la preoccupazione dei funzionari delle istituzioni internazionali e delle organizzazioni per i diritti umani.

Lo scorso anno gli Stati Uniti avevano revocato il visto d’ingresso al procuratore capo della Corte penale internazionale, dichiarando che gli Stati Uniti non sono parte del tribunale internazionale.

Nell’ordine esecutivo, firmato da Trump, viene evidenziato che gli Stati Uniti continueranno ad utilizzare tutti i mezzi necessari per proteggere i propri cittadini, ed anche i propri alleati da procedimenti giudiziari ingiusti da parte del Tribunale penale Internazionale.

Il Segretario di stato Mike Pompeo ha affermato, durante un suo discorso, che le sanzioni economiche saranno determinate caso per caso, e che le restrizioni sui visti includeranno i familiari dei funzionari designati.

“Non ci dà gioia nel punirli, ma non possiamo permettere ai funzionari dell’ICC e alle loro famiglie di venire negli Stati Uniti per fare acquisti, viaggiare e altrimenti godere delle libertà americane mentre questi stessi funzionari cercano di perseguire il difensore di quelle stesse libertà”.

Durante una riunione al Dipartimento di Stato, Mark Esper , segretario alla Difesa, insieme a Pompeo, William Barr, procuratore generale, Robert O’Brien, consigliere per la sicurezza nazionale hanno affermato che l’amministrazione si aspettava che le informazioni sulla presunta cattiva condotta del nostro popolo fossero consegnate alle autorità statunitensi in modo da poter intraprendere le azioni appropriate, come abbiamo sempre fatto in passato, il nostro sistema giudiziario assicura che il nostro popolo sia tenuto in conto in base alla Costituzione degli Stati Uniti, non alla Corte penale internazionale o ad altri organi intergovernativi di vasta portata.

Inoltre Barr ha affermato che il Dipartimento di Giustizia aveva informazioni “sostanziali e credibili” sulla “corruzione e misfatti finanziari di lunga durata ai più alti livelli dell’ufficio del procuratore” e ha espresso preoccupazione sul fatte che anche poteri stranieri come la Russia stanno manipolando la CORTE PENALE INTERNAZIONALE nel perseguimento dei propri scopi, ma su queste dichiarazioni non ha fornito nessuna prova ed inoltre risulta che la Russia si sia ritirata come firmataria dallo statuto della CORTE PENALE INTERNAZIONALE nel 2016.

Le dichiarazioni e l’ordine firmato da Trump hanno scatenato polemiche e preoccupazioni negli scenari internazionali, il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha affermato che le notizie sulle sanzioni previste “ci riguardano”, aggiungendo che “continueranno a seguire da vicino gli sviluppi” sulla questione.

Il direttore di Washington di Human Rights Watch, Andrea Prasow, ha denunciato l’azione, affermando che “dimostra disprezzo per lo stato di diritto globale”.

Dichiarando che: “I paesi che sostengono la giustizia internazionale dovrebbero opporsi pubblicamente a questo palese tentativo di ostruzione”.

L’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri Josep Borrell ha definito l’ordine esecutivo di Trump “una questione di grave preoccupazione”.

Sembrerebbe che nel novembre del 2017 il Procuratore capo della Corte penale Internazionale avesse chiesto l’autorizzazione ad avviare un’indagine sui crimini connessi al conflitto in Afghanistan. Secondo una dichiarazione dell’epoca, l’ufficio di Bensouda “ha stabilito che esiste una base ragionevole per credere” che i membri delle forze di sicurezza nazionali afgane, le forze armate statunitensi e la CIA abbiano commesso “crimini di guerra” e che i membri dei talebani aveva commesso sia crimini di guerra sia crimini contro l’umanità.

La questione rimane ancora aperta, ma l’idea che esista un organo esterno che controlli le azioni degli stati, quando avvengono all’esterno dello stato, ritengo sia un modello di democrazia, e pur vero che la possibilità di infiltrazioni, o di connivenze è sempre dietro l’angolo. Bisogna però essere certi che esiste un’etica ed una morale che muove le persone, ovviamente bisogna sempre stare con gli occhi aperti, ma non solo per controllare cosa fanno e come lo fanno, ma perché il bene comune è una nostra responsabilità.

 

 

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