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Il sopravvento della tecnologia sulla lettura

Sara Piccolella

Quante volte ci sarà capitato di veder passare una persona di fianco a noi per strada con lo Smartphone in mano, intenta a digitare, a scorrere la home di Instagram o a selezionare la musica da ascoltare nel tratto di strada per arrivare a casa. Magari quella persona la conosciamo e neanche si accorge di noi perché troppo concentrata nel suo mondo virtuale.

Ebbene, soprattutto nelle nuove generazioni questo fenomeno si verifica molto spesso, perché più passano gli anni, più i telefonini si evolvono e ci catturano prendendosi il nostro tempo libero, lasciando ai margini le attività che aiutano la nostra mente a non entrare in modalità ‘stand-by’. In particolare, un hobby che è sempre più trascurato dalle generazioni odierne è la lettura, forse l’unica che permette agli adolescenti di costruirsi un’opinione personale, senza essere influenzati dagli schemi fissi derivanti dalla società, dalla televisione, dai media. D’altronde, come asserisce Cartesio: “Se vogliamo conoscere il senso dell’esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell’angolo più oscuro del capitolo, c’è una frase scritta apposta per noi”.

Nell’era digitale, del tutto e subito, è molto più semplice e veloce inserire una parola chiave nel motore di ricerca, piuttosto che aprire un libro e dedicarci del tempo.

I social sono i fautori dell’invidia, della gelosia, della superbia di tutti coloro che vorrebbero una vita come quella dei vip, i quali postano in continuazione aggiornamenti per aumentare le interazioni e creare scalpore. Ciò porta a isolarsi con il proprio cellulare, che ormai è diventata la camera di tutti i nostri segreti, in attesa che arrivi qualche notifica importante. Infatti, secondo uno studio della Lancaster University pubblicato sulla rivista Plos One, lo usiamo in media cinque ore al giorno rivolgendogli lo sguardo 85 volte nel corso delle 24 ore.

Dunque, più o meno un terzo del tempo che trascorriamo svegli lo dedichiamo all’insostituibile protesi tecnologica e a tutto ciò che vi transita. Se pensassimo a quanto potremmo leggere in queste cinque ore, sicuramente saremmo tutti meno ignoranti. Un libro, al contrario dello smartphone permette di essere liberi e di poter immaginare, di rilassarci e di perderci in infinite storie diverse. D’altronde se viaggiando si vive due volte, leggendo si vive 5000 volte, come ha affermato Umberto Eco: «Chi non legge, a settant’anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge, avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro».

 

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