Nel 16° anniversario dalla morte di Nicola Calipari, le parole del Direttore Del Dis Gennaro Vecchione ne celebrano il valore e la memoria.
Sembrava ormai una missione conclusa, quando quella sera del 4 marzo, l ‘autovettura dei servizi segreti con a bordo la giornalista Giuliana Sgrena, l’autista del Sismi Andrea Carpani e Nicola Calipari viene crivellata dai colpi di mitragliatrice da Mario Lozano, newyorchese appartenente alla 42° divisione della New York army national group, in prossimità di un posto di blocco. La giornalista era stata appena rilasciata dai rapitori, a conclusione del lavoro di mediazione condotto proprio da Calipari . Proprio a un passo dall’Aeroporto di Bagdad , il funzionario rimane ucciso da una pallottola alla testa mentre fa scudo col suo corpo alla giornalista. Un uomo che non ha esitato a mettere la sua vita al servizio del proprio Paese.
“Oggi la memoria di tutti gli italiani, ed in modo particolare delle donne e degli uomini dell’Intelligence, torna a quella drammatica notte – a parlare il direttore del Dis, Gennaro Vecchione -. Una notte nella quale un valoroso servitore dello Stato, Nicola Calipari, appartenente al Sismi, perdeva la vita nel corso dell’operazione volta a liberare la giornalista italiana Giuliana Sgrena. Un pensiero di profonda e sincera vicinanza, va anzitutto a sua moglie Rosa e a tutti i suoi familiari. Il Comparto ricorda i Caduti perché nei valori che li animarono risiede la linfa più genuina dalla quale trarre alimento per intraprendere le sfide da fronteggiare. Come è scolpito nella parete della Memoria di Palazzo Dante, sede unitaria dell’Intelligence italiana: «In memoria del sacrificio di chi alla sua vita antepose la sua Patria». Nel rispetto del loro esempio, la luce per il nostro cammino. Nei valori che hanno incarnato, l’essenza del bene della nazione. Nella loro testimonianza di vita, la speranza per il nostro futuro . Oggi come allora, siamo mossi dal dovere di continuare a raccogliere l’eredità di Nicola Calipari e di indicare il suo esempio all’intera comunità nazionale: di essere degni di lui e della sua straordinaria, e sempre viva, lezione di umanità.”