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Didattica a Distanza, Covid-19 anticipa la modalità futura in era digitale

Mimma Cucinotta

Cogliere le opportunità fornite dal lock-down, metabolizzandone gli effetti, utilizzandole come ambiziosa sfida alle trasformazioni che inevitabilmente l’era tecnologica affermerà nel medio periodo. Nella DaD, intesa non sostitutiva ma integrativa delle ‘school practices’, convergono criticità ma secondo i più attenti osservatori, enormi potenzialità nell’affrontare il superamento dell’esperienza tradizionale del lavoro in presenza, in un’ottica di transizione a sistemi alternativi, probabilmente non così lontana nel futuro della scuola

La modalità diversa di “fare scuola”, avviata quasi all’indomani dall’improvvisa e imprevedibile crisi pandemica che ha travolto gli assetti del nostro stile di vita, ha fatto emergere l’esigenza di continuare a svolgere anche dopo, le attività scolastiche con nuovi strumenti. Ciò che era latente è venuto fuori. Non si può più pensare che oggi a corredare gli zaini dell’ allievo, bastino quaderni, libri e penne. Necessario adeguarsi alla dirompente realtà del digitale.

La didattica a distanza, partita per forza di cose, come metodo più ovvio e sicuro nella gestione dell’epidemia da Covid-19, si è concretizzata attraverso tablet e PC, la cui adozione seppur comportando uno sforzo nell’adattamento da parte di alunni e docenti, ha certamente evidenziato la validità di questo percorso nel quale convergono criticità ma secondo i più attenti osservatori, enormi potenzialità nell’affrontare il superamento dell’esperienza tradizionale del lavoro in presenza, in un’ottica di transizione a sistemi alternativi, probabilmente non così lontana nel futuro della scuola.

Dunque guardare con una prospettiva un po’ diversa alla modalità didattica imposta dal lock-down, metabolizzandone gli effetti positivi, servirà a vivere con consapevolezza le trasformazioni che inevitabilmente l’era tecnologica affermerà nel medio periodo. Un moderno modus interattivo che avrà al centro la formazione scolastica, in linea alle funzionali pratiche di digitalizzazione, in buona parte già in essere nei Paesi più all’avanguardia.

I percorsi di video-lessons e webinar dedicati alla didattica online introdotti in questi mesi di contenimento del contagio epidemiologico, se per un verso hanno avuto una ricaduta di impatto emotivo sugli alunni per essere stati vissuti in regime di costrizione in casa, dall’altro li hanno educati ai metodi delle lezioni a distanza per lo più sconosciuti nei corsi di studio anche superiori. Non ultimi, un peso di fondamentale importanza socio-pedagogico deve essere attribuito ai seminari online, sull’utilizzo in modo più consapevole della rete da parte dei giovanissimi studenti e dei rischi celati dal web cui i giovani spesso fragili e non sufficientemente maturi si imbattono.

La didattica a distanza, secondo recenti studi, appare non sostitutiva ma integrativa delle ‘school practices’. L’uso degli strumenti digitali nella didattica, diverrà presto strutturale nelle scuole fornendo la possibilità di poter superare all’occorrenza i confini delle aule scolastiche.

Ricordiamo che, già nel 2011 Google ha lanciato Google Art Project, un progetto culturale online ad ampio raggio d’azione sul piano dei fruitori, tra cui anche le istituzioni scolastiche. All’interno del Google Cultural Institute, il progetto ridenominato di recente Google Arts & Culture avviato in collaborazione con centinaia di musei, e gallerie, promuove visite virtuali del ricchissimo patrimonio d’arte in esposizione. Un esempio concreto è quello della Biennale d’arte di Venezia, dove mostre, siti archeologici e fotografie sono a portata di un clic. Il tutto contenuto da una piattaforma digitale gratuita a disposizione per la promozione del patrimonio artistico italiano e nel mondo. Un immenso spazio espositivo live, di insuperabile rilievo nella formazione scolastica.

La situazione emergenziale che stiamo vivendo ha determinato l’attivazione in tempi rapidi della didattica digitale, creando complessivamente molte difficoltà nell’uso di questi strumenti quasi completamente sconosciuto nelle pratiche delle scuole italiane Non essendo stato precedentemente implementato o mai avviato, il neo modus ha pesato non poco nella conduzione delle attività didattica non in presenza, di tutti i soggetti coinvolti, dai docenti, discenti alle famiglie intorno ai quali ruota l’impalcatura della formazione.

In quest’ambito interviene nel dibattito, Antonio Perdichizzi, presidente di Junior Achievement Italia, secondo cui emerge la necessità di trasferire ai ragazzi ‘’competenze trasversali cogliendo le opportunità che possono nascere dalle sfide che stiamo fronteggiando”.

La Junior Achievement Italia, capofila dell’EE-Hub (Entrepreneurship Education Hub) – sostenuto dal MIUR e da Anpal Servizi del Ministero del Lavoro – è tra le più vaste organizzazioni non profit al mondo dedicata all’educazione economico-imprenditoriale nella scuola. Dal 2002 presente in Italia, con un network di professionisti d’impresa, fondazioni e istituzioni, educatori e insegnanti che, secondo logiche di responsabilità sociale e volontariato, forniscono strumenti e metodi didattici pratici e concreti.

Rinnovare dunque, l’istruzione partendo dalla diffusione nelle scuole di ogni ordine e grado di iniziative didattiche integrative ai tradizionali metodi di istruzione in epoca di accelerata trasformazione tecnologica , appare quanto mai urgente. Riteniamo sia, un progetto consapevole, coraggioso che premia lo spirito di innovazione in funzione del futuro delle nuove generazioni, sul piano della pianificazione delle opportunità lavorative- imprenditoriali in era digitale.

 

 

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