Il prossimo 19 OTTOBRE apre a TORINO, nelle SALE CHIABLESE DEI MUSEI REALI,
una grande e inedita mostra dedicata ai capolavori dei più importanti
artisti italiani del secondo dopoguerra.
L’ingente numero di opere, per un totale di 79, proviene dalla GALLERIA
NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA di Roma ed è riunito insieme
PER LA PRIMA VOLTA FUORI DAL MUSEO DI APPARTENENZA. Un’occasione
straordinaria per dare vita a un progetto critico ed espositivo di grande
rigore e presentare a un ampio pubblico le testimonianze artistiche di una
stagione irripetibile.
Prodotta da MUSEI REALI e ARTHEMISIA con la GALLERIA NAZIONALE D’ARTE
MODERNA E CONTEMPORANEA, la rassegna curata dalla Direttrice della GNAM
RENATA CRISTINA MAZZANTINI e dallo studioso LUCA MASSIMO BARBERO, è stata
fortemente voluta e resa possibile da MARIO TURETTA, Capo Dipartimento per
le Attività Culturali del Ministero della Cultura e direttore delegato dei
Musei Reali di Torino.
La mostra, oltre a sottolineare il trentennale rapporto che la
soprintendente Palma Bucarelli ebbe con un gruppo eccezionale di artisti,
mette in risalto la ricchezza delle collezioni del museo romano ed esalta i
21 ARTISTI più rappresentativi che hanno animato una stagione senza
precedenti nel panorama dell’arte moderna italiana.
/“La mostra vuole mettere in luce -/ ribadisce la Direttrice RENATA.

Mimmo Rotella

Pino Pascali
CRISTINA MAZZANTINI – /la qualità, non sempre sufficientemente percepita,
delle ineguagliabili collezioni della Gnam e di porre al tempo stesso
l’attenzione sul ruolo da protagonista che la Galleria rivestì nella
costituzione del patrimonio artistico italiano moderno e contemporaneo,
grazie soprattutto al rapporto attivo che, nei suoi tre decenni al vertice
della Galleria, la soprintendente Palma Bucarelli seppe intrecciare con gli
artisti più significativi e innovativi di quella così alta stagione, da
Burri e Fontana fino a Pascali.”/
Il percorso espositivo mette bene in evidenza le origini di quello che fu
un vero e proprio “movimento artistico tellurico”. /“È un percorsointenso,/ – dichiara LUCA MASSIMO BARBERO – /e, in più sale, è un
vero corpo a corpo fra i “nuovi maestri” dell’arte italiana del
dopoguerra, della quale si esplorano qui le radici e, per la prima volta,
è possibile confrontarli al di fuori della collezione della GNAM./ /Per
l’arte italiana si tratta dei protagonisti germinali, oggi identificati
come gli interpreti internazionali dell’allora contemporaneità.//”/
L’esposizione, suddivisa in DODICI SALE, si sviluppa in un avvincente
percorso che propone confronti e dialoghi intercorsi negli anni del secondo
dopoguerra tra gli artisti italiani più importanti, divenuti ormai
irrinunciabile riferimento nel panorama artistico internazionale.
La mostra si apre con due lavori simbolici, uno di ETTORE COLLA /Rilievo
con bulloni/ del ‘58/’59 e un altro di PINO PASCALI /L’arco di
Ulisse/ del ’68; prosegue con una sala di capolavori di CAPOGROSSI, tra
cui una monumentale /Superficie/ del 1963. Nella sala successiva viene
indagato il tema della materia, elemento di ricerca fondamentale degli anni
’50, mettendo in dialogo due /Concetti spaziali-Buchi/ di LUCIO FONTANA,
tra cui uno del 1949, conlo straordinario /“Gobbo”/ del ‘50 di
ALBERTO BURRI, rare opere di ETTORE COLLA, opere germinali di MIMMO ROTELLA e la ricerca astratta di BICE LAZZARI.
Due sale mettono poi a confronto due grandi artisti dell’astrazione: AFRO
e PIERO DORAZIO, maestri che nel secondo dopoguerra contribuirono al
successo dell’arte italiana negli Stati Uniti.
Il “CARDINE DELLA MOSTRA”, come dichiara il co-curatore Barbero, si ha
nel confronto tra due grandi protagonisti indiscussi: LUCIO FONTANA e
ALBERTO BURRI; 11 emblematiche opere entrano in dialogo e, in particolare,
si stabilisce un inedito accostamento tra il grande /Concetto spaziale.
Teatrino/ del 1965 del primo e il /Nero cretto G5/ del 1975 del secondo.
Il fermento artistico e creativo che si sviluppò a Roma tra gli anni ’50
e ‘60 è rappresentato in mostra da un enorme décollage di MIMMO ROTELLA
del 1957 e, via via, dalle opere storiche di GIOSETTA FIORONI, CARLA
ACCARDI, GIULIO TURCATO, GASTONE NOVELLI, TOTI SCIALOJA, SERGIO LOMBARDO,
TANO FESTA. Un ulteriore inedito confronto si sviluppa tra un intenso
monocromo nero di FRANCO ANGELI e alcuni importanti /Achrome/ di PIERO
MANZONI.
A testimoniare poi l’importanza della Contemporaneità, un’altra sala
dedicata al grande quadro specchiante /I visitatori/ del 1968 di
MICHELANGELO PISTOLETTO e un’ulteriore alle celebri “/Cancellature”/
di EMILIO ISGRò.
Il percorso prosegue con un emozionante dialogo tra alcune significative
opere di MARIO SCHIFANO (tra cui /Incidente D662/ del 1963) e altrettanto
straordinari lavori di PINO PASCALI (come /Primo piano/ /labbra/ del
’64).
Quest’ultimo, dissacrante artista concettuale, è il protagonista
assoluto dell’ultima sala dell’esposizione, che presenta capolavori
come /Ricostruzione del dinosauro/ del 1966 e i /Bachi da setola/ del 1968.
/“La mostra è il risultato della cooperazione tra due prestigiose
istituzioni museali di rilievo nazionale, quali la Galleria Nazionale
d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e i Musei Reali di Torino/ –
osserva MARIO TURETTA –/; l’offerta culturale del complesso torinese,
dopo le rassegne dedicate al patrimonio archeologico per il 300°
anniversario del Museo di Antichità e al sistema dell’arte barocca
esemplato dalla pittura del Guercino, si arricchisce di una esposizione che
intende rivolgersi a pubblici cosmopoliti, mettendoli in relazione con le
principali istanze poste dall’arte contemporanea in uno straordinario
periodo storico, in un territorio che si inserisce tra i principali
distretti di riferimento grazie a eventi internazionali, quali/ Artissima
/e/ Luci d’Artista/, e alla presenza di importanti raccolte, pubbliche e
private.”/
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