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SANITA’: INCONTRO LABORATORI PRIVATI-MINISTERO, NEGATA PROROGA TARIFFE

Redazione

Il ministero della Salute ha negato la proroga richiesta e necessaria a livello nazionale, con la  conseguenza che deriverà dall’applicazione del nuovo nomenclatore comporterà un serio danno per la sanità italiana, sia per le strutture pubbliche che per quelle private autorizzate”(Uap, Unione ambulatori e poliambulatori)


Roma, 13 feb. (Adnkronos Salute) – L’incontro tra le associazioni di 
categoria maggiormente rappresentative delle strutture ambulatoriali private e dei laboratori di analisi cliniche accreditati e il ministero della Salute si è risolto con “un nulla di fatto, il ministero ha negato la proroga richiesta e necessaria a livello nazionale, con l’ovvia conseguenza che il danno economico che deriverà dall’applicazione del nuovo nomenclatore comporterà un serio danno per la sanità italiana, sia per le strutture pubbliche che per quelle private autorizzate”. Così l’Uap, l’Unione ambulatori e poliambulatori, in una nota. L’incontro aveva come obiettivo la discussione dell’applicazione del nuovo Nomenclatore Tariffario di specialistica ambulatoriale e della richiesta proroga. Presenti all’incontro, tra gli altri, il rappresentante di Confapi Salute Università e Ricerca, Mariastella Giorlandino, il presidente di Anisap, Valter Rufini, Maurizio Simmaco e il presidente di Federlab Italia Gennaro Lamberti. L’Uap “si oppone con fermezza a provvedimenti tampone e chiede di conoscere le motivazioni del diniego ad una proroga necessaria, tanto più che le regioni italiane più virtuose, tra le quali l’Emilia Romagna, la Toscana e la Lombardia, hanno adottato misure per mitigare l’impatto negativo del nuovo nomenclatore sulle proprie strutture sanitarie pubbliche, mantenendo le tariffe esistenti per determinate prestazioni o modificando le tariffe per alcune analisi di laboratorio, in risposta a una dettagliata analisi dei costi”. Mariastella Giorlandino ha chiesto “di considerare il danno per le regioni nelle quali non si possono istituire punti prelievo rispetto a quelle regioni dove ciò è consentito, in virtù del federalismo sanitario, e se sono state considerate le conseguenze che deriveranno dal disavanzo che si creerà sui bilanci degli ospedali pubblici”.

Secondo l’Uap “come si pensa di pareggiare i costi se negli ospedali pubblici il ticket per eseguire una mammografia costa 34 euro a fronte di un costo finito di oltre 400 euro, debito che verrà risanato dagli italiani, e come si pensa che le strutture private, che pagano di tasca propria, possano sopravvivere. Lo stato non può far fallire le imprese italiane”. Pertanto, l’Unione ambulatori e poliambulatori “chiede l’acquisizione dei nomenclatori già adottati per non danneggiare le strutture ospedaliere pubbliche oltre quelle private convenzionate delle Regioni più virtuose. Nessun provvedimento tampone!”.

photocover: Mariastella Giorlandino

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