Home Salute e Benessere LA SINDROME VARICOSA: I TRATTAMENTI ENDOVASCOLARI LASER

LA SINDROME VARICOSA: I TRATTAMENTI ENDOVASCOLARI LASER

Massimo Danese

L’insufficienza venosa cronica colpisce prevalentemente le donne ed è una patologia che può incidere sulla qualità della vita. Ne parliamo con il dottor Massimo Danese, chirurgo vascolare all’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma e Presidente S.I.F.C.S.- Società Italiana di Flebologia Clinica e Sperimentale.

L’insufficienza venosa cronica (IVC) colpisce principalmente le donne, con una predominanza di 3.1, e ha una prevalenza stimata tra il 5 ed il 30% nella popolazione adulta.

Si tratta di una patologia che può senza dubbio incidere sulla qualità di vita: a tale aspetto la medicina cerca di far fronte mettendo a punto nuove strategie terapeutiche. L’insufficienza venosa cronica è causata, nella gran parte dei casi, di edema degli arti inferiori, tumefazione dei tessuti molli dovuta ad una abnorme espansione del compartimento interstiziale, per trasudazione dallo spazio vascolare.

Uno Studio Internazionale afferma che il 28,6% delle vene varicose visibili senza edema o altre complicazioni, cioè quelle definite “asintomatiche”, possono progredire in forme complicate come le ulcerazioni. E’ necessario, inoltre, considerare i fattori predisponenti quali la familiarità, lo stile di vita (sedentarietà), il sovrappeso, le gravidanze.

Iperpigmentazione, eczema, trombosi superficiale, sanguinamento, perdita di tessuto sottocutaneo, lipodermatosclerosi ed ulcerazioni rappresentano l’evoluzione delle vene varicose sintomatiche.

Ci sono diverse opzioni terapeutiche per il trattamento, quali:

  1. L’intervento chirurgico, che consiste nell’asportazione di tutta la vena Safena o parte della stessa (safenectomia totale e/o segmentaria);
  2. Metodi mininvasivi endotermici quali la radiofrequenza e il laser che ottengono la termoablazione della vena.

Entrambe le metodologie necessitano di anestesia locale e/o locoregionale senza ricovero ospedaliero in regime ambulatoriale.

L’ablazione laser prevede, attraverso l’introduzione della fibra ottica, la liberazione di energia termica che cauterizza l’asse safenico. Gli accessi chirurgici consistono in minincisioni senza necessità di punti di sutura.

Le Linee Guida Internazionali raccomandano l’intervento laser endovascolare anziché l’intervento chirurgico tradizionale in quanto causa meno complicanze, riduce il tempo di convalescenza e migliora la qualità di vita nel postoperatorio.

Il laser endovascolare attualmente impiegato, quello cioè di ultima generazione (a diodi di 1470 nm) è talmente versatile da poter trovare un largo impiego anche nel trattamento delle vene superficiali.

I trattamenti endovascolari laser negli ultimi anni hanno avuto una continua ed ulteriore evoluzione: si è passati, infatti, dal laser “a luce rossa”, al rivoluzionario Laser “a luce blu” tutto “made in Italy”, sviluppato da bioingegneri e ricercatori italiani, che può cancellare i capillari superficiali e chiudere le vene varicose.

Tale laser può essere eseguito senza anestesia per tumescenza – EBLET (Endovascular Blue laser Excluding Tumescence).

 

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