Home In Evidenza Claudio Pagliara “La tempesta perfetta”. Un libro da studiare più che da leggere

Claudio Pagliara “La tempesta perfetta”. Un libro da studiare più che da leggere

Raffaele Romano

Da storico posso solo affermare che il libro di Claudio PagliaraLa tempesta perfetta” fornirà agli storici che fra 50 anni scriveranno dell’attuale periodo dati e documenti diretti ad aiutarli a tracciare questo pericoloso periodo. Pagliara cala il suo accuratissimo saggio in un periodo molto cupo con una guerra a pochi km ad est dell’Europa ed un’altra in medio oriente poco più in là. Giustamente ricorda a noi tutti nel tranquillo vecchio continente che Cina, Taiwan, Stati Uniti, Corea del sud e Giappone sono in uno stato d’allerta generale sugli equilibri geopolitici mondiali. La prima cosa che l’autore evidenzia è che vicino alle acque di Taiwan transitano molte migliaia di miliardi di dollari di merci e che se quest’area cadesse sotto il controllo cinese la Corea del Sud ed il Giappone finirebbero sotto l’influenza di Pechino. Il libro fornisce molte informazioni ed offre un’accurata analisi sul confronto-scontro tra gli Usa e la Cina! Pagliara lancia l’allarme sul fatto che è in atto uno scontro per il predominio nel Pacifico e, di conseguenza, nel mondo.

Oltre che per la sua posizione geografica strategica Taiwan è fondamentale e vitale nell’economia moderna infatti è, in sostanza, la capitale per la produzione dei microchip e dei semi conduttorimentre la Cina ne è autonoma col solo 17% di propria produzione. A guidare il vitale settore a livello planetario è la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, Limited TSMC di proprietà del magnate Morris Chang imprenditore taiwanese-statunitense.

Tutti si sono resi conto dell’importanza vitale di questo fondamentale settore durante il Covid e Pagliara ci fornisce, dal suo osservatorio privilegiato in quanto per anni è stato corrispondente in Cina ed ora negli stati Uniti, tutte le utili informazioni che prendono per mano il lettore e lo accompagnano in questo mondo quasi sconosciuto in Italia. Lo dimostra il fatto che, mentre da noi litigano su questioni a dir poco banali e secondarie, Pagliara ci avverte che gli Stati Uniti si sono già coperti per la produzione interna di microchip e semiconduttori usando armi come le forti pressioni ed incentivi per convincere la già citata TSMC a costruire in Arizona una fabbrica di semiconduttori con un impegno di oltre 40 miliardi di dollari. Analoga cosa ha fatto la Germania con un investimento di 10 miliardi di euro per una fabbrica di semiconduttori che la TSMC gestirà in Germania, poco fuori da Dresda, insieme a tre partner: Bosch, Infineon e NXP. Metà del capitale sarà impiegato dal governo tedesco mentre, i restanti 5 miliardi di euro, saranno divisi fra le quattro società, di cui 3,5 miliardi da parte di TSMC.

Xi Jinping d’altronde, dopo il mandato a vita, quasi sicuramente sta solo aspettando il momento propizio per scatenare l’attacco finale a Taiwan in quanto, ci ricorda Pagliara, temono l’ultradecennale ambiguità strategica degli USA non solo con Biden ma la politica di una sola Cina degli Stati Uniti è stata dichiarata per la prima volta già durante la visita di Nixon in Cina nel 1972 sotto l’amministrazione di Jimmy Carter durante la quale fu approvato il Taiwan Relations Act, che definiva le relazioni con la Cina. Nel 1982, il presidente Ronald Reagan approvò l’adozione delle Sei Assicurazioni, la quinta delle quali stabiliva che gli Stati Uniti non avrebbero formalmente riconosciuto la sovranità cinese su Taiwan.

Gli Stati Uniti non hanno mai espresso una dichiarazione esplicitamente immutabile

sul fatto che ritengano Taiwan indipendente o meno. Infatti Washington, da un lato, afferma semplicemente di comprendere le rivendicazioni della Repubblica Popolare cinese e, dall’altro, fortifica Taiwan.

Purtroppo, caro Pagliara, in Italia pochissimi si occupano di geopolitica oltre che di storia ci si è abituati a delegare gli Stati Uniti a vigilare affinchè si possa continuare a vivere il relativo benessere di cui godiamo da circa 80 anni. Pochissimi sono quelli che comprendono l’importanza che Taiwan ha nello scontro tra Stati Uniti e Cina per la leadership del XXI secolo. Eppure quest’isola, poco più grande della Sicilia, con 23 milioni di abitanti potrebbe, suo malgrado, far scattare la scintilla della Terza Guerra Mondiale: la tempesta perfetta ha qui il suo occhio del ciclone.

Un ottimo libro da studiare più che leggere.

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