Pace, sicurezza sul lavoro, rispetto, giovani, carceri, femminicidi, patriottismo e il richiamo alla speranza nel Giubileo al centro del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica.
Il decimo messaggio di fine anno di Sergio Mattarella si fonda su due parole chiave: “rispetto” e “speranza”, in linea con quelle scelte dall’Enciclopedia Treccani per il 2024. In un discorso di quasi 17 minuti, il Presidente della Repubblica affronta temi di attualità ribadendo la necessità di azioni concrete per affrontare le sfide del presente.
La pace come imperativo morale e costituzionale
La pace è stata al centro del discorso del presidente, che ha ribadito il suo valore irrinunciabile. Ha ricordato le sofferenze causate dai conflitti in Ucraina, Medio Oriente e altrove, sottolineando che “mai come adesso la pace grida la sua urgenza”. Il presidente ha richiamato il ruolo dell’Italia nella promozione della pace, in linea con i principi costituzionali e l’impegno della presidenza italiana del G7.
“La pace non significa sottomissione alla prepotenza,” ha affermato, “ma rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni popolo.”
Il richiamo del Giubileo alla speranza
Il presidente ha ricordato il messaggio di Papa Francesco durante l’apertura del Giubileo nella notte di Natale. Il Giubileo, ha sottolineato, è un forte richiamo alla speranza, un invito a guardare al futuro con fiducia e a tradurre questa speranza in azioni concrete. “Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene. Tocca a noi saperla tradurre in realtà.”
Vicinanza a Cecilia Sala: il valore della libera informazione
Il presidente ha espresso l’angoscia di tutti per la detenzione della giornalista Cecilia Sala, simbolo dell’importanza della libera informazione. “Le siamo vicini in attesa di rivederla presto in Italia,” ha dichiarato, evidenziando il coraggio di chi rischia la vita per documentare le atrocità dei conflitti. Il sacrificio dei giornalisti, spesso pagato a caro prezzo, rappresenta un servizio indispensabile alla comunità.
Sicurezza sul lavoro: un impegno non più rimandabile
Tra i temi affrontati, la sicurezza sul lavoro ha avuto un posto di rilievo. Il presidente ha ricordato l’ultima tragedia avvenuta a Calenzano, dove cinque persone hanno perso la vita, ribadendo che “non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire con responsabilità e severità.” Ha sottolineato come gli incidenti mortali sul lavoro siano inaccettabili e prevenibili, richiamando la necessità di garantire condizioni di sicurezza adeguate e rispetto per la dignità di ogni lavoratore.
Rispetto e dignità nelle carceri
Il presidente ha affrontato il delicato tema delle condizioni di detenzione, definendo inaccettabile l’alto numero di suicidi nelle carceri italiane. Ha richiamato il dovere di garantire il rispetto della dignità umana anche per i detenuti, come previsto dalla Costituzione, e ha denunciato il sovraffollamento e le difficili condizioni di lavoro del personale penitenziario. “I detenuti devono poter respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti all’illegalità,” ha affermato, elogiando gli operatori impegnati per il recupero e la reintegrazione.
Lotta ai femminicidi e rispetto per le donne
Un altro tema centrale del discorso è stato il dramma dei femminicidi, con il riferimento alla tragica sorte di Giulia Cecchettin e di tante altre donne vittime di violenza. Il presidente ha lodato il coraggio delle giovani generazioni che alzano la voce contro questa barbarie, sottolineando che “non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste.” Un invito a costruire una società che riconosca e valorizzi pienamente la libertà e la dignità femminile.
Il patriottismo quotidiano e l’impegno nel lavoro.
Il presidente ha offerto una riflessione sul significato profondo della Patria, intesa come l’insieme dei valori costituzionali e della coesione sociale. Ha lodato il patriottismo quotidiano di medici, insegnanti, imprenditori, volontari e di tutti coloro che, attraverso il loro lavoro e il loro impegno, costruiscono il bene comune. Ha menzionato il ruolo essenziale di chi, pur provenendo da altri Paesi, ama l’Italia e contribuisce alla sua crescita, ribadendo che il patriottismo è fatto di inclusione, solidarietà e responsabilità condivisa. “È fondamentale creare percorsi di integrazione e comprensione reciproca perché da questo dipende il futuro delle nostre società,” ha dichiarato.
Il presidente ha poi ricordato l’entusiasmo degli allievi della Marina Militare e l’impegno dei militari italiani nei teatri operativi internazionali, esempi di dedizione al servizio del Paese e dei suoi valori.
L’urgenza di colmare disuguaglianze sociali e territoriali
Nel suo discorso, il presidente ha collegato la precarietà del lavoro ai divari territoriali e alla necessità di interventi che garantiscano diritti equi in tutto il Paese. Ha citato il fenomeno dei giovani che lasciano l’Italia per mancanza di opportunità e il dramma delle famiglie che rinunciano alle cure per difficoltà economiche. “Colmare queste distanze è un compito inderogabile,” ha dichiarato.
Il rispetto come fondamento di una società migliore
Riallacciandosi alla parola dell’anno scelta dalla Treccani, “rispetto,” il presidente ha invitato a costruire una società basata sulla solidarietà e sull’accoglienza. Ha fatto appello a una maggiore responsabilità nella prevenzione delle tragedie sul lavoro e nella gestione della detenzione carceraria, affermando che “il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente e solidale.”
Il discorso si è chiuso con un richiamo all’impegno collettivo. La pace, la sicurezza sul lavoro, il Giubileo come simbolo di speranza, il rispetto per i detenuti, la lotta ai femminicidi, il patriottismo e la coesione sociale sono stati indicati come pilastri per affrontare il nuovo anno. “La speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi: il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte.” Con queste parole,il presidente ha augurato a tutti un 2025 di maggiore giustizia e solidarietà.
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