Home Redazione Chi sostituirà Palù all’Aifa? Tra identikit e rumor ecco i papabili Marco Cavaleri e Guido Rasi centrano i requisiti indicati dal virologo dimissionario e da Schillaci, in gioco anche una ‘carta rosa’

Chi sostituirà Palù all’Aifa? Tra identikit e rumor ecco i papabili Marco Cavaleri e Guido Rasi centrano i requisiti indicati dal virologo dimissionario e da Schillaci, in gioco anche una ‘carta rosa’

Agenzia Adnkronos

Milano, 23 feb. (Adnkronos Salute) – Chi sostituirà Giorgio Palù alla presidenza dell’Aifa? Nel messaggio con cui ieri ha sbattuto dietro di sé la porta dell’Agenzia italiana del farmaco, annunciando le sue dimissioni a Cda e direttori, il virologo tracciava in realtà anche il profilo che vorrebbe per chi verrà dopo di lui: un ‘identikit’ che potrebbe calzare bene a due dei nomi più pronunciati fra chi in queste ore si interroga sul futuro dell’ente regolatorio nazionale. Da un lato Marco Cavaleri, che all’Agenzia europea del farmaco Ema è responsabile Rischi sanitari e Strategie vaccinali e presiede la Task force emergenze; ma dall’altro anche il suo ‘maestro’ Guido Rasi, fra i vari incarichi professore di Microbiologia all’università di Roma Tor Vergata, che nella sua carriera ha guidato sia l’Ema che l’Aifa. Ci sono alcuni obiettivi che Palù, nel suo messaggio, ha spiegato di ritenere “essenziali per rilanciare l’agenzia: una forte e qualificata rappresentanza di Aifa in seno alle commissioni europee; l’informatizzazione dei dati farmaco-economici; gli studi clinici e la Rwe”, Real World Evidence, “per stimare il valore delle cure; la comunicazione scientifica; il coinvolgimento di esperti di altissimo profilo a sostegno della Cse”, la Commissione unica scientifica ed economica dell’Aifa; “la promozione della ricerca biomedico-farmaceutica, sicuramente uno dei settori più qualificanti per lo sviluppo scientifico-tecnologico del Paese”. Indicazioni che il ministro della Salute Orazio Schillaci, commentando in serata “con stupore” le dimissioni di Palù e le sue motivazioni, ha assicurato di voler tenere presente. “Accolgo di buon grado – recitava la nota da Lungotevere Ripa – il suggerimento di nominare un successore con un mandato temporale e professionale più ampio, in grado di aggiungere a una forte e qualificata rappresentanza di Aifa in seno alle commissioni europee, all’informatizzazione dei dati farmaco-economici, agli studi clinici e alla Rwe, alla comunicazione scientifica, al coinvolgimento di esperti di altissimo profilo a sostegno della Cse, alla promozione della ricerca biomedico-farmaceutica, anche la capacità – era la chiosa dal sapore polemico – di lavorare in squadra per il bene del Paese”.Caratteristiche che occhi attenti riconducono sicuramente a Cavaleri – curriculum internazionale, posizione apicale all’Ema consolidata dall’impegno in prima linea durante l’emergenza Covid, il desiderio mai nascosto di poter tornare un giorno in Italia, profilo tecnico che metterebbe d’accordo tutti o quasi – ma il ritratto si adatta anche a colui del quale Cavaleri è allievo e pupillo, ossia Rasi: già direttore generale Aifa, per due volte direttore esecutivo Ema, paladino della Real World Evidence a cui ha dedicato vari scritti, sulla carta ancora anagraficamente in tempo per poter portare a termine un mandato quinquennale alla presidenza dell’Aifa, spalle (da ex nuotatore) abbastanza larghe per sostenerne il peso. Insomma, ‘una poltrona per due’? Troppo presto per dirlo. Servirebbe certo la voglia – non scontata – di occupare una sedia non comodissima, e per entrambi non mancano nemmeno elementi che potrebbero smentire i rumor del momento. Uno è particolarmente forte ed è il fattore ‘genere’: un’Aifa più ‘rosa’, con una donna con tutte le carte in regola per impugnarne finalmente lo scettro, è il sogno e l’auspicio di molti.

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