Home Informatica Il futuro è già realtà con l’intelligenza artificiale

Il futuro è già realtà con l’intelligenza artificiale

Cristiano Calabrese

Anche se spesso non ce ne rendiamo conto, le applicazioni basate sull’uso dell’intelligenza artificiale sono sempre più diffuse, in ogni campo ed in ogni ambito del vivere quotidiano.
Quando ci sorprendiamo nel vederci recapitare, tramite email, offerte di prodotti e servizi non richiesti, dopo averli però visualizzati su qualche motore di ricerca, beh, in quel caso è stata usata l’A.I. per carpire i nostri desideri, per profilarci, per fare business con i nostri dati vendendoli al miglior offerente, il quale potrà, a sua volta, fare business vendendoci i prodotti che abbiamo cercato solo qualche minuto prima!
Naturalmente (e per fortuna…) l’A.I. è anche altro; è una delle tecnologie più promettenti dei nostri tempi e permette di salvare vite umane, di elaborare previsioni, di aumentare la produttività in ogni campo.
Non è un’esagerazione: l’A.I. già oggi supporta i medici nell’identificare tumori ed altre malattie, di predire con accuratezza, un tempo impensabile, la proliferazione di epidemie e pandemie, permettendo così di prolungare la vita umana.
In futuro potrebbe essere usata per prevedere e localizzare terremoti, per fare previsioni del tempo sempre più accurante e di lungo periodo, fornendo alla protezione civile dati per analisi predittive sempre più accurate.
L’A.I., dunque, può portare beneficio alla società nel suo complesso, in tutti i settori, sia nella vita quotidiana sia nell’attività lavorativa delle persone.
Questo vale naturalmente anche per la missione dei governi e delle pubbliche amministrazioni, che dovranno indirizzare investimenti e risorse nei campi tipici delle agenzie pubbliche, quali i sistemi sanitari, educativi e giudiziari, il pubblico impiego e la sicurezza.
Ma cos’è l’A.I. e come funziona?
Condizione indispensabile, senza la quale non si può parlare di A.I. è la presenza di almeno due componenti: i “BigData” (il termine indica grandi aggregazioni di dati, la cui mole richiede strumenti e tecnologie differenti da quelli tradizionali) e i computer con “Potenza Elaborativa Elevata”, che solo l’attuale tecnologia è in grado di fornire.
Gli algoritmi matematici alla base dell’A.I. consentono alle macchine di imparare dall’esperienza, di adeguarsi a nuove informazioni ricevute e svolgere compiti simili a quelli dell’uomo.
La maggior parte degli esempi di A.I. di cui sentiamo parlare oggi, dai programmi per giocare a scacchi alle auto con guida autonoma, si basano principalmente sul deep learning (apprendimento profondo) e sul natural language processing (elaborazione del linguaggio naturale). Utilizzando queste tecnologie, i computer possono imparare a svolgere compiti specifici elaborando grandi quantità di dati e riconoscendo i modelli nei dati stessi.
Perché l’intelligenza artificiale è importante?
L’A.I. automatizza l’apprendimento continuo e la scoperta di nuove e sconosciute relazioni attraverso i dati; l’A.I. aggiunge intelligenza ai prodotti esistenti. Nella maggior parte dei casi, l’A.I. non viene venduta come applicazione singola, accade invece che i prodotti già in uso vengono migliorati con le funzionalità di A.I., esattamente come Siri è stato aggiunto come nuova funzionalità a una generazione di prodotti Apple.
Automazione, piattaforme conversazionali, bot e smart machine possono essere combinati con grandi quantità di dati per migliorare molte tecnologie a casa e sul posto di lavoro, dalle informazioni di sicurezza all’analisi sugli investimenti.
L’A.I. trova nuove strutture e regolarità nei dati in modo che l’algoritmo acquisisca un’abilità: esso diventa un predittore.
Così, proprio come l’algoritmo può auto apprendere come giocare a scacchi, può insegnare a sé stesso quale prodotto raccomandare online. E i modelli si adattano e migliorano quando arrivano nuovi dati.
L’A.I. analizza dati sempre più in profondità utilizzando le cosiddette reti neurali, grazie all’incremento della potenza dei computer e alla disponibilità dei big data.
Sono, infatti, necessari molti dati per generare modelli di deep learning capaci di apprendere direttamente dai dati stessi. Più dati ci sono, più si alimentano, e più accurate diventano le predizioni.
Dunque, l’A.I. col tempo può raggiungere precisioni prima impensabili, grazie alla profondità delle reti neurali. Ad esempio, le interazioni con Alexa, Google Search e Google Photos sono tutte basate sul deep learning e continuano a diventare sempre più accurate.
Poiché il ruolo dei dati è ora più importante che mai, diventano essi stessi un vantaggio competitivo. In un qualsiasi settore di mercato, anche se tutti i competitor applicassero tecniche di analisi simili, il possessore di dati migliori risulterebbe comunque vittorioso.
Insomma, sembra proprio che sull’intelligenza artificiale si giochi la partita geopolitica per l’egemonia del futuro. Il presidente Putin ha dichiarato pubblicamente “chi sviluppa la migliore A.I., governa il mondo!”.
Cristiano Calabrese, matematico.
Docente di matematica e fisica

Print Friendly, PDF & Email

You may also like