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LA MONETA AVRA’ UN FUTURO?

Redazione

di Raffaele Romano


Quando per soddisfare i bisogni si cominciò a fare ricorso a fonti straniere importando le cose mancanti ed esportando quelle in eccesso entrò necessariamente in uso una moneta. Infatti non tutte le cose per natura necessarie erano di facile trasporto: perciò per facilitare gli scambi si convenne di dare e accettare un qualcosa che, oltre ad essere utile di per sé, possedesse il vantaggio di essere facilmente impiegabile per le necessità della vita, come il ferro o l’argento o anche qualche altro materiale, dapprima definito semplicemente nella sua dimensione e nel suo peso, poi con l’impressione di un carattere, che potesse dispensare dall’effettuare la misurazione, e che servisse da marchio indicante la quantità…
”. (Aristotele, Politica, I, 1257a) e lo diceva un grande filosofo come Aristotele nato intorno al 384 prima di Cristo.

Qualche secolo dopo ne “Il MilioneMarco Polo(1254 – 1324) riferisce dell’uso della cartamoneta in Cina, ne spiega la creazione, classifica i biglietti secondo la forma e il valore e parla del suo utilizzo negli scambi commerciali. All’inizio le banconote erano emesse, con la garanzia di depositi di monete di metallo prezioso e di prestiti concessi a privati o allo Stato, da una pluralità di banche, alcune delle quali operavano, diciamo così, senza particolare prudenza ed emettevano una quantità tale di banconote di molto superiori ai depositi di moneta metallica detenuti, rischiando spesso di non essere sempre in grado di far fronte alle richieste di conversione dei depositanti. Famoso fu il caso italiano della “Banca Romana” alla fine del 19° secolo. Per gli operatori economici era difficile valutare la totale affidabilità delle banconote emesse da una molteplicità di soggetti. Alla fine si comprese che bisognava far nascere un soggetto affidabile e garante e così nacquero le Banche Centrali degli Stati. Dati alla mano risulta che nel 1900 esistevano solo 18 banche centrali. Nel 1950 erano arrivate a 59 e nel 2000 raggiunsero il numero di 172. Il dollaro statunitense, nel dopo guerra, era pari al valore di un grammo d’oro finchè il 15 agosto 1971 il Presidente USA Richard Nixon si presentò in TV per un discorso alla Nazione, ma in effetti era diretto al mondo intero, in cui pronunciò queste parole:

I have directed Secretary Connally to suspend temporarily the convertibility of the American dollar except in amount and in conditions determined to be in the interest of monetary stability and in the best interests of the United States”. Una sospensione temporanea che è rimasta, invece, definitiva “per difendere gli interessi degli Stati Uniti”.

Il valore e la salvaguardia delle monete è da secoli, e giustamente, nelle mani degli Stati Sovrani. Nel frattempo, però, gruppi finanziari e banche, hanno dato vita ad una moneta parallela: la moneta bancaria. Essa ha già quasi preso del tutto il sopravvento rispetto a quella vera attraverso: assegni bancari e circolari, bonifici, carte di debito (bancomat), carte di credito, carte prepagate, home banking e phone banking. Il grande vantaggio per loro è che tutte queste monete alternative costano ai cittadini mentre le banconote sono a costo zero. I costi sono molteplici: costi base, costi di utilizzo, canoni periodici di solito annuali, commissioni di ogni genere, commissioni (generalmente variabili in funzione di diversi fattori: circuito, banca emittente, valore della transazione, ammontare del transato periodico, abbonamento telefonico alla linea dati fissa o per il traffico dati su linea cellulare, costo finanziario dovuto al fatto di incassare quanto dovuto dopo un determinato intervallo temporale a differenza della carta di debito con la quale l’incasso è immediato, la commissione è applicata dalla banca su cui è appoggiato il conto corrente dell’esercente:

questa trattiene una parte minore, il resto lo gira alla banca intestataria della carta di credito usata dal pagatore e quest’ultima banca, una volta dedotta una frazione per sé, gira la parte rimanente della commissione al circuito relativo alla carta di credito (questa frazione è rilevante essendo il business della società a capo del circuito della carta, a differenza degli istituti bancari), senza dimenticare il Pos con costi di   installazione e configurazione. Le compagnie piú importanti che detengono il primato della carte sono:  Natwest Black Mastercard, Merrill Accolades American Express, Citigroup Black Chairman Card, JP Morgan Chase Palladium, Dubai First Royale Mastercard, Stratus Rewards Visa, Visa Infinite, Coutts World Silk Card, Black Brazilian Mastercard, American Express Centurion Card, Visa, Mastercard, American Express, Diners e Nexi. Sebbene ci dicano che  i sistemi di sicurezza siano sempre più sofisticati, la carta di credito viene clonata ed utilizzata per operazioni fraudolenti.

Molti sono i vantaggi nell’usare le monete bancarie dicono e pubblicizzano di continuo i soggetti beneficiari ma, aggiungiamo noi, ci sono anche alcuni svantaggi, vediamoli:

PRIMO SVANTAGGIO: costi di apertura conto corrente

SECONDO SVANTAGGIO: canone annuale

TERZO SVANTAGGIO: dare preavviso di disdetta occorrono fino a  90 GIORNI

QUARTO SVANTAGGIO: tetto limite di spesa

QUINTO SVANTAGGIO: interessi sulle rate mensili

SESTO SVANTAGGIO: commissioni sul cambio valuta

SETTIMO SVANTAGGIO: costo commissione anche per errore transazione

OTTAVO SVANTAGGIO: carta non sempre accettata

NONO SVANTAGGIO: possibilità di clonazione

DECIMO SVANTAGGIO: commissioni per prelievo.

Gli Stati hanno accentrato nella storia su di loro, per secoli, il potere di coniare le monete fatte di metalli preziosi il cui valore era attestato dall’immagine del sovrano impressa su una delle due facce. Lo Stato garantiva il valore della moneta e cioè si impegnava a farla accettare in pagamento dai cittadini e ad accettarla esso stesso. Ora siamo arrivati all’assurdo che per poter tenere i propri risparmi in banca il cliente “deve pagare” e non ricevere un minimo di interesse. Abbiamo il forte sospetto che le banche e istituti finanziari vogliono riappropriarsi della moneta come si faceva fino agli inizi del XX secolo.

Nel frattempo quasi tutte le tv ed i giornali cercano di convincerci che il contante genera evasione fiscale dimenticando che i grandi e veri evasori hanno i loro circuiti finanziari e forse anche qualche banca e con un clic spostano milioni, fate voi di dollari o euro per loro pari sono.

 

photocover: Pixabay

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