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TRA GLI ABRUZZESI DI OTTAWA, TORONTO, HAMILTON, MONTREAL

Goffredo Palmerini

Reportage della missione in Canada dall’1 al 16 ottobre: gli eventi, gli incontri, i personaggi, le storie

Montreal, Santuario di San Giuseppe

L’AQUILA – Ci vuole qualche giorno per riadattarsi alla quotidianità, rientrando da una missione in Canada vissuta tra le comunità abruzzesi. Non per il disagio del fuso orario, né per rientrare nella scala delle misure italiane, così diverse rispetto agli spazi sterminati e agli orizzonti senza confini apparenti d’un paese immenso qual è il Canada, vasto trenta volte l’Italia. Piuttosto è il riordino delle emozioni provate nei giorni trascorsi dal primo ottobre al 16 tra la nostra meravigliosa gente d’Abruzzo che vive in quel grande e civile Paese. Non tutta, in verità, ma almeno quella consistente parte che risiede nelle popolose province dell’Ontario e del Quebec, nelle città di Ottawa, Hamilton, Montreal e nell’area metropolitana di Toronto. Rientrando a L’Aquila, martedì scorso, ho trovato una giornata di sole, quasi calda e il familiare cielo sereno, terso d’azzurro. Un po’ come il cielo di Ottawa, al mio arrivo inizio ottobre, con giornate insolitamente calde che il mio ospite, Nello Scipioni, aquilano di


Nello Scipioni con Angelo Filoso

Camarda, ha immaginato essere un anticipo dell’estate Indiana, quella che segue le prime gelate. Proprio a Nello Scipioni, e al suo pressante invito d’un anno fa, devo questa visita in Canada, nella ricorrenza del 50° Anniversario di fondazione del Centro Abruzzese Canadese Inc. di Ottawa, sodalizio di cui è presidente, riconosciuto dal governo canadese e rappresentativo della comunità abruzzese che nella capitale federale conta circa diecimila residenti e diversi club, tra i quali primeggiano per dimensione quelli degli emigrati provenienti da Pretoro e Rapino. La celebrazione del Cinquantenario ha molto impegnato il presidente Scipioni e il Consiglio direttivo nell’organizzazione dell’evento, che ha visto convenire a Ottawa diversi esponenti del mondo associativo abruzzese dell’Ontario e del Quebec, una rappresentanza ufficiale della Regione Abruzzo, guidata dalla Consigliera Sabrina Bocchino, Segretaria dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale.

Sara Bocchino

 

La celebrazione del Cinquantenario, tenutasi con un Gala il 7 ottobre  presso Villa Marconi, è stato un evento

Villa-Marconi-50°-del-Centro-Abruzzese-Canadese

memorabile non solo per le presenze da sold out, quanto per la partecipazione delle Autorità e delle Istituzioni canadesi, presenti all’evento con i loro interventi di saluto e i loro messaggi augurali. Alla cerimonia ufficiale, aperta dall’esecuzione degli inni nazionali eseguiti dall’Ottawa Fire Services Band, la banda dei Vigili del Fuoco diretta da Paul Casagrande, tutti hanno sottolineato il valore significativo del Centro Abruzzese Canadese, delle sue attività in campo sociale, ricreativo e culturale, specchio del contributo che la comunità

La Banda dei Pompieri di Ottawa

abruzzese ha reso e rende ogni giorno al grande Paese nordamericano. Nel corso della cerimonia, condotta brillantemente da Francesco Di Candia, giornalista e direttore generale di CHIN International, ne hanno dato testimonianza nei loro interventi il Nunzio Apostolico in Canada, S.E. Ivan Jurkovič, che trattenuto da sopravvenuti impegni ha affidato il suo saluto ad un messaggio letto da Enrico Del Castello, il Capo della Cancelleria consolare dell’Ambasciata d’Italia  Sandra Aiello, che ha tenuto a rimarcare le sue origini abruzzesi, il Senatore Tony Loffreda e la Deputata Patricia Lattanzio con i loro apprezzati videomessaggi, la Consigliera Sabrina Bocchino a nome del Consiglio Regionale d’Abruzzo e del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo (CRAM) di cui è componente, Larry Di Ianni, rappresentante degli Abruzzesi del Canada nel CRAM, Angelo Di Ianni, presidente della Confederazione Abruzzese in Canada, e anche chi scrive, che ha ringraziato la comunità abruzzese per l’onore che rende alla terra d’origine e all’Italia. Sarebbe utile ed opportuno riportare per sintesi gli interventi e i messaggi di saluto, ma per tutti è illuminante il messaggio che il Capo del Governo federale, Justin Trudeau, ha fatto pervenire al Presidente del Centro Abruzzese Canadese Inc. per la ricorrenza del 50° Anniversario di fondazione. Un messaggio di valore straordinario che onora gli Abruzzesi e sottolinea il contributo apportato al Canada, del quale è doveroso dare interamente contezza.

Larry-Di-Ianni-Goffredo-Palmerini-Joe-Mancinelli-Angelo-Di-Ianni

Ho il grande piacere di trasmettere i miei più calorosi saluti in occasione del 50° anniversario del Centro Abruzzese Canadese Inc.

Nel Paese dove la più grande forza è la diversità, i contributi che la comunità abruzzese ha apportato e continua ad apportare ogni giorno sono tutti assolutamente preziosi. Grazie per l’aiuto a fare del Canada il miglior luogo dove vivere al mondo.

In un’epoca dove le voci seminano la divisione, organizzazioni come la vostra, che riuniscono le persone e le incoraggiano a celebrare la loro diversità e ad essere orgogliose della loro eredità culturale, sono più importanti che mai. Perché voi aiutate a far tacere quelle voci.

A tutta la squadra dietro il Centro: grazie per tutto quello che fate. Ti auguro niente di meno che altri 50 anni di continuo successo, crescita e ispirazione.

Voi avete tutta la mia solidarietà e la mia gratitudine.

Justin Trudeau

Con emozione, commosso, il presidente Nello Scipioni ha letto il messaggio del Primo Ministro Trudeau, cui ha rivolto un caloroso ringraziamento. E’ poi seguito il suo intervento a conclusione della cerimonia ufficiale.

Illustri Autorità canadesi, gentili Ospiti dall’Abruzzo, distinti Presidenti ed esponenti delle Associazioni abruzzesi in Canada, cari Soci e simpatizzanti, 

eccomi qui, davanti a voi, con il privilegio di rappresentare il nostro  Centro Abruzzese Canadese Inc. nel 50° Anniversario della sua fondazione, con il suo prezioso bagaglio di storia associativa e culturale, con il suo patrimonio di amicizie, di valori sociali e familiari,  di iniziative di solidarietà, di valorizzazione delle nostre radici e delle più belle tradizioni abruzzesi. Abbiamo con noi, questa sera, 2 dei 10 fondatori nel 1973 del Centro Abruzzese Canadese di Ottawa: il signor Domenico Micucci e il signor Rinaldo Palanza (che prego di alzarsi), mentre altri due fondatori, il signor Antonio Cavalancia e il signor Fernando D’innocenzo, cui mandiamo un caloroso saluto,  si trovano attualmente in Abruzzo. Altri 6 fondatori, purtroppo, sono andati avanti e a loro va il nostro grato pensiero e il nostro affettuoso ricordo.

Nello Scipioni con la delegazione giunta dall’Abruzzo

Desidero qui presentare il Consiglio direttivo che in questi anni di mandato alla Presidenza del Centro mi ha affiancato con passione e impegno in tutte le nostre attività. Desidero qui presentare il Consiglio direttivo che in questi anni del mio mandato di Presidente del Centro mi ha affiancato con passion e impegno in tutte le nostre attività. Rocco Petrella (Vicepresidente), Delio D’Angelo (Tesoriere), Lucia Alloggia (Segretaria), Giovanni Montagnani (Pubbliche relazioni), i consiglieri Lidia Petrella, Giovanni Maiorino, Salvatore Tatta, Giuseppe Schieda, Carmine Mariani, Corrado Zorzo e i revisori Bruno Di Millo e Vincenzo Schieda.In questi 50 anni tutti i Presidenti, insieme ai componenti dei loro Consigli direttivi, che si sono succeduti nell’amministrazione del Centro Abruzzese, hanno operato con lo stesso spirito dei nostri fondatori, applicandosi con generosità e coerenza, con  impegno e  responsabilità, con disponibilità piena nel servizio verso tutta la comunità, italiana e canadese. Siete tutti voi i veri pilastri che sostengono questa straordinaria associazione, con il vostro incessante sostegno, con la partecipazione e l’incoraggiamento, con il vostro continuo affetto.

 La vostra presenza qui stasera è testimonianza indiscutibile della forza e dell’unità della comunità abruzzese, parte della numerosa comunità italiana che ha contribuito a rendere grande il Canada, la nostra seconda Patria che ci ha accolto e integrato nella sua società civile, nelle sue Istituzioni, nella sua stessa storia nazionale. Lo spirito che nel 1973 animò i fondatori nel dare vita al Centro Abruzzese Canadese non si è mai spento. Tutto ciò che da loro è stato avviato e scritto, nei valori e nelle opere, non potrà mai essere cancellato. In questo mezzo secolo abbiamo non solo custodito la nostra ricca eredità culturale e il nostro patrimonio abruzzese, ma abbiamo anche aperto le braccia all’accoglienza, indipendentemente dall’origine di ciascuno.

Vogliamo essere davvero grati alle Istituzioni canadesi per come ci hanno accolti quando siamo giunti in questo meraviglioso Paese dalla nostra terra d’Abruzzo. Ma siamo anche orgogliosi di aver saputo dare, ciascuno nelle proprie possibilità, il meglio di noi stessi, rendendo onore all’Italia e alla terra d’Abruzzo dove abbiamo le nostre radici. L’insieme delle nostre culture, italiana e canadese, ha reso più grande il Canada ed ha arricchito la comunità italiana rafforzandoci nei valori del rispetto, dell’amicizia e della armoniosa convivenza in un mondo di Pace. Con questo senso di gratitudine voglio esprimere a ciascuno di voi l’augurio che i prossimi 50 anni siano ancora più prosperi e significativi nel retaggio di quanto abbiamo costruito in questo primo mezzo secolo di storia sociale e culturale del Centro Abruzzese Canadese.

 

Grazie e buona serata a tutti!

Chiusa la parte ufficiale della cerimonia, la serata ha preso il largo con la cena di gala, la consegna dei doni e riconoscimenti agli ospiti, l’animazione musicale curata dal cantante one man show Perry Canestrari di Montreal, infine il ballo fino a notte inoltrata. Un grande successo formale e sostanziale ha caratterizzato la celebrazione del primo Cinquantenario del Centro Abruzzese Canadese di Ottawa, che porterà impresso nella sua storia l’eccezionale messaggio di apprezzamento dell’opera degli Abruzzesi in Canada con il ringraziamento del Primo Ministro. Se infatti è nell’ordine naturale delle cose che un Capo di Governo talvolta esprima considerazione ed apprezzamento per una comunità nazionale, magari in occasione di speciali ricorrenze, è invece davvero straordinario che giunga un ringraziamento ad una comunità regionale, quella abruzzese, e attraverso essa all’intera comunità italiana. Un privilegio che deve inorgoglire l’Abruzzo e l’Italia. Notevole la copertura stampa dell’evento, attraverso le note di chi scrive, ampiamente raccolte dalla stampa abruzzese, dalle agenzie internazionali e dalla stampa italiana all’estero, e i comunicati dell’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale d’Abruzzo, presente in Canada con il suo direttore, il giornalista Nunzio Maria De Luca. Nel giorno stesso della celebrazione del Cinquantenario CHIN Radio Ottawa ha trasmesso una mia intervista raccolta dal direttore Francesco Di

Francesco Di Candia e Nello Scipioni

Candia, tutta puntata sull’Abruzzo e sull’Aquila. Non ho mancato, peraltro, d’una visita alla redazione del settimanale L’Ora di Ottawa, con cui collaboro, e Radio Global Italia, accolto da Anna Maria Morrone e Anna Antonelli. Delle due testate è direttore responsabile l’imprenditore abruzzese Angelo Filoso, originario di Pretoro, mecenate ed infaticabile operatore d’iniziative sociali e culturali. Una delle più significativa è la realizzazione, nel giardino antistante il municipio della capitale, dell’Ottawa Fire Fighters Memorial, monumento inaugurato l’11 Settembre 2009 a ricordo dei pompieri caduti in servizio. Ma il sogno di Filoso – e i sogni di Angelo sono sempre destinati a realizzarsi per la sua tenacia – è quello di realizzare un altro Memorial dedicato all’emigrazione abruzzese nel suo paese natale all’ombra della Maiella, destinato ad accogliere targhe con i nomi degli emigrati abruzzesi, a duratura memoria del contributo reso dall’Abruzzo ai Paesi d’emigrazione d’ogni continente.

Numerosi gli incontri avuti a Casa Abruzzo, la sede di proprietà del Centro Abruzzese Canadese al 705 di Gladstone Avenue, situata nel cuore della Little Italy, la piccola Italia su cui l’indimenticabile Franco Ricci, docente dell’Università di Ottawa scomparso un anno fa, ha scritto il volume Preston Street dove racconta la storia degli emigrati italiani nella capitale canadese. A Casa Abruzzo s’incontrano abruzzesi tenaci, ma anche frequentatori di altre regioni italiane. Frequenti sono le prenotazioni a pranzo o a cena, di singoli o di gruppi. Buoni vini abruzzesi e ottima cucina, curata da Corrado o da Rocco che è anche vicepresidente del Centro. Talvolta si ospitano incontri importanti, che si concludono in conviviali, come di recente con l’On. Patricia Lattanzio e il 16 scorso con il Sen. Tony Loffreda. Il presidente Scipioni, oltre al vice Rocco Petrella, può contare sulla stretta collaborazione del tesoriere Delio D’Angelo, e della segretaria Lucia Alloggia, anche lei originaria di Camarda. Gli altri membri del direttivo si alternano nel servizio al bar o al servizio ai tavoli. Una squadra efficiente. Nello, da buon manager – nella vita lavorativa lo è stato per un importante sindacato edile, dirigendo sedi in Canada e Stati Uniti – conduce il Centro come un’impresa, per questo lo presiede e lo ha presieduto numerose volte. Nella città Scipioni ha ottime relazioni, conosciutissimo ha un’empatia innata e un sapiente uso dell’ironia che ne fa sempre un piacevole interlocutore. Ottawa, città a dimensione umana appena superiore al milione d’abitanti, 40mila d’origine italiana, ha belle architetture – il Parlamento, la Corte Suprema, Château Laurier ed alter – che affacciano sul placido corso fiume Ottawa o sulle sponde del Rideau River. E’ il 9 ottobre e termina la mia permanenza a Ottawa; si va a Toronto, poi ad Hamilton.

Imprevedibile e generoso, Angelo Filoso s’è offerto d’accompagnarmi a Toronto e poi ad Hamilton. Non che a uno come lui manchino cose da fare, con la nutrita schiera di società che dirige. Ma tra le nostre comunità all’estero capitano a volte sorprese come questa verso gli ospiti. Eppure Toronto non è proprio fuori porta, ma Angelo è fatto così. Infatti alle 9 e mezza in punto con la sua Stelvio Alfa Romeo è venuto a prendermi a casa di Nello e Maria, meravigliosi ospiti con i quali ho passato una settimana splendida. Si prende l’autostrada 401 per Toronto, pioviggina, è una giornata uggiosa che tuttavia non influisce sulla piacevolezza della conversazione. Angelo è d’una simpatia travolgente. Il viaggio è un’occasione unica per ammirare i colori dell’autunno. Gli alberi su un lato e l’altro dell’autostrada disegnano una prospettiva trapunta di verde, giallo, ocra, rosso, carminio e marrone, nella cangiante sequela dei boschi lungo il percorso dell’autostrada. Quattro ore e mezza e lo skyline di Toronto appare con la selva vitrea dei grattacieli, coi riflessi del sole tornato frattanto con il sereno. La città ha quasi 3 milioni di abitanti, l’area metropolitana supera i 6 milioni. Nell’area ci sono quasi ottocentomila italiani, 80mila sono abruzzesi. Per evitare il traffico che affluisce alla città Angelo prende una tangenziale nuova di zecca. Arriviamo dopo le due a Vaughan, città a nord di Toronto, cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni fino a 323mila abitanti. Ci accoglie la nostra amica Josie Alonzi, origini abruzzesi a Roccamorice. Josie edita la rivista The Voice 2020, con una particolare attenzione alla comunità italiana. Un buon pranzo veloce a casa sua e un giro per la città, tra belle residenze immerse nel verde e, in una zona esclusiva, molte ville da sogno. Ma anche grattacieli e nuovi svettanti edifici, alcuni in costruzione dalle società di Mario Cortellucci, grande imprenditore abruzzese originario di Teramo, benefattore e mecenate, da meritare l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia conferitagli nel 2007. Passiamo davanti all’ospedale che porta il suo nome, al quale egli destina generose donazioni. Ricordo nei mesi post terremoto dell’Aquila nel 2009 tutto il suo impegno, unito a quello di tanti altri abruzzesi e dell’intera comunità italiana, nel raccogliere aiuti per la ricostruzione della città capoluogo d’Abruzzo, poi destinati all’Ospedale San Salvatore e all’Università dell’Aquila.

 

L’indomani facciamo un giro in centro, a Toronto, non prima di passare nei vecchi quartieri che furono degli italiani e a Casa Loma, il castello. Interessante poi la visita al Columbus Centre, struttura residenziale per anziani e centro culturale

Columbus Centre, al centro il Presidente e Ceo Marco DeVuono

polifunzionale realizzato dalla comunità italiana. Ho possibilità di parlare con il Presidente e Ceo dell’efficiente struttura, Marco DeVuono, dal quale ho avuto riferimenti puntuali sulle attività del Centro. La city di Toronto è un’intensa fioritura di grattacieli. Ma la nostra destinazione sta invece nelle vicinanze, in palazzi prima metà del ‘900, costruiti in mattoni che il tempo attenua nei colori d’origine. Botteghe e piccoli negozi lungo la strada, Johnny Lombardi Street. Su uno dei marciapiedi stelle in marmo grigio con i grandi nomi del cinema, della canzone, dello spettacolo, similmente ma in scala ridotta al Walk of Fame di Hollywood. Sono italiani o d’origine italiana gli artisti: Dean Martin, Giancarlo Giannini, Joe Mantegna, etc. Ma con Angelo e Josie siamo qui per una visita a CHIN International, network radiotelevisivo multiculturale fondato da Johnny Lombardi, imprenditore italo-canadese nato a Toronto nel 1915 da emigrati italiani provenienti da Pisticci in Basilicata. La nostra visita vuole essere un omaggio all’uomo di talento, che da suonatore di tromba è diventato un gigante della comunicazione radiotelevisiva in Canada, trasmettendo programmi in 32 lingue con una notevole influenza culturale nel Paese che del multiculturalismo ha fatto un valore costituzionale. Stimato come un eroe, con una medaglia d’oro al valor militare con la divisa canadese nel secondo conflitto, nel 1966 Lombardi comincia a trasmettere programmi radio plurilingue destinati alle minoranze etniche. La stazione man mano negli anni si consolida, diventando il network oggi conosciuto, con sede centrale a Toronto e un’altra a Ottawa. Nel 2020 CHIN ha aperto una redazione anche a Milano. Scomparso nel 2002, le redini della società sono passate al figlio Leonard (Lenny). Per la comunità italiana CHIN è stata una fonte essenziale di informazione e preservazione della cultura italiana, spesso diventando centro di rilancio di programmi Rai, quando l’azienda di stato italiana non trasmetteva in Canada. Siamo accompagnati in diversi studi nella sede, ma soprattutto siamo ammessi, all’ultimo piano del palazzo, a quello che fu l’ufficio di Johnny Lombardi, pieno di ricordi, riconoscimenti e foto di personaggi che nella vita egli incontrò, accompagnati cortesemente nella visita dalla figlia Theresa. Al termine della visita raggiungiamo, a poca distanza, il monumento bronzeo dedicato a Johnny Lombardi, situato in Piazza Lombardi. Lasciando Toronto riprendiamo la strada verso Hamilton che per un tratto lascia ammirare il lago Ontario.

Arriviamo ad Hamilton alle due pomeridiane del 10 ottobre. Un veloce lunch, poi Angelo e Josie mi accompagnano allo

Hamilton

Staybridge Suites, il mio albergo in centro città. Passerà a prendermi Angelo Di Ianni, amico carissimo – già direttore generale delle Scuole pubbliche cattoliche dell’Ontario ed esponente di punta della comunità italiana – per andare a due appuntamenti in agenda. Siamo stati entrambi membri del CRAM, lui molti anni in più dei miei 8. Attualmente suo fratello Larry, eletto dalle associazioni abruzzesi in Canada, è uno dei tre rappresentanti della comunità abruzzese nel CRAM. Larry (Lorenzo) Di Ianni è stato per 8 anni Sindaco di Hamilton, città di 530mila abitanti, primo Sindaco non d’origine anglosassone. Un onore per la comunità italiana. Nella City Hall c’è il suo ritratto tra quelli dei Sindaci che hanno amministrato la città. Confesso che mi ha emozionato vederlo, mentre con lui aspettavo di salutare la Sindaca Andrea Horwath, che avevo conosciuto lo scorso luglio in Abruzzo, a Pratola Peligna. Con Angelo e Larry alle 18 raggiungiamo la sede dell’Ordine dei Figli d’Italia in America (Order Sons of Italy). Entrambi membri del Consiglio di Amministrazione, sono convocati per una riunione alla quale il presidente, eccezionalmente, ammette la mia presenza. L’Ordine realizza numerose attività culturali, solidali e sociali, con particolare attenzione alla formazione dei giovani, con frequenti viaggi in Italia, grazie anche ai proventi derivanti dal consistente patrimonio immobiliare di proprietà. Dopo la riunione si va insieme ad una riunione del Comitato Esecutivo della Federazione Abruzzese di Hamilton, che si tiene nella sede della Sezione Alpini. Mi aspettano, hanno programmato la riunione nel giorno del mio arrivo. E’ davvero una festa l’incontro: saluto il presidente Roberto Ricci, Elda Faiella, Tony Mastracci, Lena Liberale, di cui ho diretta conoscenza. Riconosco Fausto Chiocchio, origini a Cocullo, che conobbi ad Hamilton nel 2001 durante la tournée del Coro della Portella, egli allora Presidente della Sezione Alpini. Ci incontrammo di nuovo a New York per un fortuito caso, alcuni anni fa, alla Parata del Columbus Day, quando la Sezione ANA di Hamilton sfilò nella parata più famosa del mondo. Avevo già raggiunto il Red Carpet e ritornavo a casa del mio ospite quando vidi il vessillo della Sezione di Hamilton e accanto un alpino che mi chiamava per nome. Era lui, Fausto, e ci abbracciammo. Davvero piccolo il mondo!

Porto agli amici della Federazione il mio saluto, richiamo i valori e le bellezze dell’Abruzzo e dell’Aquila, capitale del perdono e della riconciliazione, custode del messaggio di pace di Celestino V, in questi terribili giorni di guerra nel vicino Oriente. Nell’anno dedicato al turismo delle radici, auguro che il 2024 sia occasione di ritorno in Abruzzo a rivedere una regione di suggestiva bellezza e di straordinarie singolarità. Dopo il mio intervento, qualcosa che sinceramente mi tocca nel profondo: il presidente Ricci mi consegna la tessera di Socio onorario della Federazione, Franca La Civita mi porge in omaggio il volume d’arte The Group of Seven and Tom Thomson ed altri doni. Abbiamo quindi condiviso in amicizia una cena conviviale. Porterò nel cuore l’emozione di questa serata. Mercoledì 11 siamo invitati a pranzo da Joe Mancinelli, dirigente di punta del sindacato LiUNA diffuso in Canada e Usa. Suo padre Enrico Mancinelli, partito da Corbellino di Fagnano Alto (L’Aquila), del LiUNA è stata una delle figure più prestigiose ed incisive, per l’eccezionale sua capacità di comporre le vertenze senza ricorso a scioperi, tanto da essere incaricato dalla McMaster University a tenere lezioni in tema di lavoro e relazioni sindacali. Un ambiente suggestivo, Shakespeares, e l’ottima cucina dello Chef Franco accompagnano i sapori del desco. Lo Chef viene a salutarci, sottolineando che dal 1969 gestisce il rinomato ristorante di Hamilton. Joe, conversando con noi – Larry, Angelo e chi scrive -, parla del padre come di un faro incomparabile di talento professionale, innovazione e visione del futuro. Ne ho una prova andando a visitare, insieme a Larry, quella che attualmente è LiUNA Station, un centro culturale e sociale di grande rilievo. Era la stazione ferroviaria di Hamilton, dove da Halifax, sull’Atlantico, arrivavano i treni degli emigrati sbarcati dai bastimenti. La stazione era stata lasciata in abbandono, quando Enrico (Henry) Mancinelli la rilevò, trasformandola nell’attuale struttura d’eccellenza per mostre, concerti, meetings e banchetti. Nella piazza giardino antistante LiUNA Station, accanto al monumento allo scrittore Leonardo Sciascia s’erge la stele sovrastata con il busto bronzeo di Henry Mancinelli e che riporta iscritta la sua biografia.

Giovedì 12 ottobre alle 11 in punto rilascio un’intervista di 20 minuti a CHIN Radio Toronto, per il programma radiofonico

la city di Toronto dal palazzo di Chin International

L’Eco d’Abruzzo condotto da Ivana Fracasso, giornalista e presidente della Federazione Abruzzese Greater Toronto. Ivana mi fa parlare dell’Abruzzo e della ricostruzione dell’Aquila. Da Hamilton rientro in autobus a Ottawa, dove arrivo alle 20 e passo una bella serata in compagnia di Nello e Maria, Delio, Rocco e Lidia. L’indomani venerdì si va a Montreal. Nello e Maria mi accompagnano a Montreal in macchina all’incontro con Guido Piccone, presidente della Federazione delle Associazioni d’Abruzzo del Quebec e componente del CRAM. E’ il mio ospite a Montreal. L’incontro avviene a Casa Grecque, un buon ristorante dove troviamo Guido e Tina Villani, vicepresidente della Famiglia Abruzzese di Montreal. Sabato 14, presso il Centro municipale Rivière-des-Prairies del Comune di Montreal, c’è l’incontro con gli esponenti delle associazioni abruzzesi, tra cui Maria Pia Sinigagliesi, vicepresidente della Federazione Abruzzese. Presenti all’evento Giovanni Rapanà, Consigliere comunale di Montreal longevo di quattro mandati, e Claudio Palmisano, ingegnere foggiano che ha studiato e si è laureato all’Università dell’Aquila, sposato con Wanda e naturalizzato aquilano fino al terremoto del 2009, quando decise di trasferirsi in Canada, dove viveva la famiglia di Wanda. Insieme a Guido Piccone, Claudio Palmisano fu protagonista nel promuovere l’arrivo a Montreal, nel 2019, della compagnia teatrale amatoriale aquilana La Piccola Brigata, guidata da Franco Narducci, autore attore e regista teatrale. Claudio e Guido trovarono pronta disponibilità nella Console Generale Silvia Costantini e nel direttore dell’Istituto italiano di Cultura Francesco D’Arelli. Lo spettacolo portato in scena dalla Compagnia teatrale aquilana fu un vero successo di pubblico e di critica, come eccellente fu l’accoglienza riservata alla Piccola Brigata.

Significative le attività portate avanti dal sistema associativo abruzzese nell’area di Montreal, per quanto vada riducendosi il numero dei soci e scarsa la partecipazione giovanile, problema che riguarda peraltro le comunità abruzzesi di tutto il mondo. Assommano a 25mila gli Abruzzesi di Montreal, dove invece assume preminenza su tutte le altre presenze regionali il piccolo Molise, con circa 75mila emigrati residenti. Piccone mi fornisce puntuali informazioni sul mondo associativo, ma quel che vado scoprendo su di lui, che di professione fa l’agente immobiliare, attiene particolarmente all’aspetto artistico. Guido Piccone è stato infatti attore cinematografico, nel film Justice without Pity (1991) che egli stesso aveva prodotto, diretto da Michel Laflamme. Esperienze anche di attore teatrale amatoriale. Una persona, Guido, di grande sensibilità artistica. La sua bella casa, in un elegante condominio che guarda il fiume Rivière des Prairies, è un crocevia di amici – Luciano, Domenico, Claudio ed altri – di assoluta simpatia.

Domenica mattina 15 ottobre andiamo alla Piccola Italia, al Café San Simeone, al 39 di rue Dante. Ho appuntamento alle 10 con Anna Campagna, originaria di Barisciano (L’Aquila), emigrata a Montreal nel 1959 con i due fratelli Tito e Vincenzo e la madre Maria Divina per raggiungere il papà Rinaldo, orologiaio e orafo. Tre lauree all’attivo, Anna ebbe un’indimenticabile esperienza lavorativa come insegnante degli Inuit, gli indigeni dei territori artici del Canada, di cui porta un vivido e piacevole ricordo. Rientrata a Montreal, è stata per 27 anni Direttrice generale del Centre Generation Emploi, un’agenzia di preparazione al lavoro per immigrati e minoranze etniche. Con Anna non ci vedevamo dal 2019, quando prima della pandemia ogni anno tornava a Barisciano. Un’amicizia vera che dura da oltre 20 anni, quindi forte il piacere di rivederci. Con lei nell’incontro conosco Anita Maiezza, che opera nella cinematografia. Attualmente sta girando un cortometraggio. Abbiamo quindi parlato di cinema, sull’onda del suo compiacimento per il David di Donatello vinto per il miglior suono da Alessandro Palmerini, mio figlio, con il film Le Otto Montagne. Guido Piccone, conosciuta Anna durante il nostro incontro, la invita a frequentare le attività della Famiglia Abruzzese di Montreal, di cui è presidente.

Alle 10:45 arriva Sonia Cancian, che ho invitata nello stesso luogo per economia di tempo. Conobbi Sonia alcuni anni fa a Torrevecchia Teatina, a pochi chilometri da Chieti, dove a Palazzo Valignani esiste un museo unico al mondo, il Museo della Lettera d’Amore. Ci aveva invitato il direttore artistico Massimo Pamio, per una conferenza sull’emigrazione. Sonia, storica e studiosa del fenomeno migratorio, stava studiando l’emigrazione attraverso la corrispondenza di emigrati con le famiglie e viceversa, sul quale aspetto ha pubblicato pregevoli saggi. Laureata PhD in Storia e Discipline Umanistiche presso la Concordia University, una laurea in Letteratura italiana alla McGill University, con una specializzazione in Francese/Inglese come traduttrice, Sonia Cancian ha avuto esperienze di ricerca e insegnamento alla Zayed University di Dubai, negli Emirati Arabi, e all’Istituto Max Plank di Berlino. Attualmente è docente alla McGill University, prestigioso ateneo di Montreal. Sonia mi ha parlato della sua attività e dei programmi di ricerca in Europa nel prossimo futuro, che le consentirà di tornare qualche volta in Abruzzo. E’ stato un vero piacere rincontrarla ed avere con dedica il suo ultimo libro “With Your Words in My Hands”, pubblicato dalla McGill University. Le ho consegnato, a mia volta, il mio libro “Il mondo che va”.

Sonia Cancian, G.Palmerini, Anna Campagna, Anita Maiezza, Guido Piccone

Dopo questi incontri, con Guido raggiungiamo Saint Esprit, un paesino in aperta campagna dove gli Abruzzesi hanno realizzato l’Oratorio di San Gabriele, che da maggio a settembre diventa punto d’incontro, di socialità e spiritualità per la comunità abruzzese, che in quella chiesa venera il Santo Patrono dell’Abruzzo. Vi troviamo in festosa accoglienza Nino, emigrato teramano, e sua moglie Angela, impegnati in piccole manutenzioni. Il 16, ultimo giorno della mia visita in Canada, saluto Guido Piccone ringraziandolo dell’ospitalità premurosa e incontro Arturo Tridico, editore e direttore della rivista La Voce, da 40 anni pubblicata a Montreal e diffusa in tutto il Canada. Arturo, calabrese e amico vero, era già venuto in aeroporto a salutarmi al mio arrivo, il primo ottobre. Abbiamo passato alcune ore insieme, prima di prendere il mio volo Air Canada per Roma. Abbiamo parlato della rivista, di cui sono da anni collaboratore, e quali prospettive si possono osare per il futuro, per rendere sempre più elevato il servizio d’informazione alla comunità italiana in Canada. Non resta che esprimere gratitudine per come la comunità italiana in Canada rende onore all’Italia!

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