Home Attualità Sanità Lazio, i laboratori di analisi: grazie a Rocca, ora tocca al governo

Sanità Lazio, i laboratori di analisi: grazie a Rocca, ora tocca al governo

Redazione

Giorlandino Artemisia LAb : “nel Lazio erano a rischio 3600 posti di Lavoro”.   Patrizi (Bios) “non possiamo mandare via il cittadino perchè è stato superato il budget” Barbati (USI) Non basta spostare la scadenza a fine anno. Il problema va affrontato perché sappiamo bene che le tariffe dureranno poi per molto tempo».

Le Dichiarazioni del presidente del Lazio Francesco Rocca  alla manifestazione organizzata a Roma da Uap, Aris e Aiop riguardo la disponibilità del ministro di rinviare il nuovo nomenclatore tariffario hanno suscitato  soddisfazione  tra i responsabili dei centri privati accreditati con il servizio sanitario regionale ma è solo un primo passo.

«Ero preoccupata dalla mancanza di progettualità che avrebbe costretto i laziali a mettere mano al portafoglio e a pagare nuove tasse – ha detto Maria Stella Giorlandino, responsabile della Rete Artemisia lab . Ci aspettavamo e speravamo in una dichiarazione che andasse nella direzione della tutela della salute e del servizio erogato. E Rocca ha dato la sua grande disponibilità. Ora ci aspettiamo che il governo si renda conto che la sanità è una priorità e che va supportata con fondi. Anche quelli del Pnrr». Anche perché un rischio più che concreto, con i tagli annunciati, era quello dei licenziamenti: «Nel Lazio erano a rischio 3.600 posti di lavoro, in una regione che si sta avvicinando al Giubileo e che ha quindi necessità di una medicina di territorio – aggiunge -. Dopo il Covid sono aumentate tutte le patologie. Ora bisogna pensare a una sanità anche per gli anziani e per i fragili».

«Rocca si è assunto una grande responsabilità di cui non possiamo che essere contenti – concorda Fernando Patrizi, proprietario della Bios -. Le strutture private accreditate sono a tutti gli effetti un servizio pubblico di sanità. Tanto più che eroghiamo prestazioni a fronte di una richiesta di un medico. Non tanto per erogarle. Ma lo facciamo nel rispetto di un criterio di vicinanza e di un rapporto di fiducia con il paziente». Non si rassegna infatti Patrizi all’idea di dover «mandar via il cittadino perché è stato superato il budget e trovo sleale dovergli dire che perché il tetto è stato sforato ora è costretto a pagare». Tanto più che le rivisitazioni al ribasso delle tariffe non erano giustificate. «In questi ultimi anni, tra Covid e inflazione, non c’è stata una riduzione dei costi che giustificasse i tagli».

«Il rimborso era adeguato 28 anni fa con la lira, non certo oggi con l’euro – aggiunge Francesca Barbati, direttore generale dell’Usi (Unione sanitaria internazionale) -. Le tariffe del nuovo Nomenclatore sarebbero sottocosto e sarebbe iniquo non tener conto dello scenario internazionale. L’annuncio di Rocca? Non ce lo aspettavamo. Ora speriamo che si traduca in fatti affinché tutti gli operatori possano da ora lavorare in serenità». L’augurio è il rinvio non sia fine a se stesso: «Non basta spostare la scadenza a fine anno – conclude Barbati -. Il problema va affrontato perché sappiamo bene che le tariffe dureranno poi per molto tempo».

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