Home Economia AVERE O NON AVERE IL DEBITO PUBBLICO?

AVERE O NON AVERE IL DEBITO PUBBLICO?

Redazione

di Raffaele Romano

Questo è il dilemma o per lo meno sembra! Prima di inoltrarci in questo diabolico interrogativo vediamo di fare un po’ di chiarezza. Per anni il debito pubblico è stato ritenuto responsabile di tutto, una sorte di male assoluto. Ma è proprio così che stanno le cose? Ce lo dice l’UE, le principali agenzie di rating Fitch, Moody’se Standard & Poor’s e buon ultimo la BCE guidata dal nostro Mario Draghi. Il primo interrogativo è: chi ha assegnato alle agenzie di rating il ruolo di decidere la sorte di milioni di persone? E sono neutrali e al di sopra di ogni sospetto? Lo approfondiremo con un altroarticolo.

Per prima cosa bisogna sapere che il sistema finanziario e commerciale mondiale è dollaro centrico ossia che tutti gli scambi si reggono sul dollaro statunitense come valuta di riferimento. La cosa fu stabilita nel luglio del 1944 a Bretton Woods e da lì si partì con la convertibilità di 1 dollaro con un grammo di oro: poco più delle 600 nostre lire dell’epoca per dollaro USA e, quindi, 600 lire per un grammo d’oro 24 carati. Nel 1971 questa conversione fu eliminata e, per comprenderne l’importanza, bisogna proiettare quel rapporto dollaro-oro ai prezzi attuali. Oggi 1 grammo d’oro 24 carati valeben € 56,88, e quindi, avremmo che 1 dollaro sarebbe scambiato a

€ 56,88 un valore enorme. Oltre alla convertibilità in oro del dollaro vennero creati, come bracci operativi, sia il Fondo monetario internazionale e sia la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo.

Oggi il dollaro è ancora al centro del sistema mondiale ma inizia ad avere una moneta concorrente lo yuan cinese ed è questo il reale scontro in atto dietro al quale si celano molte crisi, compresa la guerra in Ucraina. Per rendersi conto dell’importanza di questa guerra silenziosa in atto si pensi che Pechino l’ha messo in atto contro Washington quando nemmeno l’URSS della guerra fredda arrivò a tanto, infatti persino i conti del PCUS e del KGB erano all’estero ed in dollari.

Molte nazioni salvaguardano le proprie finanze acquistando grandi quantità di debito del governo degli Stati Uniti, considerato come uno degli asset più sicuri al mondo, secondo il Council on Foreign Relations, più della metà delle riserve mondiali di valuta estera sono detenute in dollari statunitensi, circa il triplo rispetto a qualsiasi altra valuta. Tutto ciò è avvenuto dal 1944 ad oggi perché il dollaro si è consolidato come valuta di riserva mondiale grazie alla fiducia globale nella capacità del governo federale, così affermano le centrali finanziarie, di pagare sempre i propri debiti. Ma è totalmente estinguibile il debito di una nazione come quello di una normale famiglia? La risposta è negativa. Prendiamo infatti l’attuale debito pubblico americano è pari a 31.400 miliardi di dollari che sono una montagna di soldi se paragonati al nostro che è solo, verrebbe da dire, di appena 2.772 miliardi di dollari. E qui nasce la risposta che interessati osservatori economici hanno inculcato come fosse una verità accertata e quindi scientifica: lo si deve rapportare in percentuale al PIL. Anche questa è un’altra invenzione umana che è lontananni luce dal fotografare realmente un Paese ed è anch’essa senza fondamento scientifico. È utile ricordare, a questo punto, cosa è il PIL: serve solo a stimare il valore aggiunto ai consumi intermedi di quanti lavorano e che, applicato al lavoro di tutte le aziende di ogni settore, è un semplice indice della produzione di un Paese.

Questo indice fu adottato per la prima volta, durante la seconda guerra mondiale, dai paesi anglosassoni per meglio misurare le loro economie durante il conflitto. Per cui si può concludere che esso altro non è che la misura della sola potenzialità della produzione e nulla di più! Quindi il PIL non è assolutamente un indice della ricchezza che i cittadini si trovano in tasca e che, di conseguenza, esso non incide sui salari, sulle rendite e sui profitti. Purtroppo è stato fatto diventare, nel tempo, sinonimo di crescita dei redditi e della ricchezza in un anno e questa confusione ha alimentato gli equivoci che ne hanno fatto un valore di ricchezza assoluto, ma così non è. Bisogna capire che il PIL è una cosa e che i redditi per le famiglie e le imprese sono ben altro, infatti nelle tasche di ognuno di noi finisce solo la redistribuzione che del PIL ne fa lo Stato. Va detto, quindi, a chiare note che chiunque giochi con questo numeretto non fa che ingannare basti guardare, a mò di esempio, ciò che avvenne nel 1997 dove l’Italia chiuse con un + 2,0% la crescita del PIL e, dopo la redistribuzione statale, avemmo un – 3,0% nella crescita dei redditi. Da queste brevi considerazioni credo che, ormai, sia chiaro che oltre al PIL bisogna preoccuparsi di quello che accade nella divisione delle quote di reddito ai lavoratori dipendenti. Di ciò ovviamente in Italia da 30 anni nessuno se ne occupa.

Sia banche, che società finanziarie, imprese e nazioni sovrane utilizzano migliaia di miliardi di dollari Usa e relativi buoni del Tesoro per sostenere le proprie economie e condurre transazioni internazionali, rendendo gli Stati Uniti indispensabili nel sistema finanziario globale. A giugno si calcolava che il debito mondiale fosse pari a 300.000 miliardi di dollari, cioè il 350% del PIL mondiale. È pensabile estinguerlo? Impensabile, ma a detta di Mark Rutte, premier olandese, Sebastian Kurz per l’Austria e Mette Frederiksen per la Danimarca dietro ai quali si muove la Germania vogliono far adottare i termini della scuola di Chicago la quale afferma che i mercati senza l’interferenza dei governi produrranno i migliori risultati per la società per cui bisogna imporre restrizioni pesanti.

Ad un certo punto il debito pubblico è diventato da negativo debito pubblico buono sol perché a guidare c’era l’ex Governatore della BCE. Affermazione condivisibile in quanto Draghi, da primo ministro, intendeva che se il debito contratto va a essere investito nel mondo produttivo e non buttato nei redditi di cittadinanza e bonus a pioggia è molto buono. E allora perché non eliminare del tutto il famigerato reddito di cittadinanza e tagliare totalmente e definitivamente almeno il 90% dei bonus?  

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